mercoledì 30 marzo 2011

Mario diventa Laura con 36 euro. A spese della Asl. E Libero si arrabbia


30 marzo 2011 - Sul quotidiano di Belpietro il racconto di un’ operazione di cambio di sesso. Con lamentela sui soldi dei contribuenti sprecati
“Sono bastati 36 euro e una manciata di monete per far cambiare sesso a Mario, fiorentino 42enne, che ha così potuto coronare il suo sogno: vale a dire tornare a casa dal suo compagno nell’ hinterland di Firenze e farsi chiamare Laura”: comincia così un articolo di Libero a firma di Matteo Orsucci che racconta una storia di cambio di sesso:
Adesso c’è un futuro da parrucchiera che l’ aspetta, e insomma verrebbe da dire tanti auguri… Mario era infatti un transessuale che è ricorso alla tecnica di “transizione” grazie ad un’equipe dell’ ospedale pisano di Cisanello. Intervento andro-ginoide,
 dicono i saputi, vale a dire il passaggio da maschio a femmina. A capo dei chirurghi –che hanno operato nella Chirurgia generale 2 dell’Azienda ospedaliera universitaria – il dottor Girolamo Morelli, urologo, che dal 1995 si occupa di chirurgia urogenitale ricostruttiva all’ in – terno del programma di chirurgia urogenitale diretto dal professor Riccardo Minervini. Hanno fornito supporto nella fase preparatoria dell’ intervento anche il professor Paolo Miccoli e il professor Paolo Vitti (per quanto concerne la parte endocrinologica).
Il problema, spiega Libero, risiederebbe nel fatto che l’operazione è stata a carico della Asl:
Pisa si unisce quindi al ristretto gruppo di centri italiani (Bari, Bologna, Napoli, Roma, Torino e Trieste) dove viene effettuato questo tipo di intervento. Insomma un bel vanto almeno dal punto di vista scientifico. Una conquista pionieristica. Non fosse che il cambio di sesso, lo indica la cifra, è stato non a carico del paziente ma del sistema sanitario nazionale, come peraltro prevede la legge 164 del 1982. Nulla di sconcertante, non fosse che la sanità toscana non è poi così al passo coi tempi, nonostante il sensazionalismo di certe trovate e abracadabra chirurgici.
Dalla Asl però fanno notare che i costi dell’operazione sono pressoché nulli:
In tutto questo contesto si inserisce la decisione di varare un piano rivolto alle persone con disturbo d’identità di genere (i transessuali in pratica) e accollarsi la loro scelta di passare all’altra metà del cielo. Soluzione impopolare che cozza con liste di attesa lunghissime e costi della sanità. «Stiamo comunque parlando di costi chirurgici pressoché nulli dal momento in cui non si richiedono in sala operatoria particolari attrezzature », commenta Morelli, autore dell’inter – vento. Pare infatti che anche le cure pre e post chirurgiche tra psichiatra e ormoni non siano così dispendiose. «Costa molto di più un trapianto di pancreas», fanno sapere dall’equipe. Forse. Però senza pancreas si muore, esser uomo (o donna) non ha mai ammazzato nessuno invece.
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