lunedì 11 aprile 2011

GLI ATEI NON ESISTONO (e neanche questo articolo)

Recentemente un'amica ha sottolineato che la mia condizione di ateo non é di fatto possibile.
Ella ha, infatti, sottolineato che l'asserire di non credere in qualsivoglia entità,
presume l'ammissione dell'esistenza dell'entità stessa,

in quanto essa non sarebbe altrimenti utilizzabile come soggetto.
...
Non ho avuto tempo, né era l'occasione giusta per intavolare il discorso,
ma spero di poter discutere in futuro con lei di questo argomento.
...
Tuttavia riflettendoci, sono rimasto nuovamente deluso dal sistema universitario del nostro paese, nel notare come venga tutt'oggi venduta come attuale una filosofia confutata.
...
Sia chiaro, come scienziato apprezzo molto la filosofia... ma non l'approccio che se ne ha in alcune le sue forme.
...
Alla filosofia si deve la maggior parte delle scoperte scientifiche dello scorso millennio...
e la stessa matematica deriva dalla filosofia...
...
Come ogni affermazione scientifica, le affermazioni filosofiche erano sottoposte a numerosi tentativi di confutazione.


La confutazione di una ipotesi, od anche di una teoria, la invalida o la limita al suo insieme di validità.

L'affermazione in oggetto, in particolare, é facilmente confutabile ( o diversamente interpretabile, nel qual caso, comunque, non mantiene il significato voluto )
Supponiamo valga il significato voluto (esistenza del concetto=esistenza fisica... ovvero per esistenza di Dio non si intende il solo concetto di divinità, ma l'esistenza della divinità vera e propria)

(1) Affermare che gli atei non esistono perché essi asseriscono di non credere in DIO e "non si può asserire di non credere in qualcosa, perché nell'affermare ciò si ammette l'esistenza di quel qualcosa,
e questo, perché la stessa negazione di un qualcosa ne presuppone l'ammissione di esistenza"(e quindi affermare che non si può credere che esista un ateo)

significa giungere ad un paradosso...
Perché a questo punto, potrei, senza commettere azioni scorrette, cambiare il soggetto...e sostenere che:

(2) "Non si può asserire di non credere negli ATEI, perché nell'affermarlo si ammette l'esistenza degli ATEI,

e ciò sempre in virtù del fatto che la stessa negazione di un qualcosa ne presuppone l'ammissione di esistenza"

...Ora... la (1) e la (2) vanno in contraddizione==>considerarle entrambe vere sarebbe un paradosso...

Inoltre, più banalmente, con questo principio, si potrebbe asserire che:

"non si può non credere in babbo natale", o "nella befana", o "nei folletti", o "nel mago di Oz"...
sempre perché la stessa negazione di un qualcosa ne presuppone l'ammissione di esistenza"
... il che, oltre all'andare contro il buon senso, porta a non poter fare a meno di credere A TUTTO ed anche al CONTRARIO DI TUTTO... il che porta nuovamente ad una contraddizione.In realtà non esiste, tra l'altro, neanche una giustificazione precisa del perché "la stessa negazione di un qualcosa ne presupponga l'ammissione di esistenza"...
(che posta così rischia di cadere come  il rasoio di Occam: un frate francescano che, cercando di difendere la fede con la logica a momenti l'affossava.... :-)quando la chiesa tentava di avvalorare l'esistenza di DIO rispondendo alla domanda: "chi ha creato l'universo?"rispondendo : "Dio ha creato l'universo!"Davanti alla domanda:"chi ha creato Dio?" William of Ockham, noto in italiano come Guglielmo di Occam, ha risposto che la domanda era superflua, per quanto ne sappiamo potrebbe "essere sempre esistito"...
e si diede, così, la zappa sui piedi, infatti l'affermazione di Occam «Dio, che è sempre esistito, ha creato l'universo» fu facilmente sostituita con «l'universo è sempre esistito»

...
Esistono innumerevoli concetti la cui esistenza fisica sul piano reale é negabile, senza incorrere in paradossi.

... ma c'é da dire che non é tutta sbagliata l'affermazione della mia amica...Probabilmente la sia filosofia faceva riferimento al "concetto di entità", di cui si nega l'esistenza...

ovverosia,

 "se io affermo che QUALCOSA non esiste", identifico quel QUALCOSA con un concetto. Pur potendo non esistere quel qualcosa, NON PUO' NON ESISTERE IL CONCETTO DI QUEL QUALCOSA....
Ad esempio, posso affemare di NON CREDERE IN BABBO NATALE, nel senso che esso come persona reale non esista... ma nell'affermare ciò ammetto l'esistenza del concetto dell'entità di BABBO NATALE....

...

La filosofia é un'arma valida, purché utilizzata sul piano razionale e che se confutata, va tenuta di conto solo da un punto di vista storico.Un ultima nota... spesso si confonde il concetto di ATEO con AGNOSTICO... Sono simili ma non uguali...
In via generica il termine agnosticismo (dal greco a-gnothein let. non sapere) indica un atteggiamento concettuale con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha (o non se ne può avere) sufficiente conoscenza. In senso stretto è l'astensione sul problema della realtà del divino.
Un ATEO compie un passo in più, abbracciando l'antico principio latino "Affirmanti incumbit probatio" «la prova tocca a chi afferma»... L'onere della prova è dunque sulle spalle del credente.È lui che afferma l'esistenza di una o più divinità, e tocca quindi a lui dimostrare tale esistenza.Il non credente afferma che esiste l'universo, il credente afferma che esiste l'universo e, in aggiunta, Dio: fornire verifica di quell'aggiunta è suo compito.La situazione è paragonabile a una causa giudiziaria: è l'accusa che, in un tribunale, deve condurre delle prove a sostegno della propria tesi; la difesa deve al massimo invalidare le suddette prove, non di certo fornire alla giuria una dimostrazione di innocenza nei confronti di un'accusa infondata.È quindi necessario, secondo questo principio, che gli stessi credenti si facciano carico dell'onere della prova, a sostegno delle loro affermazioni.
Come ha sostenuto Christopher Hitchens citando Euclide, «ciò che può essere asserito senza prove concrete può essere anche rifiutato senza prove concrete».Se per credere in Dio bisogna rinunciare alla ragione e sostenere che la ragione umana è troppo presuntuosa quando pretende di dire la sua su questioni che «la ragione stessa non può dimostrare», allora si può teoricamente credere a qualunque cosa, anche a una teiera di porcellana orbitante tra la Terra e Marte.