venerdì 16 dicembre 2011

PAPA SENZA ERMELLINO

Il Papa con la stola di ermellino
«Papa Benedetto XVI, per Natale ci faccia un regalo: rinunci all’ ermellino»,chiede l’ Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), che ha promosso per questo una petizione. «Sono quasi settemila gli italiani che la stanno sottoscrivendo a ritmo sostenuto - riferisce Aidaa in una nota - per chiedere al pontefice di fare, in occasione del Natale, un gesto che sarebbe particolarmente gradito al mondo animalista (compresi i milioni di cattolici animalisti), di rinunciare cioè per sempre e in via definitiva alla stola di ermellino esibita come ornamento della mozzetta (la mantellina rossa papale) proprio nelle maggiori feste tra cui quella del Natale». Nella petizione (che si può firmare online collegandosi al sito: www.firmiamo.it/papasenzaermellino) i promotori e in particolare il presidente nazionale di Aidaa Lorenzo Croce chiedono al Papa di: «rinunciare alla stola di Ermellino che nulla ha a che fare con i paramenti sacri. Nel rispetto della vita in tutte le sue forme e per ricordare che anche gli animali sono creature di Dio o comunque per chi non crede gli animali sono comunque creature senzienti che hanno diritto di vivere come tutte le altre e che al pari nostro soffrono e sentono dolore e paura quando vengono portate alla morte per soddisfare in brame umane in tutte le sue forme».«Per realizzare la stola papale - ricorda la nota - serve la pelliccia di oltre 25 ermellini che vengono brutalmente uccisi in maniera cruenta e violenta e questo non rappresenta sicuramente un segnale dell’amore verso le creature che popolano la nostra terra.
Le firme saranno raccolte fino alla fine di gennaiom poi una delegazione di firmatari e dei vertici di Aidaa chiederà un incontro con il Papa per poter consegnare l’appello sottoscritto e per chiedere anche che la Chiesa, una volta per tutte, riconosca il diritto alla vita anche degli animali, in quanto spesso abbiamo sentito il Papa parlare di tutela dell’ambiente ma mai ha specificato che anche gli animali sono creature di Dio e che come tali meritano di essere rispettate e soprattutto meritano di poter vivere come tutti gli altri esseri che popolano questa terra uomini compresi».
Giacomo Galeazzi - La Stampa