mercoledì 12 ottobre 2011

ROMA, STUPRATO DA FRATE: 26ENNE TENTA IL SUICIDIO




di Angela Camuso
ROMA - Prestava servizio come padre francescano nella chiesa di Sant’Alessio, all’Aventino, nel cuore di Roma,l’ennesimo sacerdote coinvolto in una turpe storia di pedofilia finora avvolta nel silenzio. Padre V. B. è da tempo stato trasferito dai suoi superiori, per altri motivi, in Liguria. Ma le violenze che avrebbe commesso (la denuncia parla di reciproci rapporti completi), a partire dal lontano 1991, si sarebbero verificate, secondo chi l’accusa, proprio nel suo ufficio di Roma e nella sua residenza all’Aventino. Il religioso da circa un anno è indagato a piazzale Clodio in un’ inchiesta condotta dal pm Santucci: i carabinieri, un mese fa, avrebbero anche trovato a casa del prete materiale pedopornografico.
La vittima che accusa il sacerdote, un giovane operaio abitante in Ciociaria oggi 26enne, all’epoca aveva appena 8 anni e poi un adolescente e fino a un anno fa non aveva mai confidato a nessuno quanto gli era capitato. La triste storia è venuta a galla perché l’anno scorso il giovane, oppresso dalla vergogna, una notte di febbraio ha tentato il suicidio, gettandosi in un fiume, a Frosinone, dopo essersi allontanato, con la scusa di dover fare pipì, da una discoteca dove era in compagnia della sua fidanzata. Quest’ultima lo aveva trovato ad annaspare nell’acqua e aveva chiamato i soccorsi
.
I genitori del giovane hanno deciso di farsi assistere dal noto avvocato Carlo Taormina e sono determinati a ottenere giustizia: conoscevano molto bene padre V., perché questi era diventato negli anni un amico di famiglia, tant’è che spesso il loro figlio veniva mandato dal sacerdote a trascorrere le vacanze presso il Collegio Emiliani di Genova dove il prete ha lavorato in questi ultimi anni, come insegnante ed educatore dei ragazzi. Dello scandalo è stato informato subito dalla famiglia il diretto superiore di don V., un padre Priore, che in attesa che la giustizia faccia il suo corso ha spedito il presunto pedofilo in un convento. Da quanto dichiarato ai carabinieri dai familiari del ragazzo, che si sono presentati in caserma con una registrazione della loro conversazione col Priore, il religioso una volta smascherato, per paura di essere aggredito avrebbe confessato al Priore le sue malefatte.




IL RETTORE: "NON POSSO CREDERCI" Padre Bruno, Rettore in carica nella basilica di Sant’Alessio all’Aventino, che cosa ne pensa delle accuse che coinvolgono Padre V.?
«Non sono stato informato di quanto è accaduto. Da anni ormai non lo vedo ma ricordo bene il periodo in cui, insieme, frequentavamo il seminario. Sinceramente non lo credo capace di una colpa tanto tremenda».
Qual è il suo ricordo di quest’uomo? «Siamo coetanei e ai tempi degli studi eravamo ragazzi normali, come tanti altri: nei momenti liberi giocavamo a calcetto insieme. Negli anni, comunque, non ho mai avuto alcun sospetto sulla sua persona».
Nessuno è venuto da lei a riportarle indiscrezioni? «No, tra i parrocchiani nessuno. Veramente non so nulla di questa brutta storia».
Ci sono preti, oggi, che potrebbero sapere qualcosa di più di quegli anni?
«Nessuno dei frati presenti ora nella Basilica ha avuto modo di incontrarlo, È andato via da anni ormai».
Che ne pensa dello scandalo della pedofilia nella Chiesa?
«Innanzitutto ogni caso va esaminato singolarmente. Credo comunque che il ruolo che siamo chiamati a coprire è importantissimo: può essere portato avanti solo con la sincerità e la correttezza. Ci vuole schiettezza, altrimenti che predichi a fare?». (di Lorena Loiacono)


SGOMENTO NEL QUOARTIERE DI BENIGNI E TORNATORE Tra le zone più eleganti e prestigiose di Roma, una vera e propria terrazza sulla Capitale arricchita da quattro Basiliche storiche: è l’Aventino, dove vivono le stelle del cinema come Benigni, Tornatore e De Sica. Un’importante fetta della Roma bene, dunque, che resta sgomenta di fronte alle accuse su Padre V. B. «Sono cresciuto in zona, in comitiva nel giardino di Sant’Alessio – racconta Mirco, 31enne – non pensavo potessero accadere cose simili».
Tra i tanti turisti che scrutano la Cupola di San Pietro dal buco della serratura, anche una giovane coppia: «Abitiamo a San Saba e conosciamo la chiesa di Sant’Alessio, non sapevamo nulla di questa brutta storia». E su una panchina nel Parco degli Aranci, un anziano commenta: «Questi sono tempi difficili, non ci si può fidare di nessuno». (L.Loi./ass)