domenica 18 dicembre 2011

CONTRO I GALILEI. PER QUALI MOTIVI OCCORREREBBE DEMISTIFICARE ED ELIMINARE IL CRISTIANESIMO


Abitua la gente a pensare che i preti possono rimettere i peccati, ed avrai peccati in abbondanza.
.. Thomas Paine.
Molti credenti o laici buonisti si chiedono per quale motivo attaccare una religione positiva come il cristianesimo, che tanto bene avrebbe recato nel mondo; altri pensano che sia impossibile scardinarla, perchè inconsciamente realizzano che esso sia il substrato della società da ben venti secoli ormai. Entrambi, però, ignorano che la sua nascita sia stata un processo traumatico che ha dilaniato 
il tessuto sociale preesistente. Il credente dirà che, trattandosi di una società falsa, i cristiani fecero bene a mutarla: in realtà, la cosa non è così facile come si pensa.
Due millenni fa si è inaugurato un corso ideologico che ha portato alla formazione della società odierna: uno "chassis rinnovato" che è stato montato a copertura del "motore" costituito dalla struttura, dalla forma mentis e dalle leggi dell'impero romano. In pratica, il romanesimo si è riproposto sotto mentite spoglie come "nuova guida dell'umanità": eredità ad oggi ben chiara, come ci fa ben capire ad es. il card. Poupard, parlandoci del "genio di Roma, della straordinaria capacità della Capitale di rivestire il mondo pagano con la bellezza cristiana" (CorSera 300105), oppure a sentire di Pio IX invocare senza timori Dio con la locuzione "Deus Optimus Maximus", titolo col quale si appellava Giove in epoca romana.
Per potersi installare nel cuore dell'impero romano, questa superstizione ha utilizzato delle tecniche classiche: l'isolamento dalla comunità sociale e dalla famiglia, per eliminare ogni altro punto di riferimento formativo; il senso di superiorità, per spezzare tutti i rapporti precedenti e la coabitazione con ideologie aliene; l'eccesso di "umanitarismo", per rinsaldare il senso d'appartenenza al gruppo; l'obbligo (v. il caso di Anania e Safira) del conferimento di tutti i propri averi in favore della comunità, per indurre dipendenza finanziaria.
Questo cambio di guardia avvenne prima con la sovversione dello Stato, e poi con la connivenza dello Stato, che si appropriò della religione emergente. Le pressioni eversive del "cristianesimo" primitivo furono sì motivate da spinte deiste, ma si configuravano comunque secondo modelli a carattere anarchico: difatti, la negazione del substrato cultuale romano, direttamente connesso al rispetto ed alla sottomissione nei confronti dell'imperatore e dell'apparato governativo, fu vista dai romani come "ateismo". Medesima accusa sarà portata avanti contro i dissidenti da coloro i quali si sostituirono agli imperatori, assumendone persino il titolo di sommo grado religioso: quello del pontefice.

Si renderebbe necessario demistificare il cristianesimo non solo perché tramite esso vengono estorti miliardi di euro l'anno allo Stato che ospita il Vaticano, ma anche per il fatto che esso ha distrutto e falsificato sfacciatamente il passato. Questo compito, però, non è dei più facili, dato che, al pari dell'islam e dell'ebraismo, a causa di caratteristiche che lo rendono estremamente diverso da una religione "normale" (ad es. induismo o buddhismo: che è piuttosto una filosofia non teologica), il cristianesimo può essere definito una superstizione organizzata avanzata ("SOA"): tali caratteristiche lo rendono più efficiente oltreché meno notabile nei suoi effetti, pertanto esponenzialmente più nocivo. Sistemi di credenza come ad esempio il buddhismo possono far dire all'ignaro che che non tutte le religioni siano nocive, ma il nocumento è comunque implicito a livello etico, in quanto si spaccia per "divino" un insegnamento derivante da un personaggio non molto dissimile da "Gesù di Nazareth"; senza dire che la perpetua reincarnazione buddhista non sia tanto dissimile dalla resurrezione cristiana, quando il buddhismo è diventato istituzionalizzato, tra i monaci che lo reggono si sono verificati gli stessi inconvenienti del mondo cristiano (pedofilia, corruzione ed altri crimini).
Islam ed ebraismo sono "religioni rivelate" estremamente semplificate, il cui unico scopo è quello dell'aperta conquista e conformazione della società umana "in nome di Dio" (nulla di strano: qualsiasi cultura crede che la propria religione e sistema sociale siano i migliori al mondo).
In particolare, è l'Islam attualmente quella più veemente ed in ascesa, ma la sua pericolosità è un effetto di riflesso, in quanto frutto della presenza degli ebrei nell'alveo arabo, spina nel fianco messa lì da tempi immemorabili dalle potenze di turno, onde evitare che la zona risultasse completamente in potere di popolazioni arabe. Queste ultime, figlie di genti bellicose come gli assiri ed i persiani, sono caratterizzate da una mentalità di conquista tipica di chi vive in luoghi ingrati ed aridi, muovendosi dai quali anelavano ad asservire l'Occidente e le sue risorse sotto un credo rigido, violento, sperequativo, inumano, che non potrebbe mai attecchire fuori dai suoi luoghi d'origine (cosa che le genti arabe non riescono a capire; difatti, quando si trasferiscono in paesi occidentali si "occidentalizzano" immediatamente, sicchè il loro credo diventa magicamente meno intransigente e più tollerante).
Come se non bastasse, emiri e santoni vari continuano a fomentare la "guerra santa", incitando poveracci salmodianti a farsi esplodere per godere di un "paradiso dei martiri": e li incitano soltanto per non perdere i propri loschi benefici. Tutto ciò ha trasformato in un covo dell'arretratezza e dell'intolleranza quello che in epoca medievale fu l'islam del progresso e della scienza. Pochi capiscono però che l'islam ha solo bisogno di comprensione: nei paesi islamici occorre inviare medicine, ingegneri, mattoni, anzichè truppe ed armi per "esportare" la "democrazia occidentale"!
Dal canto suo, purtroppo l'ebraismo agisce in maniera subdola tramite il sionismo, col consenso delle potenze occidentali che hanno situato gli ebrei in "Israele", con la pretesa che si tratti dell'adempimento ad un "ordine divino", noncuranti del fatto che quei luoghi fossero abitati da altre popolazioni altrettanto semite come gli ebrei, sin da prima che questi ultimi subentrassero con la rapina, la razzia (da perfetti discendenti di predoni quali sono; gli hapiru, com'erano noti nell'area già 4 millenni fa) e la distruzione intransigente dei "pagani" allora, e di palestinesi, libanesi e siriani oggi. Il mondo cristianizzato appoggia l'ebraismo (dopo aver definito "deicidi" gli ebrei, quando la Chiesa dettava legge...), ovvero il sionismo, per via di un'eredità che non esiste, dato che non è mai esistito nessun "Gesù di Nazareth", tantomeno esiste Dio. Così facendo, difende anche gli esponenti del sionismo che controllano USA ed Inghilterra con banche, network, armamenti.
Rispetto ad islam ed ebraismo, il cristianesimo è più efficiente perché si avvale di mezzi e tecniche più raffinati, costituisce la fede del mondo occidentale che detiene il potere politico-economico del globo, e non pubblica apertamente un'agenda aggressiva nei confronti altrui. Se proprio volessimo osservare in che modo quest'ultima si manifesti, dobbiamo cercare non tra le parole delle encicliche o nelle dichiarazioni diplomatiche dei suoi portavoce, bensì nelle discussioni della vita di tutti i giorni e nelle asserzioni di personaggi informati alla sua ideologia.
Demistificare il cristianesimo è sicuramente arduo: la gente lo adotta e lo difende perché i suoi princìpi (edificati su caratteristiche e funzioni umane distorte, come vedremo) sottintendono "umanitarismo", "altruismo", "purezza" e soprattutto comodità, sicchè non va certo a guardare alla storia o ai metodi con i quali questi presunti princìpi continuano ad essere applicati tuttora.
Il cristianesimo persiste soprattutto perchè è fondato sul concetto di "sofferenza altruistica", in base al quale addirittura Dio stesso (!) si sarebbe sobbarcato a morire per noi! La "sofferenza di Dio" ci rende però incapaci d'accorgerci del fatto che abbiamo un personaggio che predica (agli altri...) di dare i loro averi ai poveri — che così diventano ricchi a loro volta... — per seguire lui, cioè quel "vero dio" che dal canto suo, pur essendo capace di moltiplicare vivande e resuscitare cadaveri, non si peritava d'inviare i suoi discepoli per questuare elemosine! Non solo: ci rende incapaci di capire che in realtà i vangeli siano soltanto una miserabile beffa, inventata dagli oligarchi per controllare meglio i potenziali ribelli del tempo, appartenenti alla lotta armata.
Difatti, gli stessi precetti fondamentali di questo "credo" sono degli espedienti ipnotici e beffardi: "ama il prossimo tuo come te stesso" e "porgi l'altra guancia" sono evidentemente dei precetti che irridono frasi fatte che furono proprie alla sapienza ebraica e persino "pagana". Già mezzo millennio prima di questo fantomatico "figlio di dio" incarnato, Confucio pronunziava la cosiddetta Regola d'Oro, che non era qualcosa di nuovo persino nell'ebraismo, poiché si rifà alle fonti ebraiche del Levitico (19.18) e la ritroviamo già, prima che nel Talmud (Shabbat 31), nell'essenismo (v. Documento di Damasco).
Così abbiamo una religione che predica pace, fratellanza, uguaglianza e tolleranza, ma soltanto per chi avrà accettato di farsi cristiano: secondo la Chiesa l'unica condizione per poter essere pacifici, fratelli e uguali consiste nell'estendere il cristianesimo ovunque nel mondo, annichilendo le altre superstizioni religiose, perché "così vuole il vero dio".

La gente ritiene che il bene fatto dalla Chiesa (quindi dal cristianesimo che ne è alla base) sia superiore rispetto al male fatto "a pochi", e che essa debba esistere "per forza", al fine di predicare "parole di pace": ma la storia non si attaglia affatto ai buoni propositi, dato che il cristianesimo conta duemila anni di attività che non può certo definirsi immacolata.
La cosa più grave è che i suoi funzionari ed i suoi accoliti meno obiettivi provano costantemente a minimizzare le responsabilità della Chiesa: basterebbe dire, ad esempio, che dopo anni di accuse da parte della critica laica nei confronti dei crimini commessi nel mondo dai cristiani, in occasione del Grande Giubileo Giovanni Paolo II si scusò dei "peccati" commessi però non dalla Chiesa o dietro sua spinta, bensì "dai suoi figli", postillando che la cattedra di Pietro, essendo d'origine divina, non potrebbe certo esserne responsabile.
Simili dichiarazioni sono lo specchio della crisi che, da qualche tempo, complici una cultura e un'informazione sempre più diffuse, stanno mettendo sotto scacco un organismo fatiscente e anacronistico, portandolo inevitabilmente verso la sua apocalisse. Poichè il sottoscritto ritiene d'essere comunque una persona obiettiva, differentemente dai suddetti, tengo a postulare che la colpa dei problemi cagionati dal cristianesimo (così come per qualsiasi altra superstizione religiosa) non sia da attribuirsi ai suoi ministri, che "fanno i preti" per necessità o inclinazione naturale; dovremmo piuttosto retro-tracciare queste colpe in chi inventò il cristianesimo, facendo sì che i preti non avessero potuto far altro che continuare a portarlo avanti.
Si deve dunque tentare per prima cosa di togliere la benda a chi amministra questa religione, affinché si accorgano della realtà dei fatti e siano i primi a capire che occorre una trasformazione nella concezione della religione: non più utensile di controllo, ma tradizione onesta, scorporata da componenti misteriche e sovrannaturalistiche. L'ammissione della realtà non comporterà di certo delle reazioni nei loro confronti, in quanto proprio loro sono stati vittima di ciò che hanno difeso.
Siamo fiduciosi che il cristianesimo cadrà, non certo perché è stato accortamente "profetizzato" dalla stessa Chiesa, né per via di sinergie sistemiche, bensì perché il livello di sopportazione umano è già stato superato da tempo: se non fossero intervenuti ab origine la continua propaganda, il supporto economico e la collaborazione politica, questa superstizione, creata da governanti privi di scrupoli e sfuggita al loro controllo, si sarebbe estinta già sul nascere.
Sta alla gente di buona volontà far sì che questo fossile provocatorio, creatore e carnefice dei suoi stessi nemici, sia archiviato e che le "profezie" apocalittiche di chi l'ha progettato non facciano di modo che esso risorga dalle sue ceneri con una nuova maschera: "Il cattolicesimo" scriveva lo storico Will Durant ne Le lezioni della Storia

"sopravvive perché fa appello all'immaginazione, alla speranza, ed ai sensi; perché la sua mitologia è consolatrice, e rischiara l'esistenza dei poveri; e perché la prolificità comandata ai fedeli riguadagna lentamente il terreno toltogli dalla Riforma. Il cattolicesimo ha sacrificato l'aderenza della comunità intellettuale, e soffre defezioni incrementali tramite il contatto dell'educazione e letteratura secolare; ma guadagna conversi dalle anime logorate dall'incertezza della ragione".
Il cristianesimo deve estinguersi non in chi lo professa o lo amministra, né nei suoi monumenti e documenti, bensì appunto nella sua ideologia, che deve essere smascherata e portata alla luce in tutte le sue assurdità, contraddizioni e atrocità storiche, ammantate sotto una candida pelle d'agnello.
Fare il contrario significherebbe porsi nella stessa posizione di quei barbari criminali e ignoranti che, col pretesto d'agire contro una società "demoniaca", distrussero le testimonianze di un passato glorioso ed eliminarono milioni di dissidenti "in nome di dio" e di una "causa giusta", per poi scusarsene comodamente a tempo debito.