mercoledì 16 marzo 2011

Maxi operazione antipedofilia


Reggio Emilia, 16 marzo 2011 - L'operazione antipedofilia ‘Rescue' tocca anche Reggio Emilia. L'indagine, coordinata da Europol contro la più grande rete internazionale di pedofili con collegamenti in varie parti del mondo, ha già portato all'arresto di 184 persone in 14 Paesi. Inoltre, sono 670 gli indagati e 230 i bambini vittime di abusi sessuali identificati.

Oltre a Reggio, sono 13 le città in Italia in cui sono state disposte perquisizioni a carico di persone ritenute responsabili di divulgazione di materiale pedopornografico e di apologia di delitto: Bari, Bergamo, Como, Cuneo, l’Aquila, Milano, Monza, Napoli, Reggio Calabria, Torino, Varese, Venezia e Udine.

La maggior parte degli indagati ha confermato di essere utente registrato in siti pedofili: tra questi, impiegati, professionisti, studenti, un pensionato, un seminarista e un allenatore di basket per bambini. La loro età media è di 30 anni. L’indagine è partita in seguito all’identificazione di un bambino siciliano coinvolto in immagini pedopornografiche e segnalato alla polizia postale da don Fortunato Di Noto, il parroco di Avola (Siracusa) fondatore dell’associazione antipedofilia Meter, che ha portato all'arresto di uno studente calabrese di 24 anni che avrebbe abusato del bimbo conosciuto in un’altra regione durante una vacanza. Nell’abitazione dello studente è stato sequestrato materiale informatico prodotto in proprio. La famiglia della vittima, che nei giorni scorsi è stata sentita dalla magistratura, è estranea alla vicenda.

La polizia postale di Catania, diretta dalla Procura distrettuale, e in particolare dai procuratori aggiunti Michelangelo Patanè e Marisa Scavo, ha intercettato settantamila iscritti in tutto il mondo in siti pedopornografici. I Paesi coinvolti sono Australia, Belgio, Canada, Grecia, Islanda, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

Le indagini della Procura distrettuale hanno permesso di scoprire che il server di riferimento si trovava ad Amsterdam in Olanda. Il coordinamento di Eurojust, struttura composta da magistrati europei, che indaga su inchieste che coinvolgono i Paesi dell’Unione europea, ha permesso di scoprire la rete di pedofili.

fonte Agi