domenica 24 aprile 2011

LA RELIGIONE FEMMINISTA DI GUGLIELMA LA BOEMA E MAIFREDA



DUE NOBILDONNE VISSUTE A MILANO NEL 1200 E CONDANNATE DALL' INQUISIZIONE.
L' ERESIA: Ritenevano che lo Spirito Santo avesse natura materna.
A rileggere la storia delle donne, la loro storia di ieri e dell'altro ieri, quando se ne stavano silenziose e sottomesse al mondo maschile, si ha l'impressione che periodicamente, da sole oppure in piccoli e meno piccoli gruppi, abbiano fatto delle sortite clamorose dal recinto al quale erano assegnate, delle azioni spettacolari e memorabili, anche se brevi, in quanto generalmente bloccate e ricomposte in fretta e in buon ordine.

Il misterioso movimento a maggioranza femminile,
 nato e soffocato a Milano nella seconda metà del 1200, di cui racconta Luisa Muraro nella recente edizione corretta e aggiornata del suo libro Guglielma e Maifreda.
 Storia di un'eresia femminista, pare appunto una di queste audaci e, occasionalmente molto funeste, fughe in avanti. Guglielma era figlia del re di Boemia, finita chissà come a Milano e accolta nel convento cistercense di Chiaravalle; Maifreda da Pirovano era cugina di Matteo Visconti, signore della città. Le due donne forse neppure si conobbero ma, dopo la morte della prima, la seconda si mise al suo servizio rielaborandone e diffondendone la dottrina in un gruppo di devoti, nobili, borghesi, popolani, medici, avvocati, commercianti, artigiani e, soprattutto, tra le loro mogli, madri e figlie. La principessa boema, venerata come una santa oltre che da questi suoi fedeli anche dai monaci dell'abbazia di Chiaravalle, pur senza mai sostenerlo apertamente, aveva in qualche conversazione accennato alla possibilità di essere l'incarnazione dello Spirito Santo, di natura divina dunque.
La nobildonna milanese, badessa del convento delle Umiliate, ne radicalizzò il pensiero teorizzando un Dio femminile nelle sembianze di Guglielma, della quale si proclamò vicario in terra, senza esitare, di conseguenza, a distribuire l' eucarestia e, almeno in un'occasione, a celebrare messa. Ovvio che non ci volle molto perché l' Inquisizione, esercitata dai Domenicani del convento di Sant'Eustorgio, si accorgesse della piccola comunità di eretici. E finì come doveva finire, con il rogo: per suor Maifreda, per Andrea Saramita, teologo, amministratore e scrivano del gruppo, per una mite e pasticciona suor Giacoma e forse per altre consorelle; e, in aggiunta, anche per i resti mortali, riesumati dalla tomba di Chiaravalle, di Guglielma.
Questa è la storia, ricostruita da Luisa Muraro in base agli atti dei processi, miracolosamente giunti fino a noi, visto che l'intero archivio dell'Inquisizione milanese è andato distrutto. La leggenda, invece, sopravvissuta per secoli, ha, come da copione - forse per giustificare in qualche modo la spietatezza delle punizioni -, trasformato rapidamente un'eresia teologica in una storia boccaccesca di sesso sfrenato, orge e scambi di coppie: agli occhi del popolo certamente più gravi che un passo falso dottrinale. Sullo sfondo della vicenda si muovono vari elementi che vanno al di là del fatto strettamente religioso, contribuendo a mettere molta legna al fuoco.
Non solo le lotte per la supremazia locale tra due importanti istituzioni milanesi come l'abbazia di Chiaravalle e il convento di Sant'Eustorgio, e tra due potenti ordini monacali, quello cistercense e quello domenicano, ma anche i contrasti tra papa Bonifacio VIII e gli orgogliosi signori di Milano. Infine, il fattore "femminista".
L'autrice stessa ammette di aver usato questo termine più che altro per provocare ma, a parte il fatto che il sacerdozio femminile nella chiesa cattolica è un'istanza femminista, non è escluso che la nobile, colta, energica e intelligente Maifreda - come ce la restituiscono le carte del processo - sia finita badessa di un convento e poi sul rogo in quanto convinta che una donna valesse esattamente quanto un uomo: non disposta quindi a sottomettersi né a un marito né a un prete. Per quel che riguarda la natura femminile di Dio, ne ha riparlato un papa, spiegando che Dio è anche madre. Molti secoli dopo, però.

Il libro: Luisa Muraro, Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista, La Tartaruga editrice, pagine 285, euro 14, 40