martedì 29 marzo 2011

«L’ OCCIDENTE È SUPERIORE. DOBBIAMO BANDIRE IL CORANO



Parla il leader del Partito della libertà olandese: «I singoli Paesi impediscano l’ islamizzazione dell’ Europa».
di Angelo Mellone.
Geert Wilders guida il Partito della libertà olandese. Leader controverso e controcorrente. Le sue battaglie contro il pericolo dell’ «islamizzazione europea» lo costringono a condurre una vita blindata. E in un hotel trasformato in bunker lo incontriamo, prima che tenga una conferenza organizzata dalla fondazione Magna Carta di Francesco Valli e Gaetano Quagliariello.
Lei sostiene che il multiculturalismo è collassato.
«Questo lo dice lei. Moltissimi sostenitori del multiculturalismo sono al potere. Noi occidentali stiamo perdendo la consapevolezza di ciò che siamo. Il nostro senso di identità è stato divorato dal relativismo. Io non auspico certo il monoculturalismo

ma quella che i tedeschi definiscono Leitkultur, “cultura dominante”, ovvero la civiltà giudaico-cristiana e umanistica. Non ho paura a sostenere la superiorità dei valori occidentali».


Affermazione tacciabile di intolleranza.
«Macché. È in Occidente che si è realizzata la separazione tra Chiesa e Stato, è qui che ogni donna o uomo, credente o non, può vivere come vuole senza timore di essere perseguitato. Questa ci rende differenti dall’Islam. Il grande pericolo che abbiamo sotto gli occhi è l’islamizzazione dell’Europa, anche se le élite multiculturaliste che prosperano nell’Unione europea se ne accorgono».

Dunque non crede alla possibilità di un Islam “europeo” e “moderno”.
«No, non sarebbe più Islam. Guardi cosa accade di là dal Mediterraneo: i manifestanti egiziani chiedono più democrazia e poi, qualche ora dopo, maltrattano le donne che sono scese in piazza con loro. I musulmani credono al Corano, che è parola di Dio e non ha bisogno di interpreti, e il Corano è solcato dall’odio verso il non-musulmano: noi occidentali siamo apostati, punto e basta. Con questi presupposti, come puoi costruire una convivenza democratica? I singoli musulmani che si vogliono integrare sono sempre posti di fronte alla scelta tra la fedeltà all’Islam o ai valori occidentali di tolleranza, democrazia, libertà di parola».

Lei vuole bandire il Corano: ma che fa, oppone intolleranza a intolleranza?
«Buona domanda. Consideri la realtà olandese, dove abbiamo la più alta percentuale di immigrati e il 6 per cento di residenti che è musulmana. I liberalprogressisti hanno vietato il Mein Kampf da decenni, perché incita all’odio razziale. Allora dico: impediamo la diffusione del Corano, antisemita quanto il manifesto hitleriano. È una provocazione, certo, ma voglio mettere a nudo le contraddizioni del multiculturalismo».

Si definirebbe un conservatore?
«Culturalmente, sì. Epperò io e il mio partito conquistiamo sempre più consensi perché spiazziamo i nostri avversari superando le vecchie etichette politiche. Per esempio sosteniamo il rafforzamento del welfare, e questa sarebbe una posizione di sinistra. Il nostro programma integra posizioni conservatrici, liberali e progressiste».

Ecco. Il suo partito propone l’inserimento dei valori giudaico-cristiani nella Costituzione olandese. Eppure lei sostiene anche la way of life alla olandese, massimamente aperta ai diritti civili. Per esempio, è favorevole ai matrimoni omosessuali?
«Sì. Il mio partito è il più votato dalla comunità omosessuale olandese. E questo non è in contraddizione coi moltissimi voti che ci arrivano dai credenti, cattolici, protestanti e persino di altre religioni, perché tutti sanno che il processo di islamizzazione mette in pericolo la libertà di donne, omosessuali, non islamici».

Posizioni differenti dalla maggior parte dei movimenti di estrema destra.
«Che infatti mi odiano perché sostengo Israele e i matrimoni omosessuali».

Fermare i flussi migratori dal mondo musulmano: è davvero possibile?
«In democrazia, ogni cosa è possibile. Ma i singoli Stati nazionali europei devono riappropriarsi della loro identità e della loro sovranità».

Qual è il suo leader politico italiano preferito?
«Non c’è. Ma adoro Oriana Fallaci».