domenica 17 aprile 2011

MORTA LA TESTIMONE DI GEOVA CHE RIFIUTÒ LA TRASFUSIONE



La figlia chiese l'intervento dei giudici: ma nessuno può imporre una cura medica se il paziente è in grado di intendere e di volere.
GENOVA
È morta per rispettare fino in fondo il suo credo religioso, nonostante sua figlia avesse invocato l’intervento della magistratura per salvarle la vita. Annunziata Iannicelli, 68 anni, testimone di Geova, probabilmente ce l’avrebbe fatta se avesse accettato la trasfusione di sangue che i medici dell’ospedale Saint Charles di Bordighera le avevano consigliato, ma lei non ha voluto infrangere quel severissimo precetto dettato dal Corpo direttivo che vieta nel modo più assoluto di ricevere sangue altrui.
In base all’interpretazione che i Testimoni di Geova fanno del Levitico, ignorare questa parte della dottrina significa mancare di rispetto per il sacrificio di Cristo e, quindi, accettare di proposito una trasfusione di sangue

anche per salvarsi la vita costituisce una grave violazione dottrinale. Annunziata Iannicelli era stata ricoverata il 24 febbraio 2011 per gravi problemi gastrointestinali. Dimessa, dopo qualche giorno era stata nuovamente ricoverata per il peggiorare delle condizioni. A quel punto i medici del nosocomio di Bordighera hanno proposto una trasfusione di sangue e la donna, sempre cosciente e presente a se stessa, ha detto di no.

«Ognuno può credere in quello che vuole, ma in questo caso c’è di mezzo una vita, quella di mia madre» aveva detto la figlia della donna, Maria Tronti, che ha deciso di rivolgersi alla magistratura. Purtroppo, per un vizio di forma, l’istanza è stata respinta e Annunziata è morta. La giurisprudenza, anche in un caso triste come questo, è chiara: nessuno può imporre una cura se il paziente è in grado di intendere e di volere. Annunziata è sempre stata ben cosciente di quello che faceva e ha voluto affermare fino in fondo uno dei precetti fondamentali del suo credo. Per i Testimoni di Geova accettare il sangue per salvare la vita equivale a rinnegare la fede, incorrere nella disapprovazione divina e disprezzare il provvedimento per la salvezza eterna che Dio ha disposto. Per questo alcune Asl si sono adeguate introducendo la possibilità di scelta di trattamenti alternativi alla trasfusione di sangue da donatore, come il recupero intraoperatorio e l’emodiluizione. Ma per Annunziata non c’è stato tempo. E oggi si sono svolti i suoi funerali.

16/04/2011

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/398195/