martedì 27 settembre 2011

BAGNASCO PARLA, IL PDL TREMA


Cardinale Bagnasco26 settembre 2011 - Il partito di Berlusconi sorpreso, e scosso, dal monito del cardinale sulla questione morale.
Il Popolo della Libertà è spiazzato e scosso dal monito del cardinale Angelo Bagnasco. Le parole del presidente della Cei , che seguono di poco le bacchettate al governo della Confindustria per i provvedimenti anticrisi delle ultime settimane, vengono accolte con preoccupazione nel partito. Se, oltre alla sfiducia del mercato finanziario e dell’ associazione degli industriali per la politica economica, insomma, si incassano segnali per nulla distensivi della Chiesa, Berlusconi e i suoi non possono che allarmarsi. Lo sfaldamento dell’ appoggio dei centri culturali e di interesse al governo che non si erano mai così messi di traverso rispetto alle scelte dell’ esecutivo, potrebbe essere semplicemente il preludio di una ben più grave crisi

 parlamentare e politica. Le voci che si rincorrono in queste ore raccontano di un Silvio Berlusconi sorpreso dall’ affondo del numero uno dei vescovi italiani. Non me lo aspettavo, avrebbe detto il Cavaliere ai suoi.
PARTITO SPIAZZATO -  Fa sentire la sua voce, Osvaldo Napoli, berlusconiano doc, che – riporta l’ Adnkronos - sottolinea: “Più della morale, mi hanno colpito i riferimenti di Monsignor Bagnasco al nuovo orizzonte di impegno politico per i cattolici. Anche qui mi aspetto letture superficiali: la Chiesa non lavora e mai potrebbe farlo alla rinascita di un partito dei cattolici”. Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati, invita l’opposizione a non strumentalizzare: “Il richiamo del cardinal Bagnasco alla serietà, alla sobrietà, alla solidarietà, al rifiuto della reciproca denigrazione, allo stile di vita individuale, ai comitati d’affari, alle indagini unilaterali, costituisce l’espressione di una riflessione in atto nel mondo cattolico che richiede da parte di tutti noi un’attenta considerazione e che però non va banalizzata con considerazioni politiche strumentali”. L’imperativo, insomma, dalle parti del Pdl, è minimizzare. Basterà?
BLOCCARE IL REFERENDUM… - Sia rimediabile o no il calo di consenso che sta rendendo sempre più vulnerabile la maggioranza berlusconiana, si prova a fare quanto più in fretta possibile per evitare il referendum che, ristabilendo il Mattarellum, potrebbe compromettere la tenuta del duo Pdl-Lega, aggrappati al Porcellum. Si prova addirittura a mediare con il Pd (che appoggia la consulatazione referendaria) per provare ad abbozzare una proposta che preveda premio di maggioranza ed alleanze messe nero su bianco prima del voto. Il compito di sondare le opposizioni viene affidato al coordinatore nazionale Pdl Denis Verdini. Ma la risposta dei Democratici, affidata al capogruppo Dario Franceschini, è gelida: “Il Pdl sappia che il Pd non metterà mano ad una nuova legge senza il consenso di tutte le forze di opposizione, da Casini a Vendola”, ha fatto sapere l’ex segretario. Mentre il finiano Carmelo Briguglio avverte che “se il Pdl fosse tentato da una nuova legge elettorale contro il Terzo Polo, si renderebbe inevitabile un’alleanza tecnica e costituzionale dei partiti del Terzo Polo con il centrosinistra e in particolare col Pd in tutti i collegi”.
…POCHE SPERANZE - Le possibilità di un accordo trasversale, tuttavia, sono rese vane dal veto dei centristi. Dall’Udc, infatti, non sono così netti come gli uomini di Fli, ma mettono in guardia il Pd: “Se fanno l’inciucio col Pdl in campagna elettorale li massacriamo su questo tasto”. I centristi respingono anche le avances della Lega: “Stanno provando a coinvolgerci, sperando che possa essere il primo passo per una maggiore disponibilità anche su altri terreni, ma se la proposta è il modello spagnolo, non siamo interessati”.