mercoledì 16 marzo 2011

L'INUTILITA' MORALE DEI 10 COMANDAMENTI


Ho trovato molto interessante l' articolo di Jeffrey Myers «The Ten Commandments - Mostly Useless» sul blog Meaning Without God. Presenta un'analisi della moralità dei dieci comandamenti e della loro utilità; l'autore si chiede se il Creatore dell' Universo, avendo l' occasione di comunicare agli esseri umani i dieci ordini più importanti, sceglierebbe proprio quei dieci. La conclusione a cui giunge è che i dieci comandamenti sono «per lo più inutili e non hanno alcuna utilità morale o legale». Vediamoli. I comandamenti sono contenuti nel libro dell' Esodo, al capitolo 20.
Primo comandamento: 2 «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: 3 non avrai altri dèi di fronte a me. 4 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra.

5 Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, 6 ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandi.
Dio decide di manifestarsi agli esseri umani, di comunicare loro il proprio volere tramite dei comandamenti, di spiegare loro come comportarsi giustamente e virtuosamente; e quale comandamento dà per primo, quale ritiene il più importante? «Non avrai altro Dio all'infuori di me, perché sono un Dio geloso»! Secondo questo comandamento, la cosa più immorale che si possa fare è «farsi un'immagine di ciò che è lassù in cielo e prostrarvici davanti» (sono certo che i cristiani avranno elaborato un'ottima ragione per spiegare come mai farsi un'immagine di Gesù ed adorarla non infrange questo comandamento).

Secondo comandamento: 7 Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano.

Anche in questo caso, che Dio è quello che pone come secondo comandamento più importante quello di non pronunciare invano il suo nome? Se fossi Dio e dovessi fornire ad una popolazione primitiva le dieci disposizioni morali e legali più importanti, non mi verrebbe mai in mente di ordinare di «non pronunciare il nome di Dio invano»!

Terzo comandamento: 8 Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: 9 sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; 10 ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. 11 Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro.

Terzo comandamento, terza disposizione di scarso valore morale, utile solo per gratificare l'ego di questa divinità! La disposizione di riposare un giorno alla settimana potrebbe anche essere positiva, una sorta di tutela dei lavoratori, ma qui viene posta al terzo posto perché è il giorno in cui si è riposato Dio!

Quarto comandamento: 12 Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.

Il quarto comandamento è simile al precedente: avrà una qualche importanza morale onorare i propri genitori (anche se non tutti i genitori meritano di essere onorati), ma davvero questo è il quarto comandamento più importante per Dio?

Quinto comandamento: 13 Non uccidere.

Finalmente! Il primo comandamento degno di comparire nel decalogo delle dieci norme morali più importante è presente al quinto posto nei Dieci comandamenti! Certo, mi chiedo se fosse proprio necessario che venisse Dio in persona a spiegare al suo popolo che non si deve uccidere: praticamente tutte le culture coeve di quell'area (e, a dir la verità, praticamente tutte le culture di ogni tempo e luogo) avevano questo comandamento nel loro corpus legislativo... (tra l'altro, se questa norma fu data a Mosè sul monte Sinai, perché Caino fu punito per l'assassinio di Abele? Mica esisteva questa norma all'epoca...)

Sesto comandamento: 14 Non commettere adulterio.

Nulla da dire, su questo, costituisce una norma morale condivisibile. Magari sarebbe stato opportuno avvisare che lapidare gli adulteri non è il modo giusto di operare, dato che vìola il comandamento precedente, ma Dio aveva bisogno di parecchio spazio per il primo comandamento, evidentemente doveva essere più conciso per il sesto.

Settimo comandamento: 15 Non rubare.

Stesso discorso valido per il quinto comandamento: si tratta di una norma legale condivisibile, tanto condivisibile che è presente in tutte le culture. Era proprio necessario che fosse Dio a darla agli Ebrei? Prima dei dieci comandamenti, gli Ebrei si sottraevano le proprietà a vicenda?

Ottavo comandamento: 16 Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

Stesso discorso fatto per il quinto e settimo comandamento (chissà perché qui era importante specificare «contro il tuo prossimo»...)

Nono comandamento: 17 [...] Non desiderare la moglie del tuo prossimo [...]

Questo è un comandamento causa di infinite sofferenze, una sorta di psicoreato: qui non si proibisce di commettere adulterio (questo è coperto dal sesto comandamento, che è reso inutile dal nono), ma di desiderare la donna di qualcun altro. Nessuna civiltà, se non i regimi assoluti, ha mai pensato di punire un pensiero, un desiderio. Dio, tra i dieci comandamenti più importanti che ha da impartire all'umanità, ha messo la proibizione di desiderare una donna; dato che gli esseri umani hanno poco controllo sui propri desideri, specie quelli sessuali (che Dio avrebbe dato loro per permettere di procreare), sono quasi predestinati ad infrangere questo comandamento.

Decimo comandamento: 17 Non desiderare la casa del tuo prossimo [...], né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Stesso discorso del comandamento precedente: si punisce il desiderio, non l'effettiva sottrazione (che è già coperta dal settimo comandamento).


Lascio terminare Myers:

Dio avrebbe potuto fare molto di meglio. Invece di soddisfare l'ego di Yahweh e di punire lo psicopensiero, Dio avrebbe potuto dire:

Non vi discriminerete l'un l'altro sulla base del sesso, della nazionalità, della religione;
Non vi schiavizzerete l'un l'altro;
Non torturerete;
Darete uguale protezione per tutti sotto la legge;
Non priverete arbitrariamente i cittadini della loro proprietà;
Non arresterete, incarcererete o esilierete arbitrariamente;
Presumerete l'innocenza dell'accusato finché non sia riconosciuto colpevole;
Non interferirete con la privacy degli altri;
Garantirete la libertà di pensiero, di coscienza, di parola;
Garantirete sicurezza, benessere e istruzione a tutti;
Si potrebbe stilare un decalogo migliore di quello di Myers? Probabilmente sì, ma già questo è molto migliore di quello che un presunto Dio onnipotente, onnisciente, e onnibenevolente avrebbe dato al suo popolo. E in base al quale vivono miliardi di persone.

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