venerdì 27 aprile 2012

Miracoli e truffe, il ritorno di don Luigi prete finto e santone nel Vesuviano

Celebra messa, predica, confessa i fedeli. Individua il male, sia fisico che spirituale, e lo scaccia. Distribuisce olio miracoloso, sale contro il malocchio, adesivi con l’immagine di Gesù Cristo, incensi, ma il suo pezzo forte è una pomata che chiama «latte della Madonna».
Tra le sue specialità, i problemi di infertilità e in tanti, da anni, si recano all’Oasi del Volto Santo, una villetta travestita da chiesa costruita nel letto dell’alveo Trocchia – sul Monte Somma ai confini tra Pollena e Sant’Anastasia – per trovare una soluzione a problemi di varia natura. Dalle malattie incurabili ai problemi di coppia, don Luigi ha una parola di conforto e un amuleto per tutti. E da tutti ottiene un’offerta. «Non ho tariffe» afferma, e i fedeli – spesso disperati che le hanno provate tutte prima di rivolgersi a lui – sganciano laute ricompense nella speranza che, prima o poi, le misteriose abilità curative di Luigi abbiano effetti su di loro.


Accoglie i devoti in una sorta di cappella con tanto di campana e crocefisso, madonne e sacre effigi di Cristo. All’interno le pareti traboccano di ex voto e foto di sposi e bambini, abiti nuziali appesi al soffitto. Don Luigi veste i paramenti sacerdotali e anche quando non è sull’altare sfoggia il collarino da prete. Un anziano chierichetto raccoglie le offerte; altrettanto fa la madre del prelato. Lui intasca e benedice. «Andate in pace». Ma tornate. Eppure don Luigi D.F. non è mai stato consacrato, e quell’abito non potrebbe portarlo come non potrebbe celebrare, consacrare l’eucarestia, confessare, men che meno praticare esorcismi. Già scomunicato, prese il posto di Annunziata Mele che negli anni ’70 sosteneva di vedere il Volto Santo di Gesù e trasformò la sua casa in luogo di pellegrinaggio: la Curia invitò più volte la donna a chiudere il luogo di culto.

Dopo la sua morte, subentrò “padre” Luigi che sostiene ora di appartenere all’antica chiesa di Bisanzio, ora al rito ortodosso, ora al culto siro-antiocheno. E sostiene di curare e guarire, e addirittura che il suo olio è in grado «di aggiustare computer rotti» e lo dice dal pulpito. A smentire il suo status di prete, un documento pubblicato sul Bollettino Diocesano Nolano già nel lontano 1984.

Attraverso il proprio organo ufficiale, la Curia di Nola mise in chiaro che la cappella «non essendo stata canonicamente destinata al culto non è luogo sacro e non può ospitare celebrazioni» e che il sedicente sacerdote non è tale in quanto mai ordinato ed è pertanto «interdetto dall’esercizio dei ministri sacri».

Dieci anni dopo, don Luigi fu arrestato: dichiarava (e dichiara) di prevedere il futuro, ma dovette avere perlomeno una svista, dato che del Bollettino Diocesano sembrò non aver mai avuto notizia e continuò imperterrito a vestirsi da prete e dire messa.

La polizia gli trovò il calcio di un fucile nei locali della cappella, decine di munizioni oltre a cento milioni di lire in contanti nascosti qua e là. Don Luigi del Volto Santo passò una notte in prigione per l’accusa di detenzione di armi, oltre ad essere denunciato per l’usurpazione di titolo. Poi fu scarcerato. Da qualche anno l’Oasi sul Monte Somma ha ripreso le proprie attività. Tre messe ogni settimana. Alle celebrazioni fanno seguito gli incontri in privato tra il sedicente prete e i devoti, al termine dei quali si smistano l’olio miracoloso e litri di acqua benedetta da don Luigi in persona: in cambio di soldi, s’intende. Contattata sulla vicenda, la Curia di Nola ha precisato attraverso una nota che «il signor Luigi D.F. non è sacerdote né opera nell’ambito della Chiesa Cattolica» ed ha invitato «le persone che si ritengano sue vittime a rivolgersi all’autorità giudiziaria competente».
ilmessaggero.it 26 Aprile 2012

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