giovedì 5 aprile 2012

I disobbedienti del Papa

I disobbedienti del Papa

L'esercito dei ribelli al cattolicesimo tradizionale del pontefice tedesco. E quelli che vogliono riformare una chiesa vetusta e troppo lontana dal XXI secolo. Ma con poche speranze. Almeno finché sarà Ratzinger a comandare a Roma.


“Poco alla volta, questa società sta cercando di allontanare Dio sostituendolo con idoli ingannevoli quali il potere, il successo, l’assenza di calore, i vizi. Siamo davanti ad un neo paganesimo. Ecco perché è urgente tornare a Dio nelle scelte di vita di ogni giorno”, ha detto Al Bano in occasione dell’uscita di: “Io ci credo”. Riconoscere vizi, essere reduci da un divorzio e dividere il focolare domestico con una show-girl non basta a mantenere l’equilibrio sulle saponate lanciate da San Pietro: si rischia di diventare un esempio di cattolico dissidente.

IL CASO - Sono giorni duri per Ratzinger, in pochi lo ascoltano, in molti gli disobbediscono. Al centro dell’omelia odierna, durante la messa crismale, è finita infatti la polemica sulle “pretesse”. Arriva dall’Austria la volontà di un’apertura alle riforme firmata da 329 sacerdoti guarda con serenità alla possibilità del sacerdozio femminile. “Nella questione circa l’ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore” ha così commentato il secondo uomo più famoso della Germania. Se il Signore non favella, non c’è niente da fare, “la disobbedienza è veramente una via? Si può percepire in questo qualcosa della conformazione a Cristo, che è il presupposto di un vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?” ha continuato.

IL CELIBATO – La lotta, in realtà, è iniziata già da qualche anno e a breve la protesta passerà ai fatti: a minacciare i sogni sereni del Papa arriverebbe l’alleanza con i laici e messe da loro pronunciate. Dal 1995 Helmut Schueller guida la rivolta e raccoglie consensi, richiamato all’ordine dal Vaticano avrebbe ritirato “L’Appello dal popolo di Dio”, una serie di punti per le gerarchie ecclesiastiche. I parroci innovatori pretenderebbero anche la comunione ai divorziati risposati (nel caso Al Bano lasciasse il Salento per vivere oltre le Alpi non sarebbe più confuso) e l’abolizione dell’obbligo del celibato, punti già presenti nelle precedenti richieste. Già nel maggio del 2010 il Cardinale Cristoph Schonborn tentò di inneggiare a un cambiamento di visione, prendendo in considerazione “l’educazione dei preti, le conseguenze della rivoluzione sessuale del ’68 e il celibato nello sviluppo personale”.

PRETI DISSIDENTI – Ovunque si volti il Papa, c’è un “rebel, rebel” pronto a rovinargli le mattinate. L’Illustre non sa più come tenere a bada i parroci che non vogliono impartire la Messa Antica. “Disobbedire al Papa non è cosa da Vescovi. E quelli che fanno la fronda contro la liberalizzazione del rito in latino, voluta da Benedetto XVI, rischiano di trasformarsi in “strumenti del diavolo” secondo le parole dell’Arcivescovo Malcolm Ranjiith, il prelato eletto dal Papa al ministero vaticano per la Liturgia. Il Motu Proprio è una partita a Risiko interminabile, ci sono eserciti schierati pro e contro ma “non deve essere messo in discussione” – secondo l’Arcivescovo – “con le nostre regolette piccine (…) se non seguiamo questo principio, permetteremo di essere usati come strumenti del demonio”. Nel 2008 il Segretario della Commissione Ecclesia Dei, mons. Camille Perl sosteneva il ritorno al Latino con la dovuta cautela: “bisogna tenere conto che il rito riformato da Paolo VI è in vigore da 40 anni e ci sono molti preti che non sanno celebrare la messa con il vecchio rito; senza contare che sono stati indottrinati secondo una visione precisa: cioè che la vecchia liturgia superata. Tuttavia ci sono anche giovani sacerdoti che vogliono celebrare la messa in latino e credo che il Papa abbia fatto il Motu Proprio pensando a loro”.

I PELLEGRINAGGI PROIBITI – Vagonate di fedeli si passano il testimone ogni settimana lungo il sentiero che porta verso Medjugorje. La piccola cittadina resta una delle tappe del turismo cattolico nonostante il divieto imposto dal Vaticano. Da più di vent’anni la Madonna apparirebbe a sei veggenti e nello stesso periodo sarebbe apparso pure il business economico legato alle visioni. Nel 1991 Bertone parlò dell’impossibilità di affermare che si trattasse di rivelazioni soprannaturali. “I pellegrinaggi ufficiali non devono essere organizzati perché sarebbero in contraddizione con quanto è stato affermato dai vescovi della ex Jugoslavia.” Nel 2010 la commissione guidata dal cardinale Camillo Ruini, presso la Congregazione per la dottrina della fede, ufficializzò il divieto su richiesta di Ratzinger. L’ex viceparroco Tomislav Vlasic fu accusato della diffusione di eresie e di un figlio illegittimo, nato dalla relazione con una suora e dovette lasciare il prelato. Padre Jozo Zovko, suo successore, venne esiliato sull’isola di Badija e trasferito in Austria. Oggi da Pontifex arriva l’invito a rispettare “Sant’Ignazio di Antiochia”, nella lettera agli Smirnesi invitava i fedeli a seguire Gesù Cristo, i presbiteriani, gli Apostoli e il vescovo ma purtroppo morì per atroci torture nel 107.

PRETI OMOSESSUALI – Gli austriaci di “noi siamo chiesa” non ritengono l’omosessualità un limite per accedere al prelato, né per diventare Papa. Stabilito il 24 marzo 2012 e firmato il giorno dopo nell’Assemblea popolare a St. Poelten, concede ai parroci gay una possibilità effettiva. Significativa apertura che si somma a quella della Germania: a Monaco ogni mese si celebra una messa per i credenti cattolici gay e lesbiche nella Chiesa di St. Paul. Il portavoce Bernhard Kellner ha dichiarato: “Siamo felici quando le persone vogliono celebrare l’eucaristia insieme, ognuno qui è il benvenuto” Anche l’Arcivescovo di Monaco ha commentato positivamente l’iniziativa poiché ritiene gli omosessuali parte integrante della Chiesa, poiché Dio ne aveva già tenuto conto quando creò l’uomo e la donna. Ratzinger non ha dimostrato la stessa sensibilità dei suoi connazionali. Demonio – Papa, la partita è aperta.

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