lunedì 28 marzo 2011

Fiume. Prete cattolico condannato per omofobia



IL PARROCO FIUMANO «OMOFOBO» CONDANNATO A 3 MESI

Franjo Jurcevic, controverso parroco croato dalle posizioni di destra ed ultra-nazionaliste, ha esultato sul suo blog per le violenze, perpetrate a danno del Gay Pride di Belgrado negli ultimi giorni, da parte di estremisti nel centro della città. “Vorrei dire bravo ai belgradesi normali che si sono opposti a questa manifestazione”, scrive Jurcevic nella sua pagina Internet; e se le autorità della città hanno autorizzato la parata, è perchè “questi mostri morali e psicopatici iniziano a dominare nei media, nei luoghi pubblici e nelle istituzioni”.

Perciò, ben vengano le botte: “I belgradesi hanno mostrato cosa pensano di questi malati di mente’, ed ha fatto male la polizia a mettersi in mezzo, invece di permettere alla “gente normale di farsi due chiacchere con i malati”. Le organizzazioni LGBT croate hanno già annunciato querela contro il presbitero, mentre l’arcidiocesi di Fiume avrebbe già preso ufficialmente le distanze dalle parole del prelato, che in passato non si è fatto problemi a difendere parole e comportamenti di noti criminali di guerra.


Fiume - Tre mesi di carcere con la condizionale di un anno. Verdetto di colpevolezza per Franjo Jurcevic, parroco di Castua (comune del Fiumano), condannato dalla corte del tribunale cittadino di Fiume, presieduta dal giudice Sandra Vuckovic, per avere commesso il reato di omofobia e discriminazione su base sessuale. Il controverso sacerdote, già al centro di clamorose prese di posizione sui serbi, sulle minoranze nazionali e sessuali e sulla pena di morte, è stato ritenuto colpevole per quanto dichiarato sul suo blog in merito al Gay pride di Belgrado dello scorso autunno.

Il controverso prete, peraltro mai stigmatizzato con fermezza dalle autorità ecclesiastiche quarnerine e croate, ha affermato che «molti belgradesi hanno esternato ciò che pensano di questi psicopatici e il mio unico cruccio è che siano rimasti feriti numerosi poliziotti. Le forze dell'ordine avrebbero dovuto mettersi in disparte, permettendo alle persone normali di discutere un pochino con questi malati». Le reazioni si sono sprecate, con don Jurcevic denunciato subito da alcune associazioni lesbiche. Nella motivazione della sentenza è stato rilevato che il parroco Jurcevic ha sostenuto gli atti di violenza perpetrati sulle strade di Belgrado, istigando all'odio e rinnegando i diritti delle minoranze sessuali.

Il verdetto del giudice Vuckovic, che peraltro è passato in giudicato in assenza d'appello, è stato commentato con soddisfazione dal gruppo lesbico Kontra e dal Centro per i diritti delle minoranze sessuali Iskorak. Nel comunicato diffuso da quest'ultima organizzazione si rileva che la condanna di don Jurcevic è un chiaro segnale, un messaggio all'opinione pubblica sull'inammissibilità di ogni sostegno o richiamo alla discriminazione e alla violenza nei confronti di qualsiasi comunità. Interessante rilevare che il contenuto della sentenza è apparso sul blog di don Jurcevic, ma senza alcun commento da parte del diretto interessato. Sia come sia, il parroco quarnerino non dovrà nei prossimi dodici mesi violare nuovamente l'articolo 174, comma 3 del Codice penale, che riguarda la discriminazione razziale e d'altro genere. In caso contrario, si beccherà tre mesi di reclusione.