lunedì 30 aprile 2012

Religione, Scienza ed Evoluzione.

A 200 anni dalla nascita di Darwin la Religione riesce ancora ad imporre alle nazioni idee conservatrici. Fungendo da freno per lo sviluppo della Scienza rallenta e inibisce l'evoluzione tecnologica dell'umanità. Eppure la scienza non ha potuto sostituire la Religione; perchè?



di Ugo Spezza

Che cosa è la Religione?
Potremmo dire che essa rappresenta l'esigenza dell'uomo di dare una risposta semplice e soddisfacente ai perché della propria esistenza.
(1) Perché esistiamo? La religione ce lo dice: esiste un Dio che ha creato un intero Universo esclusivamente per noi e poi ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza. Essendo noi umani una derivazione diretta dal Divino possiamo comprendere le sue leggi e sta a noi rispettarle, se lo faremo avremo premi, altrimenti punizioni. I cristiani ipotizzano addirittura che un essere Divino, figlio di Dio, si sia incarnato nel corpo di un essere umano per condurci alla salvezza, sempre se rispettiamo gli insegnamenti che ci ha dato.
(2) Perché dobbiamo morire? La religione ce lo dice: non morirete affatto! O meglio, non morirete veramente, solo il vostro corpo muore, la vostra anima resterà in vita. Il vostro "io" continuerà ad esistere e a pensare, anche se come entità disincarnata (l'anima). La vita dopo la morte, se in vita avrete rispettato i precetti religiosi, sarà meravigliosa. E non solo; i cristiani professano che quando arriverà il giorno della salvezza tutti i morti risorgeranno, quindi potrete tornare in vita nel vostro corpo così come eravate da giovani.
(3) Perché talvolta soffriamo nella vita? La religione ce lo dice: Dio ci mette alla prova! Chi affronta le difficoltà non perdendo la fede e mantenendo saldo il rispetto dei precetti religiosi in ogni momento, nelle difficoltà ed in ogni circostanza dolorosa sarà ricompensato nell'altra vita. Dopo la morte questi individui saranno glorificati ed avranno una "seconda vita" di beatitudine.
(4) Come posso vivere bene e felicemente? La religione ce lo dice: rispetta pedissequamente le direttive e i precetti religiosi, prega intensamente ogni giorno e vivrai bene. Sarai parte di una comunità (gli adepti della stessa religione) che ti comprenderà e ti aiuterà nei momenti di difficoltà e che si coalizzerà quando ci sarà da affrontare sfide e combattere ideologie diverse e ostili.
Esaminando queste concezioni della realtà da un punto di vista pratico bisogna rendersi conto di una cosa: esse funzionano! E funzionano tanto bene che intere generazioni di esseri umani hanno basato la loro esistenza su di esse, a partire dalle forme di civiltà nell'antica mesopotamia, le prime che ci abbiano lasciato referti storici, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Molti critici contemporanei delle religioni, ad esempio Richard Dawkins o Michael Onfray, si scagliano contro le caste religiose, contro i loro dettami, contro la loro irrazionalità, tentando di farne affiorare le incoerenze logiche e definendo i contorni della applicazione negativa dei loro precetti in una realtà di divisione, incomprensione e persino di guerra fra gli uomini che li applicano.
Pochissimi però si sono posti una domanda: come mai la concezione religiosa della realtà continua a funzionare? Come può avere ancora un seguito su miliardi di persone in tutto il mondo, influenzando direttamente la vita politica, sociale e lo sviluppo tecnologico? Il presente articolo vuole proprio dimostrare che la scienza non ha potuto sostituire le funzioni sociali della religione in tutte le sue forme, sotto un certo punto di vista, la scienza è stata in qualche modo manchevole nel fornire una base etica alternativa.
Vedremo nel seguito come la scienza abbia letteralmente sgretolato, con suo evolvere attraverso i secoli la "fisica" dei testi religiosi, la centralità dell'essere umano nell'universo e poi (con un vero e proprio colpo di maglio...), la certezza che l'essere umano fosse di derivazione divina. Alcune parti di testo che troverete nel seguito scritte in blu sono dello scienziato Steven Weinberg, premio Nobel per la Fisica.

Il primo vulnus: la Terra piatta
Nella Bibbia; dalla Genesi all'Apocalisse ci sono versi che sembrano affermare che la Terra fosse piatta, probabilmente tali scritti erano basati sulla antica mitologia mesopotamica. Ma l'evidenza per una Terra sferica era soverchiante per chiunque vedesse lo scafo di una nave scomparire sotto l'orizzonte mentre le vele restavano visibili. Il primo a notarlo fu Pitagora (~500 a.c.) il quale lo dedusse anche dalla sfericità degli altri corpi celesti. Nella chiesa antica, tuttavia, inizialmente l'idea che la terra fosse piatta era scontata.
Lattanzio (250–320), dopo la sua conversione al Cristianesimo ed il rifiuto della filosofia greca, la definì follia perché pensava che la gente dall'altro lato della sfera non obbedisse alla gravità.
San Cirillo di Gerusalemme (315-386) considerava la Terra come un firmamento galleggiante sulle acque (la citazione si trova in un sermone per i nuovi battezzati).
Solo dopo il 400 d.c. Sant'Agostino definì dei canoni secondo cui la terra doveva essere per forza di cose sferica discutendo sulla esistenza di mitici uomini degli antipodi. Il corano invece afferma (ver. 79.30) che Dio creò la terra a forma di uovo, c'è da considerare però che questo testo sacro fu redatto molto più tardi (1500 d.c.).
Può sembrare incredibile ma anche ai giorni nostri (dal 1990) esiste una "società della Terra piatta" il cui fondatore Charles K. Jonson andò a misurare la planimetria dei laghi per dimostrare che la terra non risulta affatto sferica. Questo è quello che accade se si decide di prendere alla lettera un testo come la Bibbia.  Ma d'altronde come è possibile, per il vero credente, non prendere alla lettera un testo sacro scritto direttamente dalla mano di Dio. In realtà il credente ortodosso non potrebbe e non dovrebbe mai dare interpretazioni diverse da quelle letterali!

Il secondo vulnus: la centralità della Terra nell'universo
Il versetto biblico del libro di Giosuè 10:12 esprime chiaramente "Allora Giosuè parlò al Signore, il giorno che il Signore diede gli Amorei in mano ai figli d'Israele, e disse in presenza d'Israele: -«Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle d'Aialon!». L'intimazione al Sole di fermarsi implica che esso sia in moto e che la Terra sia ferma.
In base a questo pronunciamento la chiesa cristiana stabilì che la terra era ferma al centro del sistema solare (e dell'Universo) mentre il Sole e gli altri corpi celesti vi ruotavano attorno. Questo nel rispetto anche del versetto "In principio Dio creò il cielo e la Terra" e solo successivamente le il Sole e le stelle. Stelle pensate non come le conosciamo noi (soli distanti e remoti) ma come semplici lucine lampeggianti nel cosiddetto "firmamento" notturno messe lì a mo' di decorazione.
Steven Weinberg afferma: "L'idea che la Terra si muova intorno al sole fu più difficile da accettare. Dopo tutto, la Bibbia colloca l'umanità al centro di un grande dramma cosmico di peccato e salvezza, e quindi come potrebbe la nostra terra non essere al centro dell'universo? Fino al diciannovesimo secolo, l'astronomia copernicana non si poteva insegnare a Salamanca o in altre università spagnole..."
Il sistema geocentrico fu messo a punto 200 a.c. dall'astronomo dell'antichità Ipparco. Per spiegare le "irregolarità" del movimento dei pianeti egli suppose che essi percorressero con moto uniforme delle circonferenze di raggio relativamente piccolo (gli epicicli), i cui centri a loro volta si muovevano uniformemente su circonferenze di raggio molto maggiore (deferenti) il cui centro era nelle vicinanze della Terra. Tale sistema poi fu perfezionato da Tolomeo (200 d.c.) e quindi noi lo conosciamo come sistema tolemaico.
Nonostante tutto, a livello pratico,  il sistema tolemaico raggiungeva una discreta precisione (tanto da essere indubbiamente superiore, dal punto di vista sperimentale, al sistema eliocentrico proposto da Aristarco da Samo), ma al prezzo di una grande complessità. Tuttavia le prove apportate nella tarda antichità e nel medioevo per sostenere il sistema geocentrico erano basate soprattutto su deduzioni da precetti teoretici e da testi sacri. Infatti questo sistema si adattava perfettamente alla dottrina della Chiesa cattolica (e di diverse altre religioni), che quindi fece propri molti di questi concetti: una posizione privilegiata della Terra al centro dell'universo rendeva naturale considerare l'uomo come apice e fine della creazione.
Galileo, osservando le fasi di Venere con il suo rudimentale telescopio dedusse che il pianeta dovesse trovarsi tra la Terra è il Sole, e che quindi fosse il Sole al centro, non la Terra. Tuttavia, come tutti sappiamo, dovette rigettare la sua scoperta sotto la pressione dell'inquisizione ecclesiastica. Questo è anche indice di come l'uomo possa anche non riuscire a credere ai suoi stessi occhi (tutti, anche i suoi inquisitori, potevano osservare Venere col cannocchiale) quando le pressioni della società in cui vive o della congregazione a cui è associato gli impongono di non crederci. Questo è quello che Richard Dawkins chiama "Il Firewall della fede".

Il terzo vulnus: la provenienza divina dell'uomo
L'impatto che ebbe il famoso testo "L'origine delle specie", redatto da Charles Darwin il 24 Novembre 1859 ebbe però un esito decisamente più catastrofico rispetto alle due incongruenze prima segnalate.
Il perchè ce lo spiega Steven Weinberg:
"Non solo perché la teoria dell'evoluzione, come la teoria di una terra sferica che si muove, era in conflitto con il letteralismo biblico; non solo perché l'evoluzione, come la teoria di Copernico, negava centralità agli esseri umani; e non solo perché l'evoluzione, come la teoria di Newton, forniva una spiegazione non religiosa per fenomeni naturali che fino allora sembravano inspiegabili senza l'intervento divino. 
Molto peggio: tra i fenomeni naturali che venivano spiegati dalla selezione naturale c'erano quelle caratteristiche dell'umanità di cui andiamo più fieri. Divenne plausibile che il nostro amore per i figli e compagni, e (dopo il lavoro dei moderni biologi evoluzionisti) anche principi morali più astratti come la lealtà, la carità è l'onestà, abbiano origine nell'evoluzione, anziché in un'anima creata da un essere divino."
In seguito a questo, dal 1860 in poi, vi fu da parte dei teologi una grande demonizzazione della teoria darwiniana e lo stesso Darwin (che pure in principio fu un cristiano devoto...) venne tacciato di eresia. La quasi totalità della stampa dell'epoca si schierò apertamente con i religiosi ed i vignettisti produssero numerose illustrazioni atte a ridicolizzare lo scienziato.
La chiesa anglicana d'Inghilterra in particolare si scagliò contro Darwin cercando in tutti i modi di delegittimare la sua teoria anti-creazionista. Recentemente si è verificata però una marcia indietro e questa istituzione religiosa ha formulato delle scuse all'illustre scienziato.
Un recente comunicato della chiesa anglicana afferma “La gente e le istituzioni commettono errori e i cristiani e le chiese non sono un’eccezione. Quando spunta una nuova grande idea che cambia la visione del mondo, è facile sentire che le vecchie certezze sono sotto attacco e che bisogna combattere le novità”.
Terry Sanderson, presidente della National Secular Society, ha affermato al proposito: “Mi sembra piuttosto bizzarro che un’istituzione indirizzi una scusa ad un individuo così tanto tempo dopo la sua morte. Oltre ad essere troppo tardi, il messaggio mi sembra come se non fosse sincero, come se ci fosse un possibile e non detto ‘però’ oltre il testo. Comunque, se ciò significa che da ora la Chiesa d’Inghilterra dirà ‘no’ all’insegnamento del creazionismo durante le lezioni di scienze nelle scuole, allora accetteremo le scuse a nome di Darwin”.
Purtroppo ciò non si è verificato e non sono mancate reazioni decise contro l’accomodamento anglicano. Il reverendo Micheal Reiss, membro della Royal Society, ha recentemente ribadito che il creazionismo debba essere insegnato durante i corsi di scienze a scuola.
Ma torniamo ora alla teoria dell'origine delle specie in quanto tale; essa si può riassumere in cinque punti:
  1. Le specie viventi sono dotate di una grande fertilità e producono numerosi discendenti che possono raggiungere lo stadio adulto.
  2. Le popolazioni rimangono grosso modo delle stesse dimensioni, con modeste fluttuazioni.
  3. Le risorse di cibo sono limitate, ma relativamente costanti per la maggior parte del tempo. Da queste prime tre osservazioni è possibile dedurre che verosimilmente in ogni ambiente ci sarà tra gli individui una lotta per la sopravvivenza.
  4. Con la riproduzione sessuale generalmente non vengono prodotti due individui identici. La variazione è abbondante.
  5. Gran parte di questa variazione è ereditabile.
Per queste ragioni Darwin afferma che in un mondo di popolazioni stabili, dove ogni individuo deve lottare per sopravvivere, quelli con le "migliori" caratteristiche avranno maggiori possibilità di sopravvivenza e così di trasmettere quei tratti favorevoli ai loro discendenti. Col trascorrere delle generazioni, le caratteristiche vantaggiose diverranno dominanti nella popolazione. Questa è la cosiddetta "selezione naturale".
Darwin afferma inoltre che la selezione naturale, se si trascina abbastanza a lungo, produce dei cambiamenti in una popolazione, conducendo eventualmente alla formazione di nuove specie (speciazione). Egli propose una miriade di osservazioni come dimostrazione del processo e dichiarò anche che la documentazione fossile potesse essere interpretata come sostegno a queste osservazioni. Darwin immaginò inoltre la possibilità che tutte le specie viventi discendessero da un antico progenitore comune. Le moderne prove del DNA sostengono questa idea. Ad esempio la conta dei geni dimostra che abbiamo in comune con gli scimpanzé (nostri parenti viventi più prossimi) ben il 98.4% dei geni.
Gli elementi di base grazie ai quali possono svolgersi i processi evolutivi sono le "mutazioni". Le mutazioni determinano infatti la cosiddetta variabilità genetica, ovvero la condizione per cui gli organismi differiscono tra loro per uno o più caratteri. Su questa variabilità, tramite la ricombinazione genetica, opera la selezione naturale, la quale promuove le mutazioni favorevoli a scapito di quelle sfavorevoli o addirittura letali. Essendo la maggior parte delle mutazioni non favorevoli, gli organismi hanno sviluppato diversi meccanismi per la riparazione del DNA dai vari danni che può subire, riducendo in questo modo il tasso di mutazione.

Cosa c'era prima di Darwin?
Una vera e propria enciclopedia dell'epoca, che vantava oltre 2900 pagine con relative illustrazioni, si può ritenere "Le Etudes de la Nature" pubblicato nel 1797, autore Jacques Bernardin de Saint Pierre il cui volume, di ovvio stampo creazionista, per chi fosse curioso, è visionabile parzialmente su http://books.google.com. Vediamo cosa afferma l'autore su quello che la divina provvidenza riserva per la vita degli animali:
"La provvidenza ha, nelle regioni meridionali, collocato alberi sempreverdi e provvisti di un ampio fogliame per proteggere gli animali dal calore estivo. Ed è andata in loro soccorso anche coprendoli di pelo raso, in modo da vestirli alla leggera; e ha tappezzato la terra che abitano di felci e liane verdi al fine di rinfrescarli."
Mentre quello che riserva per l'uomo è ancor più strabiliante:
"La vacca possiede quattro mammelle, nonostante che partorisca un solo vitello alla volta, raramente due, perché le due mammelle supplementari sono state destinate a nutrire il genere umano" - "Le erbe sono di una sostanza pieghevole e molle, perché, se fossero state legnose e dure, la maggior parte della terra sarebbe risultata inaccessibile all'uomo" - "La natura ha posizionato cespugli e liane, nei luoghi più difficili da scalare, al fine di facilitarne l'accesso all'uomo; quanto agli alberi, la maggior parte gettano i loro primi rami solo ad una certa altezza dal suolo, in modo da lasciare intorno al tronco uno spazio sufficiente per arrampicarvisi, e affinché noi potessimo attraversare agevolmente le foreste" - "E non vi è meno convenienza nelle forme e nelle grandezze dei frutti, ve ne sono molti che sono dimensionati per la bocca dell'uomo, come le ciliege e le prugne, altri che lo sono per la sua mano, come le mele e le pere. Ve ne sono di ancor più grossi come i meloni i quali, essendo già suddivisi a spicchi, sono destinati ad essere mangiati in famiglia, e ve ne sono persino di tanto grossi, come i cocomeri, fatti per essere consumati insieme ai vicini di casa."
Questa era la "scienza della natura" prima di Darwin. La citazione tradotta viene da un testo pubblicato da Giulio Barsanti sulla rivista Micromega, in quanto il testo originale era in francese.
Tutto ciò impone una riflessione: vogliamo credere a coloro che pretendono di dirci come è fatto il mondo stando comodamente seduti sulla sedia della loro scrivania ad interpretare fantasie e racconti oppure a coloro che, come Charles Darwin, per amore della scienza hanno lasciato la loro terra a soli 21 anni, si sono imbarcati su una nave insicura, l'HMS Beagle, ed hanno percorso per oltre cinque anni (1831-1836) migliaia di Km circumnavigando il globo alla scoperta di terre sconosciute?
Darwin durante il suo viaggio raccolse con metodo scientifico e catalogò un enorme numero di campioni vegetali e animali prima sconosciuti alla scienza: tali campioni, poi consegnati al British Museum, erano già di per sé un notevole ed ineguagliato contributo scientifico. Da quel viaggio e dalle sue osservazione trasse poi, solo dopo lunghi anni di elaborazione dei sui testi e relative comparazioni, il famoso "L'origine delle specie" che pubblicò nel 1859. Tuttavia le prime bozze dell'idea risalivano al 1844.

Le prove dell'evoluzione:
Nel corso dei decenni successivi ci si rese conto che la teoria di Darwin riusciva brillantemente a decifrare fenomeni naturali che il creazionismo non poteva spiegare. Ad esempio il ritrovamento di fossili di animali non più esistenti. Se è vero, come afferma tassativamente la Bibbia, che l'universo fu creato 6000 anni fa, nessun essere vivente poteva essere più antico dell'anno -4000 a.c.
Invece metodi di datazione per decadimento radioattivo oggi ci dicono che la nostra terra geologicamente ha 4.5 miliardi di anni e la datazione dei primi fossili indica che esistevano forme di vita (monocellulari) già 3.5 miliardi di anni fa. Tali metodi di datazione si basano, per la geologia, sul decadimento di isotopi radioattivi di Uranio 238, Torio, Stronzio ed altri metalli che possono datare fino a 13.9 miliardi di anni fa. Per i composti organici invece si usa il metodo del carbonio 14, capace di datare fino a 58.000 anni fa. E' importante conoscere come gli scienziati siano arrivati a calcolare le età di minerali e fossili; chi volesse approfondire è rimandato su Wikipedia a questo link.
La teoria di Darwin vanta innumerevoli prove paleontologiche, bio-geografiche, matematico/informatiche nonché prove direttamente osservabili via esperimento sulle attuali forme di vita (ad esempio la resistenza dei batteri agli antibiotici). Segnalo questo link suWikipedia per chi volesse approfondire.

L'evoluzione umana
Se Darwin avesse avuto ragione allora l'uomo non sarebbe stato creato da un Dio ma discenderebbe da esseri arboricoli terrestri che poi, a causa di mutamenti climatici, si sarebbero spostati sulla savana colonizzando questo nuovo ambiente e adattandosi (per selezione naturale) ad esso con mutamenti quali il bipedismo ed un cambiamento delle attitudini alimentari che trasformò i primi ominidi da raccoglitori di frutti e bacche (dieta vegetariana) a cacciatori (dieta onnivora). Ma se così fosse si sarebbero dovuti trovare dei resti di esseri che non sono né scimmie né uomini. Ebbene non solo questi resti sono stati ritrovati ma si è potuta fare anche una minuziosa classificazione degli stessi in base all'età fossile come si vede nella figura in basso.


Si nota, rispetto ai 400 gr di dimensione del cervello dello scimpanzè una evoluzione delle dimensioni della calotta cranica. L'evoluzione ha favorito quegli esseri che sono stati in grado di manipolare l'ambiente, il primo ad usare utensili (selci lavorate in modo da essere taglienti) è stato l'homo habilis e non è un caso che i reperti fossili sono stati ritrovati negli stessi luoghi di ritrovamento degli utensili. Recentemente sono state anche trovate prove che indicano che i cambiamenti climatici relativi al periodo 6-3 milioni di anni fa sono realmente avvenuti. Tali prove, visionabili a questo link, testimoniano che le foreste si trasformarono in savana.
Ma d'altronde non servono nemmeno i fossili per renderci conto che siamo frutto di un processo evolutivo; è sufficiente guardare le dita dei nostri piedi per vedere che sono una involuzione di una mano prensile. Il nostro bacino presenta un abbozzo di quella che era una coda: il coccige.
Si tratta dell’ultimo segmento rudimentale della colonna vertebrale ed è formato da 3 a 5 segmenti fusi tra loro che però non presentano le normali caratteristiche delle vertebre ma sono al contrario soltanto abbozzi di queste ultime, solo la prima vertebra coccigea presenta ancora qualche caratteristica comune alle vertebre precedenti. È l'ultima testimonianza della coda che caratterizzava la nostra specie in epoca remota, a prova di ciò, si riscontra, anche se molto raramente, in alcuni nascituri la presenza di ulteriori vertebre (generalmente 2-3 ma anche 5) al di sotto di esso che formano una vera "piccola coda".
Eppure, nonostante tutti questi dati di fatto, secondo un sondaggio della CNN, il 53% degli intervistati negli Stati Uniti d'America crede ancora nel creazionismo, cioè nella teoria secondo la quale Dio ha creato la Terra, i cieli e l'umanità a sua immagine e somiglianza. Il 31% crede nell'Intelligent Design (Progetto Intelligente) che sostiene che l'uomo si è effettivamente evoluto in milioni di anni partendo da forme primitive, ma secondo un processo guidato da Dio. Soltanto il 12% crede in ciò che afferma la teoria dell'evoluzione.
E in Italia? Il Centro di Ricerche Observa ha condotto un sondaggio analogo in patria e i risultati sono decisamente diversi: il 17% crede nel creazionismo, il 38% preferisce la teoria dell'evoluzione con la guida di Dio, il 31% punta invece sul darwinismo (fonte Cicap).
Ma d'altronde se ci sono individui che credono ancora che la terra sia piatta come meravigliarsi di questi dati! Invero esiste anche una forma di creazionismo radicale che afferma che la nostra Terra è giovane e datano la sua creazione al 4004 A.C. alle 12.00 proprio come affermano le scritture bibliche. Questi creazionisti rifiutano tutti i risultati della scienza che sono incompatibili con la presunta datazione biblica: oltre alla teoria dell'evoluzione, rigettano quindi la datazione geologica delle rocce e dei fossili, in base alla quale la Terra e le più antiche forme di vita risalgono a miliardi di anni fa. Alcuni creazionisti della Terra giovane spiegano l'esistenza dei fossili affermando che sono stati creati da Dio per "mettere alla prova" la fede dei credenti...

Creduloneria, pigrizia ed "effetto gregge"
Allora cosa significano questi dati? Significa che il mondo è pieno di stupidi e di creduloni? Sicuramente ve ne sono tanti, ma c'è anche da considerare, a loro parziale giustificazione, l'influenza culturale che ha l'ambiente su chi apprende. La famiglia da' una impronta indelebile al bambino: è quasi impossibile che un figlio di musulmani o ebrei ortodossi non divenga esso stesso musulmano o ebreo ortodosso quando diventa adulto. La scuola in molti paesi non insegna altro che la fede ufficiale del posto.
Accade anche qui in Italia, ma solo in parte attraverso la scuola; il bombardamento massivo dei nostri cervelli avviene da noi attraverso Tv e giornali. Si consideri infatti che molti dei partiti politici italiani sono di ispirazione cattolica e quindi le reti televisive (da essi controllate) ci mostrano quotidianamente, quattro volte al giorno per ogni canale, una predica del papa o un anatema di un prelato cattolico. Questa pervasività raggiunge livelli parossistici in occasione di eventi mediatici che coinvolgono l'etica quali il caso Welby o il caso Englaro. Quindi anche la creduloneria è parzialmente giustificata da un intenso e quotidiano lavaggio del cervello ambientale eseguito da Tv e Giornali.
Va poi detto che le odierne società consentono di vivere la propria vita fino alla morte comodamente credendo nei dettami della religione di stato, non è indispensabile per vivere cercare spiegazioni più razionali delle quattro propinate dai religiosi ed indicate in apertura di questo articolo. Le religioni ci indicano un modo comodo, confortevole e non-problematico di vivere.
Da qui ne discende il secondo aspetto: la pigrizia: "se ho un modo comodo e vantaggioso di interpretare il mondo attraverso la mia religione, il senso della mia vita e le leggi della natura, trovare conforto in altre persone religiose, e un sistema di idee che mi fornisce consolazione quando ho dei problemi, chi me lo fa fare ad andarmi a cercare altre spiegazioni?"
Eppure anche per la pigrizia si trova una parziale giustificazione. Accade talvolta che il pedone attraversi col rosso solo perché vede che un piccolo gruppetto di gente in quel momento lo sta facendo, e lo fa senza valutare un reale pericolo di essere investito e di morirne. Questo comportamento, che ricorda quello delle pecore, è denominato "effetto gregge" ed è frequente sentire il credente dire: "ma se c'è tutta questa gente che crede, allora quello che professa la mia religione deve essere senz'altro vero!".
Questo discorso, che sembra apparentemente logico, è invece assolutamente fuorviante: quello che professa una religione, i suoi miti, le sue regole, i suoi dogmi e le sue promesse di redenzione e di beatitudine eterna sono direttamente sconfessate da un'altra religione. A tale scopo riporto uno stralcio di testo del filosofo Bruno Colla, redattore del sito La Filosofia On-Line:
"Tante sono le religioni al mondo ed hanno la caratteristica di contraddirsi tra loro, per questo motivo tra le diverse religioni sovente esistono rapporti di ostilità; ogni religione è convinta di essere dalla parte giusta e vede conseguentemente le altre nella posizione errata. La più severa e nel contempo veritiera critica nei confronti di una determinata religione la si potrà sicuramente ottenere dagli esponenti di un altro credo religioso. Spesso religioni diverse condividono una base comune, per poi differenziarsi in aspetti secondari diversi. Le religioni hanno trovato in tutti i tempi un’incredibile diffusione ed un formidabile consenso, sebbene le loro credenze non trovassero nessuna legittimazione nella realtà del mondo e nella scienza, il consenso planetario a loro tributato, resta il vero mistero degno di ricerca e studio e di comprensione; il prodigio di una cultura che ha indotto milioni di esseri umani a credere che le loro fantasie e sogni sono realtà."

La controversia su dogmi
Sui dogmi di una religione, che possono essere ritenuti la base portante dello stesso credo, ecco cosa dice Weinberg:
"...la fede persistente in una data religione viene automaticamente favorita se la religione in questione insegna che Dio punisce chi non ha fede. Una simile religione tende a sopravvivere se la punizione minacciata è abbastanza spaventosa. Per contrasto, una religione avrebbe problemi a mantenere i suoi fedeli se insegnasse che gli infedeli sono soggetti dopo la morte soltanto a un breve periodo di blando sconforto, dopo il quale si riuniscono ai fedeli nella gioia eterna. Così è naturale che, nel Cristianesimo e l'Islam tradizionali, il non credere sia divenuto il "crimine ultimo", e l'inferno la camera di tortura definitiva."
Ma il fattore, che si può ritenere ai limiti del paradosso in tutto questo sta proprio nel fatto che un dogma ritenuto indiscutibile e intoccabile in una religione sia totalmente sconfessato o addirittura deriso da un'altra.
Ad esempio il dogma cristiano fondamentale che ritiene che Gesù Cristo sia il figlio diretto di Dio, salvatore del mondo ed eletto a divinità assieme al Padre è ritenuto inaccettabile dalla fede musulmana. Per gli 1.3 miliardi di musulmani che vivono sul pianeta Terra questo dogma è praticamente una bestemmia in quanto nessun uomo può essere deificato (non c'è Dio al di fuori del Dio Uno - Corano 4:171 -). Gesù Cristo per i musulmani è solo un profeta che apre la strada alla venuta di Maometto e la stragrande maggioranza dei musulmani nega anche che sia avvenuta la crocifissione di Gesù. Altresì la religione musulmana ripudia il parossistico antropomorfismo religioso cristiano (e cattolico in particolare); le moschee non riportano dipinti di figure umane di santi o martiri ne statue alcune ma solo decorazioni astratte. Ciò in quanto Dio (e questo sembra logico) sarebbe irraggiungibile per l'intelletto umano e quindi non-rappresentabile.
Anche per gli ebrei Gesù Cristo non è divino, anzi lo rimproverano di aver reinterpretato le scritture bibliche in modo errato e fazioso: "Dalla sua predicazione è scritto: Si burlò delle parole dei Salmi e commentò la Scrittura come i Farisei. Ebbe cinque discepoli, disse che non era venuto ad abrogare niente della legge né ad aggiungere niente." Egli non è quindi il messia poiché non sarebbe stato annunciato in modo corretto, la venuta di un messia avrebbe dovuto produrre risultati ben diversi: cambiamenti visibili su tutto il pianeta, la riunione di tutti gli israeliti dispersi e la loro liberazione da qualsiasi oppressore (si aspettavano dunque un messia guerriero...).
In realtà è vero che per circa un secolo dopo la sua nascita nessuno si accorse della venuta di Cristo nel mondo; solo a seguito della predicazione di Paolo di Tarso (San Paolo) e la diffusione dei "Gentili" (pagani convertiti al cristianesimo) si ha una migrazione verso nord della dottrina cristiana e solo dopo il II secolo D.C. le chiese giudaico-cristiane presero vita dissociandosi dalle chiese ebraiche, ristrutturatesi, queste ultime, dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme. Inoltre andrebbe chiarito il perché di Gesù Cristo si narrano (nei vangeli) solo i suoi ultimi tre (3) anni di vita dei 33 totali. Non si sa assolutamente nulla di quello che fece sulla Terra da bambino, da ragazzino, da adolescente, da giovane. E questo sembra strano per un Dio incarnato in terra...
Per quanto riguarda la affidabilità storica dei testi sacri si consideri ad esempio che lo stesso Corano non fu affatto scritto da Maometto come la quasi totalità della gente crede. Maometto infatti era totalmente analfabeta e le leggi che troviamo scritte sul testo sacro sono frutto di testimonianze di parenti e collaboratori che tentarono di riportare su carta i regolamenti che lo stesso profeta aveva dettato oralmente nel corso di più di 50 anni. Derivando dalla sintesi di scritti di persone plurime e riportati in tempi diversi si può comprendere perché alcune sezioni del Corano siano contraddittorie, ad esempio quelle riguardanti il "trattamento" degli infedeli, riprese e citate dagli estremisti come giustificazione alla "guerra santa" e smentite con frasi di tolleranza in altre sezioni del testo sacro.
Per quanto riguarda la Bibbia, non esiste il suo testo originale, essa ci perviene come copie di copie di copie e pare che il primo volume risalga solo al 7° secolo A.C., a distanza di diversi secoli dagli eventi narrati. Nonostante gli sforzi dei molti adepti, non si è mai trovata una traccia storica/paleontologica del diluvio universale avvenuto 5000 anni fa, né i resti dell'arca di Noè, né si sono avuti resoconti storici delle guerre in essa narrate (Sodoma e Gomorra). In altre parole si tratta essenzialmente di leggende come ci narrano gli archeologi bibilici Israel Finkelstein e Neil Silberman nel loro libro: Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito .

L'Influenza della Religione sulla Società
La Religione ha la capacità di forgiare le regole di comportamento di intere società e di distorcere la vita sociale fino a creare conflitti e disparità talvolta riprovevoli per qualsiasi etica umana. L'induismo ad esempio divide le famiglie dei suoi fedeli in "caste". Se si nasce in una casta povera ed incolta si dovrà restare così per tutta la vita, non ci sarà possibilità di evoluzione né sociale (con lo studio) né economica per il malcapitato bambino della casta debole.
A causa di questo "classismo" la società a cui è applicato non evolve, ristagna sia tecnologicamente che culturalmente e viene sottoposta ad un regime teocratico odioso, pervasivo e repressivo. Quindi in India negli ultimi anni molte persone per sfuggire al classismo religioso indù si sono convertite al cristianesimo e ciò ha prodotto la reazione violenta della comunità indù con assassini e distruzione di chiese cristiane. Potete trovare dettagli su qualsiasi articolo giornalistico, ad esempio qui.
Nei paesi musulmani il leader politico viene scelto dalla casta religiosa, non bisogna meravigliarsi quindi che il livello medio di cultura, soprattutto in quei paesi ove regna un conservatorismo estremista (Iran, Afghanistan), risulti estremamente basso e lo sviluppo tecnologico di queste società ha tratti talvolta medioevali.
In tutti i paesi occidentali ove la religione impone i suoi comandamenti etici e la sua pseudo-scienza attraverso i mass-media essa funge da freno per lo sviluppo scientifico e pone dinieghi per la ricerca, ad esempio sulle cellule staminali, sugli organismi geneticamente modificati, sulla clonazione e vietando diagnosi pre-impianto, sicura prevenzione per le malattie neonatali, che eviterebbero una vita di sofferenza per molti esseri umani. Ricerche che, al contrario, se eseguite secondo un'etica scientifica, avrebbero portato avanti la cura di diverse malattie e dato una soluzione alla speranza longevista dell'uomo.
In particolare non si può non notare una grande aggressività mediatica del nuovo cattolicesimo neo-ratzingheriano che ha suscitato più di una protesta per le sue posizioni retrograde, non ultima la contrarietà alla contraccezione, che invece sappiamo essere l'unico metodo per risolvere il contagio delle malattie sessuali nei paesi africani.

"Intelligent Design": siamo stati creati da un Dio perfetto e onnisciente?
Secondo questa teoria neo-creazionista l'uomo si è evoluto da forme di vita primitive ma il processo era preordinato e seguito pedissequamente da Dio. A tal proposito ecco cosa ci dice il prof. Claudio Franceschi, Professore al dipartimento di Patologia Sperimentale alla Università di Bologna:
"Il nostro corpo è un’entità storica, risultato dell’evoluzione. Se andiamo a vedere, a livello del DNA, c’è scritta non solo l’informazione genetica ma anche tutta la storia evolutiva della nostra specie. Solo una piccolissima percentuale del DNA codifica per le proteine, “coding regions”, quella che funziona, tutto il resto è costituito da geni troncati, pseudo-geni, introni, sequenze ripetute, trasposoni, microsatelliti, c’è tutto di qualsiasi cosa; di tre miliardi di basi, solo 100 milioni sono codificanti. La storia evolutiva della vita sul nostro pianeta e di conseguenza anche la nostra, non è stata lineare ma ha visto contaminazioni genetiche orizzontali di tutti i generi, ci sono stati virus invasori che sono passati da una specie all’altra contaminandole e quindi l’albero della vita è meglio rappresentato da un reticolato e da una rete piuttosto che dalle forme verticali solitamente modellizzate."
Se fossimo stati creati da una divinità, a sua immagine e somiglianza, come mai tanti errori? Come mai tante malattie? E... permettetemi, come mai tanta sofferenza? Ci sono malattie come la sindrome di Duchenne che attaccano i bambini a partire dall'età di tre anni; proprio quando i genitori iniziavano a godere delle meraviglie del loro bimbo ecco che esso inizia a deformarsi, i suoi arti si atrofizzano e la sua spina dorsale si piega a fisarmonica! Per non parlare poi delle malformazioni neonatali, del cancro e di tutta una varietà di malattie che fanno capo ad un organismo, il nostro, che è tutt'altro che perfetto.
Allora il Dio dei testi sacri è insensibile a queste sofferenze? Esso le provoca per metterci alla prova? Esegue degli esperimenti su di noi?
Alcuni teologi moderni come Vito Mancuso ipotizzano che Dio non abbia ragione diretta in questi eventi dolorosi. Egli definirebbe le leggi generali della natura, leggi che conducono ad uno sviluppo della vita semplice (vegetale e animale) dapprima e in seguito ad una evoluzione verso la formazione di una "mente autocosciente" come quella che possiede l'uomo attuale. Tale evoluzione terminerebbe poi verso esseri di "puro spirito". Si tratta di una tesi interessante: Dio quindi non avrebbe cognizione diretta di tutta la moltitudine di ramificazioni a cui le leggi che ha creato conducono e quindi non dovrebbe mai essere chiamato in causa per spiegare la sofferenza.
Certamente questa sembra una via d'uscita logica dal problema ma non tiene conto di un fondamentale fattore: un Dio che non arriva a vedere la ramificazione ultima di una sua legge emanata non è onnisciente, ma se non è onnisciente non è un Dio! Magari sarà un eccellentissimo ingegnere che ha creato, in quella bolla di spazio/tempo in cui viviamo, delle leggi di organizzazione molto dettagliate e raffinate ma non può tener conto di tutte le conseguenze delle stesse nelle loro infinite ramificazioni.
Quindi, anche in questo caso, ricadiamo nello scientismo di Arthur C. Clark espresso nel suo famoso, struggente, quanto bellissimo racconto "The Star" (La Stella - Edizioni Urania in Italia).
Invero la scienza, tramite la teoria dell'evoluzione e gli studi sulla genetica, ci da invece una congrua risposta ai nostri interrogativi sulle malattie e la sofferenza:
viviamo in un mondo in cui la vita si evolve sotto la spinta di continue mutazioni genetiche, mutazioni che tengono conto solo di due fattori, come ci ha spiegato brillantemente il premio Nobel Jack Monod; questi due fattori sono "Il Caso e la Necessità".
Detto in altre parole non c'è proprio nessuno a proteggerci, siamo in balia degli elementi della natura e dei sistemi di auto-organizzazione della vita! E quando si parla di elementi non si vuole intendere solo terremoti o alluvioni che, seppur terribili, provocano danni in aree limitate, ma vere e proprie catastrofi come quella che ha causato l'estinzione dei dinosauri.
Un solo esempio: nella località detta
 Tunguska in Siberia avvenne l'impatto di un meteorite alle ore 7.14 locali del 14 Giugno 1908; 2150 chilometri quadrati di superficie terrestre vennero devastati da una immane esplosione udita fino a 1000 Km di distanza e della potenza di circa 13 Megatoni. Nella esplosione vennero sradicati o divelti più di 60 milioni di alberi. Tutto ciò fu causato da un minuscolo asteroide del diametro di 30 metri (solo trenta metri!) e che per fortuna colpì una zona totalmente disabitata. Se ne fosse caduto uno di 80 Km di diametro a quest'ora non esisteremmo più, estinti! Estinti proprio come quel 98% delle specie viventi che sono esistite sulla Terra prima di noi e che ora non ci sono più. 
Si pensi solo che 10.000 anni fa esistevano due sottospecie di homo sapiens, il "sapiens sapiens" e il "sapiens neanderthalensis". Quest'ultimo, che pure aveva la capacità di comunicare, di costruire utensili evoluti ed una dimensione cerebrale paragonabile alla nostra si è estinto. I neanderthal avevano il 99.8% di geni in comune con noi, e il fatto che siano scomparsi non è affatto rassicurante per il nostro futuro. 

Su cosa possiamo fare affidamento?
La risposta è semplice: basandosi solo su quello che la scienza afferma; talvolta troveremo che quello che dice non è bello, né elegante, né ci da una speranza per la vita dopo la morte (resurrezione, reincarnazione ecc.) ma potremo essere sicuri che quello che apprenderemo è frutto di prove, ricerche e sperimentazioni durate decenni da parte di persone serie, intelligenti, preparate e non dalle fantasie di alcuni individui "illuminati" che affermano di sapere come è fatto il mondo basandosi su antichi scritti dei quali non si ha nemmeno riscontro storico dei fatti narrati. Il fatto è che per fare questa scelta ci vuole coraggio, e nelle file dei creduloni coloro che riescono ad emergere dalla melma sono pochi, poiché sono pochi quelli che hanno coraggio.
Bisogna chiedersi: "è stata la Religione nel corso dell'ultimo secolo a donare alla società benessere e longevità o è stata la Scienza?" Si consideri che nei primi del 1900 la vita media di un uomo era di 41 anni ed era una vita grama, pesanti lavori manuali e poche soddisfazioni. Si poteva morire per il semplice taglio di una roncola o di malattie esantematiche oggi ritenute innocue.
Oggi tale aspettativa di vita è stata portata a 78 anni (un incremento di un +90.2%) grazie ai progressi nella medicina, si pensi alla sola scoperta degli antibiotici. Malattie che un tempo erano mortali o portavano ad invalidazione grave oggi sono curabili con una semplice pillola. Il lavoro è divenuto più "leggero" con la migrazione delle genti dalla agricoltura alla industria ed in seguito nel terziario. La scienza inoltre, in quei pochi casi ove ha commesso errori (es. diffusione del DDT, non valutazione dei pericoli dell'amianto...) è stata in grado di fare autocritica ed auto-correggersi, cosa impossibile da attuare nell'etica delle caste religiose.
E poi: nei regimi aristocratici medioevali e pre-industriali basati sulla teocrazia religiosa le persone erano veramente felici? Solo una piccola casta aveva a sua disposizione beni materiali e culturali, il restante "volgo", che costituiva la quasi totalità della popolazione, non vi aveva accesso e soffriva la fame. Il progresso scientifico e tecnologico ha invece oggi aperto le porte ai beni materiali e alla cultura a tutti coloro che vi vogliono accedere, anche se spesso questo tendiamo a dimenticarlo.

La scienza potrà sostituire la religione?
Probabilmente no. Per i motivi spiegati appena sopra, la Religione fornisce un modo "comodo" di interpretare il mondo; molta gente non vuole lambiccarsi il cervello a trovare altre spiegazioni. Inoltre la scienza manca di una etica sociologica ossia una serie di regole che possano essere applicate al modo di vivere di una società umana regolandone le funzioni e riducendone al minimo disagi e sofferenze. Tra le funzioni sociologiche più importanti sono da segnalare quella di far parte di un congregazione di individui con una "missione" che motiva la vita. L'atto della confessione in chiesa (citazione di Sigmund Freud) è ad esempio un atto liberatorio di emozioni negative che altrimenti resterebbero represse ed ha lo stesso effetto benefico della "catarsi" che si instaura sotto una seduta di psicoanalisi.
Altro: la Religione compie opere caritatevoli, le organizzazioni laiche che operano in questo campo sono molto più limitate come mezzi e non operano secondo un principio unificante (la fede) essendo dissociate tra loro. Le chiese sono pervasivamente diffuse sul territorio nazionale mentre non ci sono centri che insegnano filosofia della scienza.
C'è inoltre chi afferma che l'impulso religioso sarebbe innato in ciascuno di noi, Desmond Morris (La Scimmia Nuda) associa la nostra innata ricerca di "protezione" presso un individuo dai poteri superiori, al cosiddetto "capobranco" ancestrale che ci guidava nelle battute nella savana e regolava anche la nostra vita sociale, da lui dipendeva la nostra sopravvivenza. Tale figura la si ritrova anche nei primati superiori e nelle attuali società umane che vivono in modo primitivo in Africa, in Australia ed in Sud-America.
Altri scienziati pensano che esistano proprio delle strutture fisiche del cervello adibite all'esperienza religiosa e che la stessa sia effettivamente frutto dello stesso processo evolutivo che ci ha portato fino a qui. In particolare il lobo temporale destro mediano, l'ippocampo, e le associate strutture del lobo limbico sono quelle indicate da alcuni ricercatori come il substrato biologico delle esperienze religiose. La prova di ciò è rappresentata dagli studi sulle patologie del lobo temporale, dagli studi sulla stimolazione elettrica diretta e dagli studi sul lobo temporale negli epilettici.

Il futuro non è già scritto
Se esistesse un Dio onnisciente che segue pedissequamente ogni nostro passo e prevede ogni nostra mossa noi dovremmo paragonarci a dei bot (personaggi animati elettronicamente) in un videogioco di computer o, se preferite, a delle comparse in un film di cui è già scritta la trama. Ogni nostra azione sarebbe stata già preventivata e non avremmo alcuna libertà di uscire da schemi e azioni che sono stati pre-programmati per noi. Ogni nostra mossa nel futuro era stata stabilita, non poteva e non potrà andare diversamente.
Al contrario, se ha ragione Darwin, il futuro non è già scritto, la natura segue il suo corso indipendentemente da noi, la nostra sopravvivenza nel futuro dipenderà solo ed esclusivamente dalla nostre capacità di dirigere in modo intelligente il nostro sviluppo evolutivo seguendo una nuova etica basata sulla scienza pura che dirigerà in modo armonico il nostro sviluppo tecnologico. Noi stessi potremo rielaborare, pur con le dovute cautele, le leggi della genetica al fine di migliorare la qualità della nostra vita e, perché no, espandere la stessa su altri pianeti.
Una frase di Charles Darwin quando si trovò ad esplorare la foresta tropicale in Brasile:
"E' facile specificare i singoli oggetti di ammirazione in quel grande scenario, ma è impossibile dare una idea adeguata della profondità dei sensi di meraviglia, di stupore e di devozione che riempiono ed elevano la mente..."
Suscita ancora forti sensazioni in chi la rilegge oggi, anche a distanza di 160 anni. L'osservazione diretta delle meraviglie della natura, l'emozione della scoperta e l'esaltazione nel poter vedere forme di vita dapprima sconosciute muoversi nel loro ambiente.
Se tutto questo fosse preordinato, pre-programmato; se quel giorno si sapeva in anticipo che Darwin doveva trovarsi lì, pensare quelle cose e poi scrivere quella frase, la sua grande emozione, ammirazione, il suo stupore perderebbero di senso, svuotandosi del loro incipit, si spegnerebbero come la fiamma di una candela al vento.
Noi crediamo invece che nulla era preordinato e pre-programmato quel giorno, che tale emozione era quindi autentica. Per questo crediamo nella scienza, per questo pensiamo che il futuro non è già scritto.
E a coloro come Charles Darwin, Gregor Mendel, e più di recente Richard Dawkins, Stephen Jay Gould, Jacques Monod e Niles Eldredge, che hanno contribuito a svelare quel mirabile mistero che è la vita, lottando contro le coercizioni dei conservatori e della religione, noi oggi possiamo, anzi dobbiamo, dire una sola parola: grazie!

Commento del Filosofo Bruno Colla (www.lafilosofiaonline.it): [...] nel suo testo lei non si limita all’esposizione scientifica della scienza di Darwin, ma dimostra di essere consapevole, come lo sono io, che Darwin non può essere iniziato e finito in un ottica unicamente scientifica. [...] La scienza potrà sostituire la religione? Io, come lei, dico di no!  La mia motivazione è però differente dalla sua. Io ritengo che la religione e la scienza siano due cose completamente  differenti, l’una ha lo scopo unico di superare la realtà del mondo con l’immaginazione, l’altra si pone l’unico fine di comprendere la realtà ed i fenomeni ad essa connessi... continua

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