giovedì 21 aprile 2011

CONTRO GAY E ABORTO, LA COSTITUZIONE BENEDETTA DAL PAPA




21 aprile 2011 - La nuova Legge Fondamentale dell’ Ungheria preoccupa l’ Europa.
In Ungheria la destra autoritaria e religiosa ha finalmente trovato la sua più completa realizzazione. Il partito Fidezs del primo ministro Viktor Orbàn dopo aver introdotto una controversa legge sul controllo dei media di informazione si è scritto una Costituzione su misura. Il trionfo elettorale del 2010, quando Fidesz ottenne più dei due terzi dei seggi, ha così prodotto la prima Legge fondamentale europea che contraddice esplicitamente la Carta dei diritti della Ue, visto che pone esplicitamente in discussione il principio dell’uguaglianza di tutti gli uomini. Pesanti discriminazioni formali per gay e minoranze etniche, riconoscimento dei soli valori cristiani, divieto d’aborto, una miscela reazionaria condita con uno sostanziale annullamento dell’equilibrio dei poteri a favore del governo e del presidente della Repubblica.
L’ Unione Europea è scossa dal nuovo testo ungherese, anche se al momento non sono previste misure particolari. La Germania, il Paese che più conta nella parte orientale del Vecchio Continente, è la capofila nelle critiche alla svolta reazionaria in salsa magiara, nonostante la comune appartenenza nel PPE di Fidesz e Cdu, il partito tedesco di maggioranza relativa. Il Vaticano, invece, esulta per l’esplicito riconoscimento delle radici cristiane e per la lotta all’aborto e ai diritti per i gay.
PROFESSIONE DI FEDE DI UN SOLO PARTITO - Lunedì scorso il Parlamento di Budapest ha detto sì alla nuova legge fondamentale con 244 voti, tutti dai banchi del partito di governo Fidesz, che controlla i due terzi dei seggi parlamentari. L’opposizione socialdemocratica ha preferito lasciare l’aula e boicottare il voto. Jobbik, partito dell’ultradestra, ha votato contro la Costituzione, considerata per alcuni aspetti un vero e proprio “putsch” filo esecutivo Orbàn. Non è stata infatti predisposta alcuna Assemblea costituente per redigere il nuovo testo, e i partiti dell’opposizione sono stati sostanzialmente esclusi dal processo di revisione della carta fondamentale, così come il popolo non si potrà esprimere sul nuovo articolato che disciplinerà le loro vite. Il testo sarà firmato il 24 aprile dal presidente Pal Schmitt, e la scelta del Lunedì pasquale non sembra affatto casuale visto il contenuto ultrareligioso. La nuova Costituzione entrerà in vigore nel 2012, a meno di improbabili novità sul fronte europeo. Il testo inizia con un preambolo che si intitola riconoscimento nazionale di fede, che inizia con una dichiarazione di appartenenza alla Europa cristiana dichiarandosi in questo seguaci di Stefano I d’Ungheria, il primo capo del Regno magiaro che sconfisse un pretendente al trono pagano e cristianizzò definitivamente le terre ungheresi. Il preambolo afferma la centralità della cristianità, fondamento della Nazione, ed attua una cesura con il passato comunista dell’Ungheria, dichiarando nulle le leggi entrate in vigore tra il 1944 e il 1989. Nel controverso testo fa riferimento a Dio e al Cristianesimo come elemento fondante dell’Ungheria, mischiando la nazione “politica” e la nazione “etnica”, considerando parte della nazione gli ungheresi in Ungheria, i non ungheresi che vivono in Ungheria, gli ungheresi che vivono oltreconfine. Una possibile frizione con i Paesi confinanti non sarebbe esclusa visto che i limiti della Nazione ungherese cristallizzati nel testo sono ben più ampi di quelli effettivi. Inoltre la Costituzione punta a salvaguardare “l’unità spirituale e intellettuale” della nazione. Viene infine ribadito il dittico Famiglia e Nazione, che insieme al Dio così citato all’inizio del preambolo forma lo slogan più abusato delle destre di ogni tempo e luogo, i cui valori vengono cristallizzati in questo testo e soprattutto imposti, e non condivisi. E, come ciliegina sulla torta, ovviamente viene riconosciuto il diritto a possedere armi da fuoco per ogni privato cittadino.
PREMIER SUPERSTAR – La nuova Costituzione ungherese prevede una profonda modifica dell’equilibrio dei poteri sancito dalla precedente Legge fondamentale, che era stata introdotta dal regime comunista ma poi stravolta dopo la fine del socialismo reale nel Paese magiaro. Il testo restringe il campo di competenza della Corte costituzionale, in particolare in ambito economico e sociale, e allarga i poteri dell’esecutivo sulla Magistratura, unico potere dello stato ancora indipendente. Inoltre vengono abrogati tre contrappesi democratici: i Mediatori delle minoranze etniche, le autorità per la protezione dei dati personali e per la protezioni delle generazioni future. Sono modificate le procedure di nomina dei capi degli enti pubblici, con periodi di mandato di 9 e 12 anni, il che li rende di fatto intoccabili e pone seri vincoli anche ai futuri governi. Accordato al Consiglio di bilancio, istituito presso la Banca centrale, un potere di veto sul bilancio e la capacità anche di sciogliere il Parlamento. Il sistema di nomina di quest’istituzione dà un ampio potere al governo e al presidente della repubblica. Questo garantirebbe al premier Viktor Orban, anche in caso le elezioni del 2014 andassero male, la possibilità di far sciogliere un Parlamento neo-eletto. Prevede che il sistema pensionistico e la politica fiscale non possa essere modificata se non con il voto dei due terzi del Parlamento. Anche questo rischia di vincolare governi futuri alle scelte adottate dal governo Orbàn.
CONTRO I GAY, ROM E NIENTE ABORTO – I valori cristiani che permeano il testo sono esplicitati con due articoli che sostanzialmente impongono il divieto d’aborto e il riconoscimento di qualsivoglia forma di uguaglianza giuridica per le coppie omosessuali. Secondo la nuova Carta fondamentale il matrimonio è solo ed esclusivamente quello tra uomo e donna, e il possibile voto concesso ai genitori da esercitare per i figli minorenni definisce con ancora più forza l’assoluta preminenza della famiglia tradizionale. Non è ancora chiaro cosa ne sarà delle unioni civili introdotte dal precedente esecutivo socialista, ma una giurisprudenza fedele alla nuova Carta non potrebbe far altro che cancellarli. La vita, viene ribadito nel testo, inizia con il concepimento, de facto rendendo illegale la possibilità di aborto, sempre che i magistrati magiari non trovino formule giurisprudenziali per mantenere l’autodeterminazione delle donne. In una Nazione composta per il 18% da persone di etnia rom, la Costituzione del partito Fidesz non prevede alcun riferimento ai diritti per le minoranze etniche, al contrario viene abolita la figura di mediazione pubblica che era spesso chiamata all’opera in un Paese dove l’odio razziale si è intensificato con la crisi.
BENEDETTA DAL PAPA – Il Vaticano ha particolarmente apprezzato l’inserimento nella Legge fondamentale delle radici cristiane, un’antica battaglia ai tempi della poi fallita Costituzione dell’Unione Europea. Pochi mesi prima dell’approvazione Benedetto XVI aveva ricevuto in Vaticano il nuovo ambasciatore magiaro, e neil discorso a lui rivolto sembra sostanzialmente ricalcare gli articoli poi vergati dal partito Fidesz.
Signor Ambasciatore, con gioia Le do il benvenuto in questa solenne occasione della consegna delle Lettere Credenziali che L’accreditano come Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica d’Ungheria presso la Santa Sede.La fede cattolica fa senza dubbio parte dei pilastri fondamentali della storia dell’Ungheria. Quando, nel lontano anno 1000, il giovane principe ungherese Stefano ricevette la corona reale inviatagli da Papa Silvestro II, a ciò era unito il mandato di dare alla fede in Gesù Cristo spazio e patria in quella terra. Tuttavia, politica e fede cristiana si toccano.. Non si tratta di imporre norme o modi di comportamento a coloro che non condividono la fede. Si tratta semplicemente della purificazione della ragione, che vuole aiutare a far sì che ciò che è buono e giusto possa, qui ed ora, essere riconosciuto e poi anche realizzato La Santa Sede prende atto con interesse degli sforzi delle autorità politiche nell’elaborare un cambiamento della Costituzione. Si è espressa l’intenzione di voler far riferimento, nel preambolo, all’eredità del Cristianesimo. È altrettanto auspicabile che la nuova Costituzione sia ispirata ai valori cristiani, in modo particolare per quanto concerne la posizione del matrimonio e della famiglia nella società e la protezione della vita. Il matrimonio e la famiglia costituiscono un fondamento decisivo per un sano sviluppo della società civile, dei Paesi e dei popoli. Il matrimonio come forma di ordinamento basilare del rapporto tra uomo e donna e, allo stesso tempo, come cellula fondante della comunità statale è venuta plasmandosi anche a partire dalla fede biblica. In questo modo, il matrimonio ha dato all’Europa il suo particolare aspetto e il suo umanesimo,. L’Europa non sarebbe più Europa se tale cellula basilare della costruzione sociale sparisse o venisse sostanzialmente trasformata. Sappiamo tutti quanto sono a rischio il matrimonio e la famiglia oggi – da un lato per l’erosione dei loro valori più intimi di stabilità e indissolubilità, a causa di una crescente liberalizzazione del diritto di divorzio e dell’abitudine, sempre più diffusa, alla convivenza di uomo e donna senza la forma giuridica e la protezione del matrimonio, dall’altro lato per diversi generi di unione che non hanno alcun fondamento nella storia della cultura e del diritto in Europa. La Chiesa non può approvare iniziative legislative che implichino una valorizzazione di modelli alternativi della vita di coppia e della famiglia. Essi contribuiscono all’indebolimento dei principi del diritto naturale e così alla relativizzazione della legislazione tutta, nonché della consapevolezza dei valori nella società.
I CATTOLICI NOSTRANI ESULTANO – Contro la nuova Costituzione ungherese, che tutela “la vita del feto fin dal concepimento”, “si levano alte le accuse di arretramento, di integralismo ottuso e si esprime la paura di restrizioni in tema di aborto”. Lo scrive l”Avvenire’ che, in un editoriale a firma di Carlo Casini, eurodeputato Udc e presidente del Movimento per la vita, sottolinea che questa norma “è un elemento assai positivo” ma “di per sé non lascia prevedere un’abrogazione della vigente legge sull’aborto”.”Tuttavia – scrive ancora Carlo Casini nel corsivo intitolato ‘In Ungheria l’alba di un futuro più umano’ – si deve replicare ai contestatori che tale riconoscimento è tutt’altro che un ritorno a epoche buie del passato. Al contrario esso fa intravedere l’alba di un futuro più umano”. A difesa della Carta ungherese oggi anche il ‘Dignitas Humanae Institute’, un’organizzazione internazionale di ispirazione cattolica che ha il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione come ‘patron’. In una nota diffusa oggi l’istituto ricorda che la nuova costituzione ungherese, oltre a difendere il feto, invoca Dio nel preambolo ed esclude esplicitamente il matrimonio gay. Il ‘Dignitas Humanae Institute’ critica inoltre le riserve di Germania e Consiglio d’Europa nei confronti di Budapest: “Il relativismo, il l’ideologia revisionista socialista e il secolarismo militante hanno chiaramente reso la Germania e buona parte del’Ue cieca di fronte alla realtà”.