mercoledì 16 marzo 2011

IL PRETE SCOMUNICATO PERCHE' TROPPO BUONO


15 marzo 2011 - Ha benedetto unioni omosessuali nelle carceri catalane, difende l’ aborto, guarda favorevolmente all’ introduzione del sacerdozio femminile: è Padre Manel. Uno che non piace al suo Arcivescovo.
Il giornalista Francesc Buxeda gli ha dedicato un libro intitolato “Padre Manel: Més a prop de la terra que del cel’”, nel quale spiega la religiosità intensa e l’ applicazione sopra le righe della morale cattolica di questo sacerdote delle barricate. Figura controversa che pratica un sacerdozio che si può definire eterodosso, Padre Manel Pousa si trova ora pendente sulla testa un procedimento di scomunica, avviato contro di lui dall’Arcivescovo di Barcellona, Lluís Martínez Sistach. L’ arcivescovo gli aveva già fatto pervenire un “avvertimento ufficiale” quando Padre Manel aveva lasciato abortire una giovane

per evitarle una morte per dissanguamento. Il libro è la goccia che fa traboccare il vaso e le alte sfere ecclesiastiche si sono decise.
AMICA SPECIALE – Il libro spiega come negli anni si cresciuta la popolarità e la forza della fondazione di Padre Manel. Ma parla anche di quando il sacerdote ha benedetto matrimoni gay, della sua simpatia per il sacerdozio femminile, della sue presa di posizione a favore dell’aborto. Tra le altre cose, il sacerdote racconta anche di avere “un’amica speciale”, con la quale peraltro non convive né ha rapporti sessuali.

BARRIO DE LA TRINIDAD - Manel Pousa, nato nel 1945, guida una parrocchia nel Barrio de la Trinitat, la cui canonica è stata convertita in casa di accoglienza per ex-detenuti. Visita le carceri catalane, aiuta i bambini dei quartieri più poveri e le famiglie disagiate, raccoglie fondi privati e pubblici per la sua fondazione, nata per finanziare queste iniziative. È un prete che fa tanto, per tanti, seguendo alla lettera il motto che la chiesa cattolica utilizza nello spot in cui chiede l’8xmille.

IMPEGNO SOCIALE - Secondo la normativa canonica, la cooperazione a un aborto comporta la scomunica. Il procedimento amministrativo in atto, secondo l’arcivescovo, “non impedisce di riconoscere l’impegno sociale che il sacerdote ha profuso nel corso degli anni al servizio dei più deboli.” Santo finché si vuole, insomma, ma Padre Manel va allontanato, perché pare sia difficile farlo tornare dei ranghi.

http://www.giornalettismo.com/archives/117768/il-prete-scomunicato-perche-troppo-buono/