sabato 15 ottobre 2011

QUANDO DIO ENTRA IN POLITICA



CopertinaNon abbiamo mai Dio di fronte a noi, bensì sacerdoti, vescovi, muezzin, rabbini …
Vale a dire, persone uguali a tutte le altre, che parlano però in suo nome. Quando si analizzano le guerre di religione, ci si chiede se Dio non sia stato l’ alibi per giustificare l’ odio tra gli uomini, per incrementare i desideri di conquista e di saccheggio.
Fernando Savater.
Che cosa succede quando Dio, il Dio Onnipotente della Chiesa papale, entra in politica? Innanzitutto, la laicità, i diritti civili e l’ autonomia dello Stato vacillano

e vanno in crisi. E poi, la democrazia rischia di rovesciarsi in teocrazia, politica e religione si confondono, causando disastrosi effetti di inciviltà. Effetti già largamente e tristemente dimostrati da secoli di storia di guerre sante e scontri religiosi, di Crociate, roghi e Inquisizione. Perché ripetere gli errori e orrori del passato? Eppure si è formato di recente in Italia un nuovo «Partito di Dio» guidato dalla Cei di Ruini e Bagnasco, alacremente seguito da gruppi trasversali di politici, giornalisti e intellettuali (teocon, teodem, atei devoti, postsecolari e islamofobi), ostili alle conquiste della moderna civiltà illuministica, scientifica e razionalistica. Il Dio degli eserciti e della Chiesa/Stato costantiniana del passato e il Dio che in tutto si immischia dell’attuale offensiva politico-clericale non possono essere disgiunti.
Non bisogna tuttavia dimenticare che non c’è solo la Chiesa papale e il suo arrogante e dogmatico Dio del potere, disposto ieri come oggi a giustificare guerre, conflitti, repressione, fanatismi e interventismi di ogni genere. C’è anche la Chiesa dei poveri, del Dio sofferente e impotente delle Comunità cristiane di base, democratiche e antigerarchiche, dedite alla cura amorosa dei deboli, dei diversi, dei più poveri e diseredati della terra.
Il volume, un vero e proprio pamphlet, si propone una critica radicale della nuova strategia politico-religiosa di papa Ratzinger e delle alte gerarchie clericali (i ripetuti «no» all’aborto, all’eutanasia, alla procreazione assistita, alle coppie di fatto, al divorzio), mostrando, con una scrittura agile e provocatoria, la contraddittorietà e l’infondatezza dei valori assoluti oggi difesi dai vertici ecclesiastici. Alla tesi ratzingeriana dell’ingresso di Dio nella sfera pubblica l’autore contrappone l’idea di una politica senza Dio, razionale, laica e democratica. Alle religioni è riconosciuta la più piena libertà di espressione e organizzazione nella società civile. Ma non la pretesa di occupare lo Stato o limitarne la sovranità, di ispirare, orientare e dirigere l'attività legislativa di governi e parlamenti in nome di presunte e incontestabili verità sacre o rivelate. Il volume tratta temi di grande attualità con uno stile ironico e pungente, lontano da tecnicismi e accademismi: è un testo progettato per essere letto da un largo pubblico.
Michele Martelli, QUANDO DIO ENTRA IN POLITICA, Fazi editore, 2008