mercoledì 31 ottobre 2012

Se l'acqua dolce scorre a Wall Street

Alcuni ambientalisti, appoggiati anche da organizzazioni internazionali, ritengono che quotare in borsa l'acqua dolce potrebbe salvare le risorse idriche del pianeta. Ma l'apertura di un mercato dei future su questo bene fondamentale per l'umanità e per l'intera biosfera potrebbe aprire una speculazione con conseguenze nefaste per i prezzi (red)



In tutto il mondo si percepiscono ancora gli strascichi della tempesta che negli ultimi anni ha investito i mercati finanziari globali. Ma siamo sicuri che sia solo il colpo di coda? Che cosa succederebbe se un simile caos speculativo si trasferisse su un bene fondamentale per la sopravvivenza dell'umanità come l'acqua?

L'allarme viene lanciato sulle pagine della rivista “Nature” da Frederick Kaufman, professore della Graduate School of Journalism della City University of New York.

Quello dell'acqua è un futuro a tinte fosche, se si considerano valutazioni e previsioni documentate. Entro il 2035, la crisi delle risorse idriche potrebbe colpire non solo un numero enorme di persone stimato intorno a tre miliardi, con il prevedibile effetti di scatenare conflitti armati a livello regionale o più esteso, ma anche gli ecosistemi nel loro complesso, aumentando il tasso di estinzione di molte specie animali e vegetali.
In realtà l'idea di quotare in borsa le risorse più preziose del pianeta per valorizzarle e salvarle è un'idea che ha preso corpo con l'Economics of Ecosystems and Biodiversity (TEEB) in seno a organizzazioni internazionali come le Nazioni unite, la FAO e la Banca mondiale, e ha ottenuto il sostegno dell'Unione Europea, così come di singoli paesi europei ed extraeuropei. Oltretutto, ha incontrato il favore di un certo numero di ambientalisti.

Il problema è evidentemente che una volta entrata nel listino di borsa, l'acqua e le sue quotazioni procederanno su un cammino difficilmente controllabile, in cui potranno intervenire i meccanismi non solo virtuosi dei mercati finanziari. E la storia insegna che la speculazione spesso s'indirizza proprio su settori merceologici già in crisi. I pericoli maggiori di speculazione riguardano
il mercato dei derivati: per l'acqua esistono più d 100 indici finanziari che misurano il valore delle azioni delle società collegate al business della distribuzione, del trattamento o della desalinizzazione.
A spaventare Kaufman sono in particolare i cosiddetti future, contratti di compravendita di merci in cui il prezzo viene stabilito con largo anticipo rispetto alla consegna delle stesse. Il pericolo pare concreto: il gioco di speculazioni applicato all'acqua potrebbe renderla estremamente cara, con notevoli ripercussioni non solo sull'approvvigionamento dei privati cittadini ma anche e soprattutto per le coltivazioni agricole. Purtroppo, l'esperienza degli ultimi anni ha mostrato come sia difficile introdurre una regolamentazione nel mercato dei derivati delle derrate alimentari.

Certo non si può affermare che esista una soluzione unica a tutti i problemi dell'acqua, conclude Kaufman. Ma è ormai chiaro che aprire un mercato dei future non è affatto indispensabile. Un'alternativa è possibile, come dimostra la gestione condivisa delle risorse idriche Bacino della Ruhr, in Germania, condotta da un'associazione in cui compaiono rappresentanti della municipalità, del governo, delle industrie e delle aziende della zona: i risultati sono stati finora soddisfacenti.

http://www.lescienze.it/news/2012/10/26/news/finanza_acqua_mercato_future-1331034/