sabato 15 ottobre 2011

RAVASI: «GLI ATEI AD ASSISI? LI HA VOLUTI IL PAPA»


Il cortile dei gentiliIl presidente del Pontificio consiglio per la cultura fa il punto sul «cortile dei gentili», spiega la presenza dei non credenti all’ incontro interreligioso del 27 ottobre.
Andrea Tornielli.
«Gli atei ad Assisi li ha voluti il Papa». Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, di ritorno da Bucarest, dove ha ricevuto una laurea honoris causa e ha presieduto a un incontro del «cortile dei gentili»,

spiega ai giornalisti programmi e progetti del suo dicastero. E spiega anche com’è nata l’ idea di invitare ad Assisi, all’incontro interreligioso di preghiera per la pace nel venticinquesimo anniversario di quello guidato da Giovanni Paolo II nel 1986, alcuni non credenti.
«È stata un’ idea di Benedetto XVI – dice il porporato milanese – e lui stesso l’ha presentata durante un incontro con alcuni cardinali in vista della preparazione di Assisi». In questo, spiega Ravasi, «Ratzinger mostra di tenere in grande considerazione un antico insegnamento della teologia cristiana: l’uomo è costituito di natura e soprannaturale. Il soprannaturale, non toglie o distrugge la natura, ma la perfeziona. Si pone cioè come un elemento ulteriore, ma non elimina la natura umana. Nell’invito del Papa c’è dunque il tentativo di ribadire il rilievo del rapporto tra fede e ragione».
I quattro atei che parteciperanno ad Assisi sono la psicanalista e filosofa francese Julia Kristeva (che prenderà la parola davanti a Benedetto XVI), il pensatore italiano professore di filosofia alla UCLA di Los Angeles Remo Bodei, il filosofo britannico Anthony Grayling che ha istituito il New College di lettere e filosofia di Londra, il messicano Guillermo Hurtado, fondatore del secondo periodo della rivista di storia e filosofia Dìanoia. Il giorno prima dell’incontro di Assisi, il 26 ottobre, i quattro parteciperanno a una tavola rotonda nell’aula magna del rettorato dell’Università Roma 3.
Tracciando un primo bilancio – positivo – del «cortile dei gentili», l’iniziativa del dialogo con i non credenti voluta dal Pontefice, Ravasi non ha nascosto anche un limite e un problema: «Mi sono reso conto – afferma – che il problema non è certo mondo ateo, che dialoga ad alto livello e non considera certo la religione come un elemento di sottosviluppo, quanto piuttosto l’indifferenza, il grigiore, l’assenza di domande, la banalità e talvolta la volgarità… C’è insomma da confrontarsi con un orizzonte più difficile, una sorta di mucillagine».
Oltre a presentare i prossimi appuntamenti, come quello in programma in novembre a Firenze (un confronto tra Moni Ovadia e Sergio Givone, e tra Erri de Luca e Antonio Paolucci), Ravasi ha anche risposto a domande sui possibili orizzonti futuri del «cortile», parlando in particolare del Medio Oriente. «È un mio sogno – ha spiegato –quello di aprire un dialogo nel territorio del mondo che è in assoluto il più arduo ma anche il più creativo, perché lì ci sono religioni che vivono il loro carattere fortemente identitario, ma stanno anche crescendo forze laiche nelle società. Sarebbe bello poter portare un dialogo del genere tra credenti e non credenti in Israele, là dove c’era l’originale cortile dei gentili.
Infine Ravasi e i suoi collaboratori hanno presentato il nuovo sito internet del cortile dei gentili (www.cortiledeigentili.com) e pure lo sbarco su twitter, dove il cardinale (il cui profilo è @CardRavasi) invia un pensiero biblico al giorno, oltre a messaggi relativi alla sua presenza in convegni e dialoghi.