lunedì 28 marzo 2011

“IL REATTORE DI FUKUSHIMA ERA DANNEGGIATO: MI PAGARONO PER STARMENE ZITTO”



28 marzo 2011 - Sensazionale la rivelazione di un ingegnere giapponese.
Queste sono cose che non sembrano essere successe in Giappone. Sono storie che ti fanno pensare che tutto il mondo è paese, che tutti rubano alla stessa maniera. Una storia di coperture ad altissimi livelli, di corruzione, quasi. E che coinvolge una delle più grandi catastrofi della storia recente, sicuramente del paese del Sol Levante: il terremoto, poi tsunami, poi allarme nucleare nella centrale di Fukushima. E per un paese che ha fatto dell’indipendenza energetica fondata sull’ atomo la sua bandiera, una notizia come quella che è venuta alla luce nelle ultime ore, anche nulla di ciò che è successo fosse emerso dopo un terremoto tragico come quello dell’11 di marzo, sarebbe stato un problema.
DANNEGGIATO – Il reattore nella quarta centrale di Fukushima era compromesso. Difettoso, malfunzionante.

Lo si sapeva, lo si sapeva da molto tempo, e chi lo sapeva fu pagato per stare in silenzio. Per occultare, per accomodare in totale segretezza il danno. Gli ispettori della società che gestisce l’energia per Tokyo furono distratti con cene lussuose ed altre prebende. Tutto venne messo sotto silenzio, ed emerge ora, grazie ad uno scoop di Bloomberg, ripreso anche in Italia da alcuni blog.
Uno dei reattori nella centrale danneggiata di Fukushima avrebbe contenuto acciaio danneggiato ed incapace di contenere le radiazioni nel nocciolo, secondo un ingegnere che aiutò a costruire il sistema di contenimento quarant’anni fa. Mitsuhiko Tanaka afferma di aver aiutato a nascondere un difetto di manutenzione nel dispositivo da 250 milioni di dollari installato nella centrale di Fukushima numero 4 quando lavorava per una divisione della Hitachi nel 1974. Il reattore, che Tanaka chiama “una bomba a tempo”, era spento per manutenzione quando il terremoto dell’11 marzo ha causato uno tsunami di 7 metri che ha disabilitato il sistema di raffreddamento alla centrale, causando esplosioni e fuoriuscita di radiazioni.
Una bomba a tempo. Uno dei reattori di una delle centrali più vecchie ed inadeguate del Giappone era una bomba a tempo. Malfunzionante, danneggiato e coperto. Ed è solo per un miracolo che, quando lo tsunami è arrivato, il nocciolo fosse disattivato. Altrimenti, sarebbero stati dolori.

TUTTO ERA NOTO – L’ingegnere lo dice senza mezzi termini: se il nocciolo fosse stato operativo mentre la tragedia imperversava, di certo il contenimento non avrebbe retto. E la devastazione sarebbe stata ben maggiore.

“Chi sa cosa sarebbe successo se il reattore fosse stato funzionante?” ha detto Tanaka in un intervista rilasciata la settimana scorsa, tornato all’industria nucleare dopo il disastro di Chernobyl. “”Non ho idea di cosa sarebbe successo. Non so se avrebbe potuto sopportare un terremoto come questo. Ha un reattore danneggiato al suo interno”.

Lui sapeva. Lui ha nascosto il danno, è stato lui, ed è stato pagato per fare una cosa del genere. Ma non è stato in silenzio. Ha parlato, ha cercato di avvertire le autorità. Non è stato ascoltato da nessuno: nonostante abbia anche scritto un libro, che denunciava il pericolo nucleare in Giappone raccontando per intero la storia del Fukushima 4.

DANNI SERI – Oggi, dopo il terremoto, e dopo che 50 tecnici sono stati rinchiusi nella centrale per farla ripartire nonostante le radiazioni, Tanaka torna a raccontare. Il difetto era strutturale, all’interno del reattore. Lui, esperto tecnico nucleare, lo sapeva fin dall’inizio.

Tanaka afferma che la pressione del reattore all’interno dell’unità 4 di Fukushima era danneggiata fin dalle fonderie Hitachi a Kure City, nella prefettura di Hiroshima, durante l’ultima fase di produzione in un processo che durò 2 anni e mezzo e costò decine di milioni di dollari. Se il problema fosse stato scoperto, la compagnia avrebbe potuto perdere milioni di dollari e fallire. (…) I rinforzi che avrebbero dovuto essere inseriti dentro la fornace durante la costruzione sono stati o dimenticati o sono caduti quando il cilindro di contenimento fu fatto ruotare nella fornace. Dopo il raffreddamento dell’acciaio, i tecnici osservarono che i muri erano stati danneggiati seriamente. La costruzione aveva i parametri sballati, la lunghezza e la larghezza differivano per più di 34 millimetri, il che significava che avrebbe dovuto essere scartata, secondo le regole nucleari.

Insomma, un contenitore inadatto a sostenere lo sforzo nucleare viene prodotto, e male. La compagnia non vuole ripararlo, perchè in termini d’immagini ed economici costerebbe davvero troppo.

COPERTURE – Perciò, da ordine al team di Tanaka di trovare una soluzione. In silenzio, se possibile. Al resto avrebbero pensato loro, la dirigenza della Hitachi, incaricata di fornire alla TEPCO, la società che gestisce il nucleare per Tokyo, un buon prodotto. Gli ispettori della Tokyo Power vennero così dirottati, mentre Tanaka, in silenzio, inventava un modo per metterci una toppa.

Piuttosto che sacrificare anni di lavoro e rischiare la sopravvivenza della compagnia, il capo di Tanaka gli chiese di modificare il lavoro in modo che nessuno sapesse che fosse stato danneggiato. Tanaka aveva lavorato come ingegnere alla divisione nucleare della Hitachi, ed era noto per la sua abilità di programmatore. “Ho fatto risparmiare miliardi di yen alla compagnia”, dice Tanaka, “che afferma inoltre di essere stato insignito di un bonus di 3 milioni di yen e di un certificato che ne proclamava “gli straordinari sforzi”. “Al tempo, mi sentivo un eroe”, ha detto. Nel corso di un mese, Tanaka andò più volte di notte all’International Business Machine Corp, 20 chilometri da Hiroshima dove ha usato un supercomputer per ipotizzare una riparazione.
Allo stesso tempo, i lavoratori avevano coperto la costruzione danneggiata con un lenzuolo, dice Tanaka. Quando la Tokyo Electic mandò ispettori a visionare i progressi, la Hitachi li distrasse con prebende e cene, secondo Tanaka. Piuttosto che ispezionare il pezzo, passarono la giornata giocando a golf e rilassandosi alle terme.

36 anni dopo (tutto questo accade alla fine degli anni ’70), il reattore di Fukushima 4 è ancora attrezzato con la toppa che Tanaka ha progettato, di notte, in gran segreto. Una toppa che non avrebbe retto al terremoto. Solo un miracolo ha fatto sì che il reattore, quel giorno, fosse spento.

http://www.giornalettismo.com/archives/119416/il-reattore-di-fukushima-era-danneggiato-mi-pagarono-per-starmene-zitto/