giovedì 19 aprile 2012

Cardinale Lajolo all’Università Cattolica di Milano: “Obiezione di coscienza va tutelata da legislazione”

La Chiesa cattolica rivendica spesso il ‘diritto’ all’ingerenza negli affari dello Stato e allo stesso tempo la tutela dei propri spazi di potere e privilegio, facendo appello ad un autoproclamato status sovrannaturale. Lo ha ribadito martedì anche l’ex governatore del Vaticano, il cardinale Giovanni Lajolo, durante un incontro all’Università Cattolica di Milano sui rapporti tra Stato e Chiesa, in cui erano presenti tra gli altri il presidente emerito della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, e l’attuale ministro per la Salute Renato Balduzzi.


Lajolo si è affrettato a precisare che la Chiesa “non intende imporre, e nemmeno proporre su base di fede” certi principi, “ma in base ad argomenti di ragione”. Ma la sostanza è un’altra: ad esempio, si è lamentato per i recenti attriti tra amministrazione Obama e conferenza episcopale statunitense sulla copertura sanitaria per aborto e contraccezione. Questione oggetto anche di una recente sentenza che ha dato torto ai vescovi degli Usa. Critico anche per “recenti sviluppi normativi” sulle adozioni agli omosessuali, “col pretesto della non discriminazione dei genders“, sull’aborto “visto come questione di reproductive health con l’imposizione a tutte le strutture sanitarie dell’obbligo di assicurazione per le spese di aborto”.

E paventa il rischio che anche in Europa e in Italia “si scivoli inesorabilmente in analoghe difficili situazioni”, “anche per l’inconsistenza morale presente in non piccola pare del campo politico e per taluni sviluppi giurisprudenziali”. Almeno in Italia, non sembrano comunque profilarsi all’orizzonte certi ‘rischi’. Proprio per la pavidità e la sudditanza della maggior parte delle forze politiche nei confronti della Chiesa.

Il cardinale ha rivendicato la “libertà della Chiesa e delle sue istituzioni di vivere e agire in conformità vedendo sempre tutelate le proprie convinzioni religiose”. Definendo l’obiezione di coscienza un istituto non solo “giuridico”, ma “metagiuridico, morale”, che “dovrebbe essere anzi assunto dalla stessa legislazione civile e ivi trovare valorizzazione” come “strumento di libertà interiore” cui non solo gli individui “ma anche le istituzioni della Chiesa e delle altre confessioni e religioni possano legalmente ricorrere”. Un vero e proprio grimaldello legalizzato per scardinare tutte le conquiste di libertà.

Discorsi che ricordano concetti già espressi dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano. Il quale rivendicava di fatto la superiorità della Chiesa nei confronti delle legislazioni. Proclami che devono mettere in guardia le forze laiche, affinché si impegnino per garantire la libertà di scelta contro l’invadenza religiosa. Specie per le donne, su temi come interruzione di gravidanza e contraccezione. E’ importante impegnarsi per garantire certi servizi negli ospedali, sempre più in mano agli obiettori di coscienza (come accaduto di recente a Napoli). E far passare il concetto che non si possono imporre principi fideistici e liberticidi in strutture pubbliche o lautamente finanziate dal denaro di tutti i cittadini, compresi atei, agnostici o genericamente laici.

http://www.uaar.it/news/2012/04/19/cardinale-lajolo-universita-cattolica-milano-obiezione-coscienza-tutelata-legislazione/