mercoledì 30 marzo 2011

L' affermazione del Cristianesimo: Reperti e Reliquie


Gesù non ha lasciato traccie materiali e concrete della sua esistenza.
- Non esistono evidenze fisiche della vita di Gesù: nessun manufatto, lavoro di carpenteria o scritto di propria mano. Neppure resti mortali. Tutto ciò che si sa di lui è scritto da altri. Tutto fu scritto dopo la sua morte. Nessuno degli scrittori ha mai incontrato Gesù. Questi scritti sono assolutamente falsi. Anche allora, come oggi, si viveva in un mondo infestato da credenze di demoni, Ufo e Mostri di Lochness.-
Jim Walker (Rif. 366). Eppure la chiesa ha sempre cercato di proporre (e sfruttare commercialmente) determinati reperti privi di qualsiasi attendibilità e fondamentalmente falsi, sapendo che è la fede degli sprovveduti a farli diventare sostanzialmente veri.

- IL PREPUZIO
Misteriosamente scomparso dopo la circoncisione,
 il reperto riappare a Roma all'inizio dell'800 e.v. ritrovato dal papa Pasquale I (uomo davvero fortunato)! Venne in seguito custodito nella chiesa di Calcata, vicino a Viterbo, ove, per secoli attirò folle di "devoti" estasiati.
Improvvisamente, pochi anni or sono, il reperto sparì dalla chiesa e non se ne seppe più nulla. La stampa, opportunamento addomesticata, evitò di dare troppo rilievo al fatto lasciando credere che la reliquia fosse stata rubata.
Ma la cosa più eclatante è che, nello stesso periodo, in Francia, nella chiesa di Puy-en-Velay veniva devotamente adorato un altro "autentico" prepuzio di Gesù.
(Rif. 712)
Altro prepuzio, che va per la maggiore, è quello conservato a Charroux (Francia) ed esposto annualmente all'adorazione dei fedeli.
(Rif. 760)  

- LA VERONICA
Riportiamo una notizia ANSA del 31/5/1999 che ci fornisce esaurienti notizie riguardo a questa reliquia. Un altro colpo di fortuna nell'imminenza del Giubileo 2000.
Ho ritrovato il velo della Veronica - Londra
Il velo della Veronica, che, secondo tradizioni cristiane non riportate dai Vangeli, una donna dette a Gesù Cristo che saliva la "Via Crucis" per detergersi dal viso il sangue e il sudore e così vi restò impressa la sua immagine, secondo il "Sunday Times" di ieri sarebbe stato ritrovato in un monastero dei frati cappuccini a Manoppello, sull'Appennino in provincia di Chieti.
La scoperta è di Heinrich Pfeiffer, docente di Storia dell'arte cristiana all'università Gregoriana di Roma, il quale oggi, secondo il giornale, farà una conferenza stampa per presentare i risultati di oltre dieci anni di ricerche. Quasi quattro secoli dopo la sua scomparsa, ricompare così una delle più pregiate reliquie della cristianità, considerata per secoli da milioni di cristiani come la vera immagine del viso di Cristo. Tracce della leggenda della Veronica sono riscontrabili a partire dal quarto secolo dopo Cristo, ma solo nel Medioevo essa viene messa in diretto rapporto con le sofferenze di Cristo.
Dal XII secolo al 1608 la Veronica fu conservata a Roma, nella basilica di San Pietro. Nel 1608 papa Paolo V ordino la demolizione della cappella dove era conservata la reliquia, che fu data agli archivi vaticani. Da allora non è stata più vista e il Vaticano non ha mai spiegato la sua scomparsa.
A Manoppello Pfeiffer ha trovato un velo quasi trasparente, che misura 17 cm. per 24 cm.. Segni marrone-rossastri sulla sua superficie tratteggiano la faccia di un uomo con barba e capelli lunghi e gli occhi ben aperti, che diventa visibile a seconda dell'angolazione della luce. Secondo i documenti conservati al monastero dei Cappuccini, la moglie di un soldato nel 1608 vendette il velo, per ottenere il rilascio del marito dal carcere, a un nobile di Manoppello che lo cedette poco dopo ai Cappuccini. Nel 1618 esso fu messo tra due lastre di vetro, e incorniciato da un listello di noce sbalzato con argento e oro. Da allora è sempre rimasto lì.
L'immagine sul velo, assicura Pfeiffer, non è dipinta. Ma le sorprese non finiscono qui: ingrandimenti fotografici digitali del velo hanno permesso di confrontare il viso con quello della Sindone, il telo mortuario nel quale secondo un'altra importante tradizione cristiana fu avvolto il corpo di Cristo deposto dalla croce. Le due immagini rappresentano strabilianti rassomiglianze, che vanno dalla stessa forma del viso, ai capelli lunghi, a una ciocca di capelli sulla fronte, alla stessa forma della barba.
Analisi di laboratorio aiuteranno a capire l'origine del velo di Manoppello, anche se è probabile che i risultati apriranno furiose polemiche come avvenne con la Sindone, che nel 1988, con esami al carbonio-14 fu datata tra il 1260 e il 1390. (ANSA)
- LA SINDONE
A parte il fatto che qualche anno fa un bello spirito si è preso la briga di contarne oltre 40, quella attualmente esibita in bottega è conservata a Torino.
Sottoposta nel 1988 ad esami mediante carbonio-14, si stabilì che la sua origine poteva collocarsi tra il 1260 ed il 1390; malgrado ciò viene periodicamente ostentata.
Oltre tutto le due immagini, la frontale e la dorsale, differiscono in lunghezza di ben quattro centimetri.
Il Prof. A. Piazzoli, ordinario di fisica all'Università di Pavia, ritiene che:
"L'immagine della Sindone di Torino non può essere stata provocata da un corpo avvolto, nè morto nè vivo, nè sudato nè spalmato, nè dipinto, nè emanante qualunque forma di un'improbabile radiazione. E ciò per una semplice ragione di geometria euclidea: l'impronta del volto (limitiamoci a questo) stesa su un piano apparirebbe deformata, poichè il modello non era piano".
Recentemente due studiosi inglesi (C.Knigth e R.Lomas-Rif. 376) hanno avanzato una interessante ipotesi. Ritengono che l'immagine riprodotta sul lenzuolo funebre sia quella di JACQUES DE MOLAY (1294-1314), l'ultimo maestro della setta dei Templari, arrestato nel 1307 e inchiodato (per i polsi!) ad una porta, da uno zelante inquisitore, per farlo confessare e ...salvargli l'anima.


Altri ritengono trattarsi del Gran Maestro templare GUGLIELMO DI BEAUJEU (1273-1291)
Infine, secondo il Vangelo di Giovanni Rif. 020 Gesù è stato inchiodato per i palmi e non per i polsi.
Prima della Rivoluzione Francese esisteva una Sindone conservata all'interno della cattedrale di Besançon. Questa reliquia veniva esposta una volta all'anno dal balcone dell'arcivescovado provocando, a volte, scene di isteria collettiva. Per ordine della Convenzione Nazionale, nel 1793, questo grosso lenzuolo fu sequestrato ed inviato a Parigi dove venne frazionato in bende e pannolini per la medicazione dei degenti dell'ospedale Hôtel Dieu di Parigi.
Rif. 448
Un'altra Sindone, o qualcosa di simile, si trova (o si trovava) ad Urfa in Turchia (l'antica Edessa).
Al di là di ogni interpretazione cosa dimostra infine la Sindone? Che un ignoto individuo, in epoca non definita, è morto, ma non che sia resuscitato. Mi pare si voglia trasformare un curioso, macabro reperto da museo in una testimonianza di fede.
- LA VERA CROCE"Rinvenuta" nel 1068(a.u.c.), 315(e.v.), da Elena, madre di Costantino I, per quasi un secolo venne ignorata come oggetto di culto, in quanto ai primi cristiani (seguaci di una forma di ebraismo illegittimo ed apostata) non importava granchè di come era morto Gesù.
Solo dopo il 390(e.v.) la croce diventa simbolo ed oggetto di devozione della cristianità. Su questo reperto si è detto di tutto salvo quando e come sia sparito dalla circolazione, il che fa pensare che questa croce non sia mai esistita.
In compenso esiste in circolazione una quantità enorme di schegge della croce che se accorpate basterebbero a costruire un vascello da 100 cannoni (Voltaire)
Nei pressi di Alessandria(Italia), intorno agli anni '50 del secolo scorso, esisteva ancora un convento dove tutte le monache (ed erano tante!) possedevano una scheggia della vera croce.
(Rif. 712,995)

- ALTRE RELIQUIESparse un po' ovunque e pubblicizzate quando serve a far soldi, vengono proposte alla devozione dei fedeli:
. la lancia di Longino
. brani del vestito di Maria Vergine
. grummoli del suo latte
. forfora dei suoi capelli
. penne cadute dalle ali dell'arcangelo Gabriele durante le sue continue missioni in terra
. una camicia ed un sudario della Vergine (cattedrale di Chartres) . ecc. ecc.
Rif. 448
NOTA - LE MADONNE PIANGENTI
Anche se hanno poca attinenza con questa trattazione, meritano una nota. Anni or sono, prima della Perestroika, a Leningrado, presso il Museo di Storia delle Religioni (Ex Cattedrale di Kazan - Nevskij Prospekt) era possibile far piangere alcune madonne, dipinte su icone, introducendo nell'apposita fessura, un monetina da 10 copeki.
(L'autore ne ha fatto personale esperienza).
Questa è una nota di agenzia ANSA del maggio 1999:
Intervista a Radio vaticana - Il gesuita boccia le Madonne piangenti "Sono tutte false".
Città del Vaticano. Madonne che piangono, stimmate, presunte possessioni diaboliche, spiritismo: sono per lo più manifestazioni che si presentano in momenti di crisi religiosa dell'uomo che ha "bisogno di aggrapparsi a qualcosa, di aver qualcosa al disopra di lui". L'ha spiegato alla Radio Vaticana il gesuita Josè Maria Pilon, parapsicologo, autore di libri su questi fenomeni. Per padre Pilon, che si basa più che altro sulla sua esperienza spagnola e non cita il caso di Civitavecchia, tutti i casi di Madonne piangenti "alla fine si sono dimostrati falsi, cioè provocati artificialmente".(ANSA)
Le statue piangenti non sono una invenzione prettamente cristiana. Nell'antica Roma, in determinate occasioni, si facevano piangere le statue di Giunone e di Minerva.
In India piangono la statua della dea Laksmi e quella della dea Parvati; quest'ultima ha pure un regolare ciclo di "sacre" mestruazioni.
Una curiosità: secondo le tradizioni induiste pare che un coito tra Shiva e la compagna Shikta durasse ben 25 anni!
--------------------------------------------------------------------------------

Risale probabilmente a quest'anno il primo decreto antisemita, con il quale si proibisce, pena la morte, il proselitismo giudeo.
Questo decreto verrà, nel corso dei secoli, reiterato infinite volte, sino al Concilio Vaticano II (1960) quando, guarda caso, verrà annunciato che gli ebrei sono i nostri ...più amati fratelli.

Questo è ciò che si dice: aver la faccia come il sedere!

ANNO: 324 (e.v.)

Costantino, sconfitto e ucciso Licinio, è diventato imperatore unico dell'impero romano. Dà pertanto inizio, a Bisanzio, ai lavori per la costruzione della sua nuova capitale. I lavori termineranno nel 330 e.v. e la nuova città assumerà il nome di Costantinopoli.


ANNO 325 (e.v.)

Costantino I si era avvicinato alle sette neo-cristiane per una serie di validi motivi:
aveva trovato, in un contesto di individui turbolenti, un importante aiuto per risolvere i suoi problemi con Massenzio, al ponte Milvio;
il cristianesimo gli offriva la facile, ipocrita scappatoia dell'assoluzione per gli omicidi a danno dei suoi familiari e dei suoi amici; cosa che non era riuscito ad ottenere dal culto mitraico, che non vedeva di buon occhio un tale assassino;
infine il completamento e l'appagamento della sua smodata ambizione di potere: diventare, oltre che unico imperatore, anche pontefice (cesaropapismo), concentrando in tal modo, nelle sue mani, tutti i poteri dello stato. Un impero con un solo dio, una sola fede e un solo imperatore.
O forse, come qualcuno sostiene, si decise di mettere d'accordo le varie sette cristiane per motivi di "ordine pubblico" interno, senza pensare più di tanto ad un suo personale tornaconto.
Opinione alquanto discutibile visti gli omicidi che la storia gli attribuisce.

Per ottenere questo era necessario fondere in una unica "religione di stato" tutti i culti presenti in Roma e nei territori dell'impero.
Impresa non da poco! Costantino si mette in moto ed ordina un concilio straordinario a Nicea (oggi Iznik) dove riunisce tutti i capi delle numerose sette neo-cristiane (oltre 80!), provenienti da Alessandria, Antiochia, Atene, Gerusalemme, Roma, ecc. Ma non basta: occorre anche la presenza dei rappresentanti dei culti piu' importanti dell'Impero Romano, che potrebbero rappresentare un serio ostacolo all'affermazione di un "cristianesimo di stato", succube ed asservito al potere imperiale.
Tratto da: www.alateus.it/breviario.htm