martedì 4 ottobre 2011

LO STRANO CASO DEL GAY CURATO CON LA CHIESA


Omosessuale curato con la Chiesa - Adamo Creato è lo pseudonimo di un sedicente ex gay che ora è diventato etero ed è felice di correre dietro alle sottane (che non è detto siano indossate unicamente da donne, ma comunque). Già il nome fa passare la voglia di leggere quanto ha scritto – soprattutto se pensi che l’ha inventato e non gli è toccato in sorte.
Forzandosi nella lettura si rimane abbastanza perplessi, più o meno a ogni riga. Così come lascia perplessi l’ospite del pezzo: Uccr, ovvero unione cattolici cristiani razionali. Quell’aggettivo finale stride come un’unghia sulla lavagna. 

 Però siccome non è che possiamo scrivere un trattato su Adamo Creato o su un acronimo, scegliamo un paio di passaggi dell’articolo come indicativi del clima.
“Se c’è un luogo in cui sei sempre accolto ed amato, dove non vieni giudicato ne tantomeno condannato è la Chiesa. E’ il luogo della misericordia e delle risposte concrete alle tue sofferenze. La Chiesa cattolica mi ha accolto con una tenerezza ed una competenza impressionanti, senza chiedermi nulla: è questo il suo modo d’agire. E’ l’unico luogo dove chiunque trova ristoro per la propria anima. E’ un utero dove vieni rigenerato ad una vita nuova, senza sforzo. Non è questione di “impegno” personale, di aderire a dei comandamenti, obbedire ad una morale”.
A quale chiesa farà riferimento Adamo? Perché le gerarchie non sembrano essere molto tenere rispetto all’omosessualità (e alla sessualità in genere). Nel Catechismo della Chiesa cattolica, giusto per fare un esempio, si legge (Castità e omosessualità 2357): “Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che «gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati”.
Poco dopo il Catechismo definisce l’omosessualità una inclinazione “disordinata” e seppure si aggiunga “[gli omosessuali] devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza”, basta cercare su Google le dichiarazioni di Joseph Ratzinger al riguardo per togliersi il dubbio che vi sia rispetto e delicatezza. Senza considerare che la castità sia imprescindibile. E che la Chiesa fosse un utero non lo avevo mai sentito. Ma passiamo al secondo estratto.
“Oggi, grazie ad un cammino di fede mi sento liberato dai lacci dell’omosessualità, dalla dipendenza del sesso e della pornografia. [...] Non è più questione di omosessualità o di superbia o di adulterio: tutti siamo deficienti in una cosa o in un’altra”.
L’omosessualità ha sempre una connotazione negativa intrinseca nelle parole di Adamo. Nel primo caso compare in un elenco insieme alla dipendenza del sesso e della pornografia (non che la pornografia sia intrinsecamente patologica o sbagliata, ma è abbastanza evidente che non sia qualcosa verso cui Adamo esprime approvazione). E anche i “lacci” non sembrano denotare una condizione positiva.
E poi, nel secondo elenco disgiuntivo, ecco l’omosessualità insieme alla superbia, che è peccato capitale, e all’adulterio, che è una fregatura almeno per colui che è ingannato. Ora Adamo può vivere come più gli piace, ma il sospetto che la sua testimonianza voglia essere normativa rende odiosa la lettura della sua testimonianza. Contribuire a ingrossare la corrente – già troppo violenta – delle cosiddette terapie riparative è decisamente ripugnante. Oltre che sciocco.