venerdì 14 ottobre 2011

L’ ARCIVESCOVO CHE VUOLE CURARE I GAY

Cesare Nosiglia

14 ottobre 2011 - “No alle discriminazioni verso il metodo scientifico”, afferma l’ arcidiocesi. Che non sa di cosa parla.
“No alla censura o all’ incriminazione di chi ritiene di affermare e di insegnare che la distinzione fra maschile e femminile non è solo un fatto di cultura, ma anche di natura e che la famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra uomo e donna non va considerata solo come una delle tante unioni
UNA SERIE DI BUGIE – Per rispondere all’ arcidiocesi basta ricordare che:

“L’Ordine degli Psicologi ha ufficialmente preso distanza dalla terapia riparativa diffidando chiunque la utilizzi («Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori; non opera discriminazioni in base a religione, etnia, nazionalità, estrazione sociale, stato socio/economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. È evidente quindi che lo psicologo non può prestarsi ad alcuna ‘terapia riparativa‘ dell’orientamento sessuale di una persona»). Sono stato ascoltato dalla Commissione dell’Ordine degli Psicologi di Roma che non può intervenire sul professor Cantelmi per il fatto che è psichiatra. In ogni caso vorrei ribadire che non ho mai voluto ingaggiare una battaglia personale contro il professor Cantelmi, ma soltanto denunciare una pratica inutile e dannosa. Per quanto mi riguarda considero una vittoria del giornalismo d’inchiesta la dichiarazione pubblica di molti psicologi che hanno definitivamente delegittimato la terapia riparativa“. “Anche Leonardo Ancona, psichiatra e psicanalista cattolico di grande fama ha contestato Cantelmi dalle pagine di Repubblica (‘Cattolici e psiche. Polemiche. Parla lo Psichiatra Leonardo Ancona’, la Repubblica R2, 14 gennaio 2008): Di Cantelmi, tendo a contestare già la qualifica. Perché qualificare degli operatori psicologici o psichiatrici come cattolici? La trovo una dizione ridondante: una persona per bene non deve qualificarsi come cattolica, altrimenti implicitamente le persone non cattoliche sarebbero per male… Io non ho mai capito l’utilità e neppure la convenienza di un raggruppamento come quello che presiede Cantelmi. Avrei potuto farlo io, ma non mi è mai venuto in mente di farlo…”.
La posizione della Commissione è contenuta in una lettera della segreteria particolare dell’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, recapitata al presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo. Oltre alle scontate, e legittime, prese di posizione a favore della famiglia e della difesa della vita contro aborto e rischi di eutanasia, la lettera chiede “garanzie” per chi pensa che l’omosessualità sia patologica.