giovedì 6 ottobre 2011

BAGNASCO: "FIGLI CONTRO CRISI"


Angelo Bagnasco
«Il calo delle nascite è dovuto anche a povertà culturale, ma i figli e la famiglia sono le risorse per battere la crisi».Alla presentazione del rapporto demografico Cei, il leader dei vescovi Angelo Bagnasco avverte che «senza un patto tra generazioni il declino dell' Italia è inevitabile».
Giacomo Galeazzi.
I figli non sono «un peso, un costo», ma una risorsa su cui la società deve investire, se vuole un futuro. Quel futuro che l'Italia rischia di veder compromesso anche a causa del pesante calo demografico

che lo ha investito negli ultimi anni. A lanciare l'allarme è stato questa sera il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Ribadendo con forza, remando contro i modelli dominanti, che la ricetta contro la crisi non è quella che «ci ha portato a un presente difficile: non è con più consumo e meno figli che risistemeremo l'economia». Serve al contrario «con una revisione radicale delle priorità», che riporti al centro famiglia e maternità. Che spezzi la catena delle «false alternative e delle promesse tradite» che segnano la nostra epoca, prima fra tutte quella che ha imposto l'individualismo come metodo, mettendo in ombra l'importanza dei legami connettivi della società. Il porporato è intervenuto alla presentazione di un rapporto, curato da un team di specialisti e promosso dal Comitato del progetto culturale della Cei, dal titolo «Il cambiamento demografico». Accanto a lui il card. Camillo Ruini, che presiede il comitato Cei. «C'è una scarsa consapevolezza del problema del calo demografico - ha detto Ruini - che con questo rapporto vorremmo aumentare. Non vogliamo premere sulle coppie perchè mettano al mondo figli che non desiderano, ma rinnovare ostacoli sociali, economici e culturali che impediscono alle coppie di avere i figli che vorrebbero.
La proposta è quella di un'alleanza, di una grande sinergia per affrontare il calo demografico». Il dossier Cei segnala come in Italia la frequenza delle nuove nascite si collochi ormai stabilmente sotto quota 600mila l'anno, 150 mila in meno della quota necessaria a garantire l'attuale dimensione demografia e quindi sotto la soglia di equilibrio. La fecondità è scesa sotto la linea che consente il ricambio generazionale, cioè 1,4 figli per donna. E questo nonostante il desiderio di famiglia e di maternità siano forti in Italia. L'età media della famiglia si è spostata in avanti: si diventa madri per la prima volta intorno ai 35 anni. Disoccupazione, difficoltà economiche. precarietà del lavoro ma anche ragioni culturali le cause principali insieme alla difficoltà di conciliare, per mancanza di adeguati servizi, il ruolo di madre con quello dei lavoratrice. Contestualmente aumenta la popolazione anziana: in Italia gli under 20 sono ormai in numero pressochè uguale agli over 65. Una stagnazione demografica con pesanti conseguenze economiche, politiche e sociali. È in questo quadro che si colloca l'appello di Bagnasco a ritrovare legami, a dare impulso alla società, perchè «il soggetto si sviluppa in modo tanto più autonomo ed equilibrato quanto più ha beneficiato di legami forti». «Non vi è dubbio - ha sottolineato il porporato - che una società in cui si interrompe la catena generativa e si blocca il circuito della testimonianza tra le generazioni è una societ… impoverita e destinata a isterilirsi».