domenica 25 settembre 2011

IL PAPA E LE DIMISSIONI MEDIATICHE


Papa RatzingerSecondo il quotidiano "Libero" Benedetto XVI starebbe pensando di lasciare a 85 anni, il prossimo aprile.
Andrea Tornielli - Città del Vaticano. 
La notizia in prima pagina non è certo di quelle che passano inosservate: il Papa starebbe meditando di dimettersi nella primavera del 2012. Lo afferma il giornalista Antonio Socci sul quotidiano italiano Libero.
«Per ora – scrive Socci – è una voce (un’ ipotesi personale di Joseph Ratzinger) e spero che non diventi mai una notizia. Ma poiché circola nelle più importanti stanze del Vaticano merita molta attenzione. In breve: il Papa non scarta la possibilità di dimettersi allo scoccare dei suoi 85 anni, ovvero nell’ aprile del prossimo anno».


Socci ricorda che dell’ ipotesi dimissioni, senza alcun problema, fu lo stesso Ratzinger a parlare nel libro intervista «Luce del mondo», quando rispondendo a una domanda dell’ intervistatore Peter Seewald, disse: «Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, psicologicamente e mentalmente di svolgere l’ incarico affidatogli, allora ha il diritto ed in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi». Inoltre, in un altro passaggio, Benedetto XVI si chiedeva se riuscirà «a reggere il tutto anche solo dal punto di vista fisico».
«Oggi papa Benedetto sembra veramente in forma, eppure si pone il problema della sua età e delle sue energie», osserva ancora Socci su Libero di oggi. Ma il giornalista e scrittore ricorda anche un altro brano dello stesso libro-intervista, relativo agli attacchi e alle polemiche sullo scandalo per la pedofilia del clero: «Quando il pericolo è grande non si può scappare. Ecco perché questo sicuramente non è il momento di dimettersi.
È proprio in momenti come questo che bisogna resistere e superare la situazione difficile. Ci si può dimettere in un momento di serenità, o quando semplicemente non ce la si fa più. Ma non si può scappare proprio nel momento del pericolo e dire. “Se ne occupi un altro”».
Il tema delle dimissioni del Papa è dibattuto da decenni. Pio XII aveva predisposto una lettera rassegnando l’incarico in caso di rapimento da parte dei nazisti («Così avranno il cardinale Pacelli ma non il Papa»).
Giovanni XXIII, durante un colloquio con il suo confessore, aveva preso in considerazione l’ eventualità di lasciare con l’ aggravarsi della sua malattia. Anche Paolo VI, che aveva stabilito l’ esclusione degli ultraottantenni dal conclave e la rinuncia alla sede episcopale a 75 anni, meditò seriamente di dimettersi nel 1977, quando compì 80 anni, ma venne dissuaso dal suo entourage. Il tema si è drammaticamente riproposto con la lunga malattia di Giovanni Paolo II: anch’egli aveva preparato una lettera di dimissioni.
Chi conosce Ratzinger conferma che la risposta data a Seewald corrisponde al suo sentire, in caso di inabilità fisica, mentale, psicologica. Al momento però l’eventualità appare alquanto remota. Anzi, balza agli occhi l’ oggettivo contrasto tra la prima pagina di Libero e le immagini che arrivano dalla Germania, dove Benedetto XVI sta concludendo uno storico viaggio, durante il quale ha pronunciato diciotto discorsi in quattro giorni, molti dei quali impegnativi e soprattutto interamente scritti di suo pugno. La stampa tedesca è rimasta stupita dalla capacità dimostrata dall’ anziano Pontefice, che ha retto la fatica degli spostamenti – non ha dormito per più di una notte nello stesso letto – e ha portato a compimento un programma denso di impegni, di incontri, di veglie e di celebrazioni.
Nulla insomma lascia presagire che si stiano realizzando le condizioni che lo stesso Benedetto XVI descriveva nella risposta dedicata alle dimissioni.
Si è rivelata infine una totale «montatura» mediatica la «paura» per gli spari esplosi ieri a Erfurt con un’arma ad aria compressa da un giovane squilibrato che ha preso di mira – senza ferirli – due vigilantes, in una via che dista 500 metri dalla piazza dove ieri il Papa ha celebrato la messa, due ore prima che Ratzinger arrivasse. Falsi allarmi poi gonfiati a dismisura dai media si sono verificati nel 2002 a Città del Messico con Giovanni Paolo II, e un anno fa in Inghilterra, con Papa Ratzinger.