sabato 15 ottobre 2011

LA SUPERIORITÀ MORALE DELL' ATEISMO (“L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO”)



La superiorità dell' ateismo non è solo intellettuale ma anche morale. Tutte le religioni, e la Cattolica in particolare, predicano un' etica mercantile e materialistica, riassunta nel motto: devi perseguire il bene per ricevere un premio, devi rifuggire il male per evitare un castigo.
Ci può essere una morale più meschina e squallida di questa? Pensate che per la Chiesa il bene fatto per se stesso, se non produce qualche merito per il paradiso

è del tutto inutile. Immanuel Kant, il massimo filosofo tedesco, ci ha insegnato di basare la morale sul dovere per il dovere, anziché sul dovere per precetto divino. Il suo famoso imperativo categorico: «Agisci in modo che tu possa volere che la massima della tua azione divenga legge universale» ci impone di perseguire il bene per se stesso e non come mezzo per raggiungere un fine, e di considerarlo come una legge interiore all'uomo, frutto del suo retaggio evolutivo.
Questo è il fondamento della vera morale. L’ uomo laico rifiuta quindi il materialismo etico. Lui dissocia morale e trascendenza e proclama che il bene non ha bisogno di dio, del cielo, di un premio, ma basta a se stesso e obbedisce alla necessità immanente all’uomo di porsi una regola del gioco, un codice di condotta che garantisca la felice convivenza tra gli uomini e ne promuova la fratellanza.
Questa è l'autentica morale che egli persegue, non quella mercantile delle religioni. Per lui, quindi, niente inferno e paradiso, niente un’ontologia della ricompensa post mortem. L’azione deve essere buona, retta e giusta, senza obbligazioni o sanzioni trascendenti.
Chi non vede in tutto ciò un'assoluta supremazia dell’etica laica rispetto a quella religiosa?
Pubblicato dal Leo Zen su: