venerdì 30 settembre 2011

IL SANTO CRAC



La Procura di Milano ha chiesto il fallimento del San Raffaele.
Nonostante il positivo incontro di mercoledì 28 settembre tra i vertici del San Raffaele e i rappresentanti degli instituti bancari esposte con un credito di 400 milioni la procura di Milano ha chiesto il fallimento dell' ospedale di Don Verzè. I pm Laura Pedio e Luigi Orsi avevano depositato la richiesta già nella giornata di venerdì 23 settembre l'istanza presso il tribunale fallimentare di Milano, la notifica alle parti è arrivata giovedì 29 settembre, proprio nel giorno di San Raffaele. L' udienza è stata fissata per mercoledì 12 ottobre.
Una decisione che secondo la procura tutela in modo più efficace i creditori che in questo modo riceveranno tutti uno stesso trattamento

evitando un ulteriore aggravarsi della situazione. «Questa iniziativa è innanzitutto finalizzata all' intento di arrestare ulteriori dissipazioni patrimoniali, ma è altresì orientata a perseguire l'interesse pubblico nella sfera del quale rientra la posizione dei soggetti a vario titolo coinvolti in questo grave default, quali i creditori, i dipendenti, i collaboratori e gli stessi utenti del servizio sanitario gestito dalla fondazione» ha chiarito il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati in un comunicato stampa.
IL 10 OTTOBRE LA PRESENTAZIONE DEL CONCORDATO PREVENTIVO. Il San Raffaele si è trovato negli ultimi mesi in una grave difficoltà finanziaria, travolto da 1,5 miliardi di debiti in gran parte con il sistema dei fornitori e per 300-400 milioni di competenza delle banche. L'incontro (il vicepresidente dell'ospedale Giuseppe Profiti da una parte e i rappresentanti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnl, Mps, Popolare di Sondrio e Cariparma dall'altra) avvenuto mercoledì 28, è servito per presentare il piano di rientro dell'istituto sanitario ma non ha dissipato i dubbi sul futuro. Di certo c'è che rimane fissata per il 10 ottobre l'udienza per la presentazione della proposta di concordato preventivo. Il consiglio d'amministrazione della Fondazione San Raffaele ha infatti reso noto che «ha preso atto del deposito dell'istanza di fallimento presso il Tribunale di Milano e conferma che il piano di risanamento sarà asseverato fra poco più di 10 giorni, entro il termine del 10 ottobre, nel pieno rispetto del doveroso spirito di collaborazione instaurato con l'autorità giudiziaria».
RICHIESTA INTESA A TUTELARE L'INTERESSE PUBBLICO. La procura, si legge nel comunicato, «il 23 settembre a norma dell'art.7 n.1 legge fallimentare, ha depositato presso il tribunale Sezione Fallimentare la richiesta di dichiarazione di fallimento della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor». Dagli atti acquisiti, scrive il procuratore nella nota, «emerge lo stato di insolvenza della fondazione, dato non controverso, tanto che il consiglio di amministrazione ha pubblicamente dichiarato di voler presentare un ricorso per l'ammissione al concordato preventivo, proposito che finora non risulta essersi concretato». A fronte, si legge ancora, «di una situazione, prevedibilmente suscettibile di ulteriore aggravamento, si è imposta una richiesta, quella che la legge fallimentare affida al pubblico ministero, orientata a perseguire l'interesse pubblico, sotto molteplici profili».
Continua la mobilitazione dei lavoratori
Continua intanto la mobilitazione del personale ospedaliero contro la possibilità di fallimento dell'istituto: i dipendenti hanno deciso di protestare con un fiocco rosso indossato sul camice bianco di lavoro. Il Coordinamento aziendale Usb ha invitato anche i pazienti ad aderire alla causa vestendo «il fiocco rosso della lotta». Intanto, sono proseguite le mobilitazioni per garantire un futuro all'Istituto di via Olgettina. Nella mattinata di venerdì 30 settembre, alle ore 8.30, è in programma che il superconsulente Renato Botti incontri i sindacati per aggiornarli sullo stato del progetto di risanamento, e per l'occasione i lavoratori hanno la ferma intenzione di ribadire «con forza» le loro sei richieste.
PRESIDI DI PROTESTA. Il Coordinamento Usb ha spiegato che «dopo le affollate assemblee di martedì 27 e mercoledì 28, rispettivamente a Turro e nella sede di via Olgettina i lavoratori e le lavoratrici dell'ospedale San Raffaele continuano la lotta per difendere posti di lavoro e diritti dei pazienti». Nella giornata di giovedì 29 settembre il presidio è a Ville Turro, struttura che nel piano industriale sembra destinata alla dismissione. Ma «il trasferimento delle prestazioni presso la sede centrale è destinata a creare un
tale disagio all'utenza da farla rinunciare» hanno avvertito i sindacati. «Questa scelta, dunque, oltre ad essere fortemente penalizzante per i pazienti, risulta negativa per il rientro del debito». Nei prossimi giorni è in programma che i presidi continuino.
LE RICHIESTE DEI LAVORATORI. Nel dettaglio le richieste dei lavoratori sono state le seguenti: 1) «Mantenimento della struttura sanitaria di Turro»; 2) «Salvaguardia di tutti i posti di lavoro, compresi quelli dei lavoratori delle ditte in appalto, di cui chiediamo l'internalizzazione, e dei lavoratori precari, di cui chiediamo l'assunzione a tempo indeterminato»; 3) «La trasformazione dell'ospedale da privato a pubblico, poichè il San Raffaele riceve soldi pubblici dalla Regione, dallo Stato, dalle Asl ed eroga per oltre il 90% prestazioni convenzionale con il servizio Sanitario nazionale»; 4) «Una forte discontinuità con la precedente gestione, che ha creato l'enorme dissesto finanziario della Fondazione»; 5) «La salvaguardia dei diritti acquisiti, a partire dall'applicazione del Contratto collettivo nazionale della sanità pubblica e della contrattazione decentrata»; 6) «La crescita dei livelli di qualità e sicurezza nell'erogazione delle prestazioni sanitarie e dell'assistenza».
Giovedì, 29 Settembre 2011