giovedì 15 dicembre 2011

LA MADONNA FA IL TEST DI GRAVIDANZA

 Un poster in Nuova Zelanda mostra una Maria un po’ diversa. I cattolici si arrabbiano.
La chiesa di San Matteo in Città, presso Auckland, Nuova Zelanda, è nota per proporre ogni anno ai fedeli delle grandi immagini in occasione del Natale, delle pale d’ altare indubbiamente moderne, commissionate ad agenzie di pubblicità con l’ intento di avvicinare la fede alla vita di tutti i giorni. Quest’ anno il tema è l’ Annunciazione, 

Maria che visitata dal Signore rimane incinta per opera dello Spirito Santo. Bene, la chiesa ripropone quest evento così.
IL NATALE, DAVVERO – Maria è assorta, preoccupata e un po’ ansiosa dopo aver visto il risultato del test di gravidanza, inaspettatamente positivo. “E’ reale”, spiega la chiesa nel comunicato ufficiale; “il Natale è una cosa vera. Riguarda una gravidanza vera, un vero bambino e una vera madre. Parliamo di ansia vera, di coraggio e speranza. (…) Indipendentemente da ogni previsione, la scoperta deve essere stata scioccante. Maria non era sposata, era giovane e povera. Questa gravidanza avrebbe modellato il suo futuro. Di sicuro non era la prima donna in questa situazione, né sarà l’ultima”. Insomma, la piccola comunità australiana punta sulla verità. La locale diocesi cattolica si è già distanziata dall’iniziativa.
Di nuovo, la comunità di San Matteo mostra la propria distanza dalla tradizionale cristianità, anche se i loro cuori possono di certo essere in buona fede. E’ certamente vero che il Natale è una cosa reale e che si celebra una vera gravidanza. E’ allo stesso modo vero che l’ansia e i bisogni delle madri sole devono essere affrontate con compassione e cura. Ma così facendo, a San Matteo ignorano il vangelo, che parla di una donna non scioccata e sola, ma di una donna che ha dato il suo assenso e la sua fiducia a Dio”.
Sul sito della chiesa, i commenti fioccano. Qualcuno propone un sottotitolo.
“Dove è la clinica per gli aborti?”
“Se dico che sono vergine, mamma e papà non mi ammazzeranno”
“Speriamo che sia femmina”
Qualcun altro condivide le critiche: “E’ un insulto”.