sabato 21 aprile 2012

“No alle canzoni di Ligabue ai funerali di Morosini”

"No alle canzoni di Ligabue ai funerali di Morosini"

Antonio Socci su Libero si concentra oggi su un problema di primaria importanza.

Antonio Socci, nel consueto paginone che ci regala ogni settimana su Libero, oggi parla del funerale in Chiesa di Piermario Morosini. Non dice, come ha affermato qualcun altro (LEGGI QUI), che il funerale non s’aveva da fare. Ma concentra l’attenzione su un aspetto di importanza fondamentale: il modo di fare i funerali e la scelta delle canzoni:


È sicuro Avvenire che non ci sia nulla de eccepire proprio su quelle canzoni e sul resto? Scrivono i giornali che durante la santa liturgia – invece degli inni sacri che accompagnano un nostro fratello davanti al giudizio di Dio – sono state cantate le canzoni di Ligabue. Dunque in chiesa, mentre davanti all’altare c’era la bara di quel povero giovane, con il dolore dei suoi cari, e si distribuiva la comunione, venivano schitarrate cose del genere: «quando questa merda intorno/ sempre merda resterà/ riconoscerai l’odore/ perché questa è la realtà».
E si domanda, Socci:
Parole di grande spiritualità?Di evidente connotazione cristiana? Altri «immortali capolavori» dello stornellatore emiliano eseguiti durante la liturgia, dicono le cronache, sonostati «Urlandocontro il cielo» (che è tutto un programma) e «Non è tempo per noi» il cui messaggio è espresso da queste parole: «Certi giorni ci chiediamo è tutto qui?/ E la risposta è sempre sì».
Già che c’è, il giornalista si arrabbia anche con Bergamo. Perché cita John Lennon:
E, a riprova che nella Curia di Bergamo si frequentano più le canzonettechela teologia deiNovissimi, il presidente di quel Centro diocesano, don Francesco Poli, come riporta un articolo di Avvenire, ha testualmente affermato: «Immagina un mondo nuovo, cantavano i Beatles. Sono passati 40 anni e me lo ripeto ancora». Purtroppo pure sulla cultura canzonettistica questi ecclesiastici lasciano a desiderare, perché quella canzone non era cantata dai Beatles, ma fu scritta (ed eseguita) dopo il loro scioglimento da John Lennon. Equel brano diventò l’inno del fricchettonismo planetario e del Lennon-pensiero, perché era un colossale sberleffo contro la religione. Infatti cominciava così: «Imagine there’s no heaven», cioè «Immagina che non ci sia il paradiso», e continuava «and no religion too», cioè «e nessuna religione». Questo era il sogno celebrato da Lennonin quella canzone.Di certo non avrebbe immaginato di vederlo celebrare pure da curie ed ecclesiastici.
 http://www.giornalettismo.com/archives/268652/no-alle-canzoni-di-ligabue-ai-funerali-di-morosini/