mercoledì 18 aprile 2012

La strage suicida delle vittime dei preti pedofili

In Australia è allarme nazionale dopo l’emersione delle notizie che parlano  di ben 40 vittime dei preti pedofili che si sarebbero suicidate; il governo dello stato di Victoria ha messo in campo un’inchiesta approfondita sul tema che acquisisca dati e prove direttamente dalla Chiesa, mentre le vittime dei preti, raccolte intorno ai network che le coordinano, sostengono che non si stia facendo abbastanza per arginare l’emergenza, e che il governo dovrebbe prendere la loro situazione in maniera più seria.


VITE DISTRUTTE - Sui media del paese oceanico tutti i dettagli della storia. “Le 40 vittime sarebbero state abusate da membri della Chiesa cattolica nello Stato di Vittoria, ma l’inchiesta guarderà anche alle condotte in altre chiese, come d’altronde nelle organizzazioni ebraiche” – davvero non esente dagli abusi, anzi, soprattutto nelle loro sezioni ultra-ortodosse. Il premier di Victoria, Ter Baillieu, ieri ha sottolineato le sue intenzioni chiedendo che l’inchiesta avrebbe avuto potere sufficiente e risorse, incluso il potere di acquisire testimonianze e prove.
FELICITAZIONI - “Pensiamo”,ha detto, “che gli abusi sui minori siano orribili e ci impegneremo per fare tutto ciò che possiamo per evitare che succeda in futuro e porteremo questi soggetti davanti alla giustizia”, ha detto il premier. Lo SNAP, Survivor Network of Those Abused by Priests, sezione Australia, si congratulano per il passo – “è davvero un passo avanti verso la fine del regno del terrore dei predatori sessuali che si godevano il prestigio e la protezione della potente istituzione ecclesiale”; tuttavia, ha continuato il portavoce dello Snap, “ci vorrebbe una commissione di inchiesta a livello nazionale. “La commissione riuscirà a togliere molta pressione dai sopravvissuti, che da tempo chiedono tutto questo”.
QUALCOSA NON VA - Anche a livello politico, però, c’è molta polemica: secondo i socialisti del Labour, all’opposizione nello stato australiano, l’iniziativa del premier conservatore Baillieu manca di spessore perché la commissione di inchiesta non sarebbe formata da altri che da esponenti del parlamento locale, mentre invece sarebbe stato l’ideale la nomina di un esponente del giudiziario, come un giudice della Corte Suprema, alla guida dell’organismo: “Non penso che sei politici abbiano le competenze necessarie, e il loro coinvolgimento nel governo e nel dibattito politico vittoriano significa che questo non è certo la miglior scelta che il governo possa aver fatto”, dice il leader del Labor; “la commissione sarà bipartisan, ma non è indipendente”, hanno detto i Verdi.