lunedì 5 dicembre 2011

La sonda perduta che minaccia la Terra

Un drone spedito verso Marte dalla Russia è rimasto impigliato nella nostra orbita, e potrebbe venir giù
L’Agenzia Spaziale Europea ha ufficialmente interrotto ogni tentativo di riattivare la sonda Phobos-Grunt, inviata all’inizio di novembre dall’agenzia spaziale russa verso la luna di Marte, appunto Phobos, ma rimasta fatalmente “impigliata” nell’attrazione gravitazionale terrestre: qualsiasi sforzo di riattivarla è stato finora vano, e l’agenzia Europea ha deciso che non è più intenzionata a passare il suo tempo tentando di riattivare la propulsione della sonda che potrebbe sganciarla dall’orbita e farla veleggiare verso il pianeta rosso.
IL NUOVO RELITTO – L’agenzia spaziale russa continuerà i tentativi, ma anche da Mosca arrivano segnali di insofferenza: tutto proseguirà fino a che sarà sopportabile e utile, anche economicamente, lo sforzo;”L’Esa riprenderà i suoi tentativi se ci giungeranno notizie dall’agenzia russa”, dicono da Parigi. Secondo Vitaly Davydov, già vicecomandante del programma spaziale russo, “se la sonda non sarà spedita su Marte potrebbe cadere sulla terra fra Dicembre e Febbraio”. La sonda, continua l‘Associated Press, “pesa quasi 15 tonnellate, la maggior parte del peso è costituito da combustibile altamente tossico. Gli esperti dicono che se il combustibile si è ghiacciato, potrebbe sopravvivere alla caduta verso la Terra, ma se è rimasto liquido si brucerà rientrando nell’atmosfera”. La missione doveva atterrare su Phobos nel settembre 2013, e invece non ci arriverà mai: potrebbe invece schiantarsi sulla terra (con effetti drammatici: “C’è il rischio di un ritorno con un bel botto, con conseguente nuvola tossica”,scrive Engadget), o causare altri grattacapi a chi si occupa di sorvegliare la nostra orbita.
LA PATTUMIERA SPAZIALE – L’altra ipotesi è che la sonda rimanga in orbita, a rinfoltire e ripopolare la già affollatissima orbita del nostro pianeta, con il rischio che si schianti con un altro dei tanti oggetti che girano intorno alla Terra. D’altronde è già successo: nel 2009, quando due satelliti spenti, uno americano e l’altro russo, si sono schiantati sopra i cieli della Siberia, producendo una “massiccia nuvola di detriti”, raccontava ancora Engadget; “circa 600 pezzi sono stati individuati nella zona dei detriti, sperando di poter calcolare il rischio che essi presentano verso gli altri satelliti e verso la stazione spaziale internazionale”. Recentementeabbiamo raccontato di come il problema dei detriti spaziali stia diventando non più trascurabile.
Il relitto di un satellite cinese recentemente abbattuto proprio dalla repubblica Popolare nell’ambito di un test missilistico stava viaggiando pericolosamente troppo vicino alla stazione spaziale internazionale.
Momenti di paura per gli astronauti montati sulla Iss settimane fa, che si sono trovati a dover quasi attivare la procedura di emergenza per un relitto spaziale che poteva entrare in rotta di collisione con la stazione. Fortunatamente, i calcoli hanno dimostrato che non c’era rischio: intorno al nostro pianeta continua a galleggiare una pattumiera spaziale.