lunedì 16 aprile 2012

Abbiamo ancora bisogno del Papa?

Abbiamo ancora bisogno del Papa?

La Germania si interroga sul portavoce più celebre del mondo della religione cristiana.

Alla vigilia dell’ottantacinquesimo compleanno del pontefice tedesco “Die Zeit” si interroga sull’utilità del suo ruolo.

DUBBI - “Cosa fa un Papa?” ha chiesto recentemente Fidel Castro a Ratzinger. Benedetto XVI ha risposto: “È al servizio della chiesa universale”.

Il Vaticano ha definitivamente messo via quella serie di screzi che la Storia ha chiamato Crociate e ha parlato di “universalità” riconoscendo un cielo comune a cui fare riferimento. Il tiro è da affinare, pena l’esclusione nel 2012 ancora di omosessuali, preti donna e tutti coloro che si ostinano a indossare il preservativo.


RESISTENZE AL VOLERE DI SAN PIETRO - Ai cardini fissi segue l’aggiornamento costante che infuoca lo scambio dialettico tra il pianeta Terra e lo Stato del Vaticano. Crescono perplessità di fronte alle scelte di alcuni emissari sparsi nel globo, tra gli esempi recenti quello del bambino disabile privato del diritto alla comunione:
Alcuni genitori dei compagni di classe del piccolo, che frequenta la quarta elementare a Porto Garibaldi, con una lettera hanno invitato il prete a ritornare sulle sue decisioni. Quest’ultimo si è difeso nell’omelia pronunciata durante la messa del venerdì Santo: anche se la dottrina non prevede l’esclusione dall’Eucarestia per le persone incapaci di intendere e volere, don Piergiorgio avrebbe desiderato che il piccolo capisse o intuisse la portata del sacramento. “Nessuna discriminazione”, secondo monsignor Antonio Grandini, vicario della diocesi di Ferrara-Comacchio, reduce da un incontro con la famiglia del bambino: “Per ricevere il sacramento- afferma il prelato- il bambino dovrebbe saper distinguere il pane dall’ostia e questo, al momento, non è avvenuto”. Non si esclude, aggiunge monsignor Grandini, che il piccolo possa terminare il suo percorso di crescita spirituale e ricevere il sacramento a maggio insieme ai suoi coetanei”.
Gli austriaci che vorrebbero il celibato:
Dal 1995 Helmut Schueller guida la rivolta e raccoglie consensi, richiamato all’ordine dal Vaticano avrebbe ritirato “L’Appello dal popolo di Dio”, una serie di punti per le gerarchie ecclesiastiche. I parroci innovatori pretenderebbero anche la comunione ai divorziati risposati. Già nel maggio del 2010 il Cardinale Cristoph Schonborn tentò di inneggiare a un cambiamento di visione, prendendo in considerazione “l’educazione dei preti, le conseguenze della rivoluzione sessuale del ’68 e il celibato nello sviluppo personale”.
I 329 sacerdoti sono noti per essere gli stessi firmatari dell’apertura al sacerdozio femminile lanciata nel 2006:
“L’iniziativa dei parroci, un “appello alla disobbedienza”, chiede il sacerdozio femminile: una rivoluzione che ha il sostegno di molti fedeli ma la ferrea opposizione delle gerarchie vaticane. A Passau però per la prima volta un gruppo di preti tedeschi ha sposato la linea dei sacerdoti di Pfarrer-Initiative, ribadendo alla fine dell’incontro la necessità di intensificare il dialogo tra di loro.
Quello che si evince dai casi trattati è che sempre ci si dovrà scontrare con un potere che si regge su leggi obsolete.

QUELL’OSCURO OGGETTO DEL CONDOM - È reale e sano presentare una difesa di motivo cattolico di fronte alla funzione medica e certificata del profilattico? Per il Vaticano la risposta è “Sì”:
Dopo l’Antico Testamento, per riparlare di profilassi sessuale, bisogna aspettare le parole molto chiare di un padre della Chiesa, Clemente di Alessandria: “Il seme non deve essere eiaculato vanamente, né danneggiato, né sprecato”, scriveva il patriarca greco vissuto nel 100 d.C. Da questi illustri precedenti, la posizione cattolica si è mantenuta più o meno stabile fino in tempi recentissimi, quando è iniziata ad essere ribadita con una certa insistenza nel pontificato di Giovanni Paolo II. Nel sesto anno del suo pontificato, ricorda CW, il papa polacco chiarì che la Chiesa non aveva nessuna intenzione di allentare la presa (…) Cambia il Papa, arriva Joseph Ratzinger e niente cambia”.
IL MONDO SENZA UN CAPO? – Die Zeit, analizzando la situazione relativa al ruolo del Papa nel 2012, riconosce la Sua importanza: “che cosa accadrebbe se non ci fosse? Cattolici, protestanti, ebrei e musulmani sarebbero una società disordinata senza leadership”. Ma ogni orientamento ha il suo profeta e questo dà vita alla convivenza, più o meno pacifica, di ideologie che si sovrappongono.

LE DIVERSITA’ – Analizzando la moltitudine religiosa si noterà che, ad esempio, ogni Ayatollah islamico emette la sua fatwa e questo crea, inevitabilmente, una caotica situazione legale. Il protestantesimo si divide, invece, in ulteriori sottocategorie: anabattisti, unitari, calvinisti, luterani. L’ebraismo prevede più diramazioni: ortodosso, conservatore, liberale e non solo a Israele: ogni rabbino di Brooklyn ha una sua scuola con sostenitori propri.

DIO È ETERNO MA IL SUO LAVORO È LIMITATO – Dio ha interrotto al settimo giorno la Creazione per lasciare spazio al riposo, poi ha apprezzato l’estetica della ciabatta e della poltrona affidando completamente il lavoro al suo sostituto. In sostanza, almeno fino alla resa dei conti, dovremo confrontarci con la politica cattolica. “Sono anziano – ha detto Ratzinger – ma posso ancora fare il mio dovere”, se le cose stanno così almeno la Bibbia forse avrebbe bisogno di un upgrade.

http://www.giornalettismo.com/archives/258552/abbiamo-ancora-bisogno-del-papa/