domenica 14 ottobre 2012

Alice nel paese delle velocità superluminali

Alice nel paese delle velocità superluminali
Simulazioni al computer di tracce di particelle elementari all'interno di un rivelatore: la fisica delle alte energie ha sempre confermato le previsioni della teoria della relatività speciale (Cortesia CERN)


Esiste un “mondo allo specchio” in cui la velocità della luce è un limite inferiore e non superiore come nella relatività speciale? Pare di sì, almeno sulla carta, stando al lavoro teorico di due ricercatori australiani che hanno esteso la teoria di Einstein, senza entrare in conflitto con essa (red)

Gli autori assicurano che la loro teoria non contraddice la relatività speciale, ma semplicemente ne mostra un aspetto inedito. E non ha bisogno di una matematica esotica, come nel caso dei tachioni, che presuppongono masse immaginarie e altre amenità fisiche. Eppure, la proposta di James Hill e Barry Cox dell'Università di Adelaide, in Australia, appena pubblicata sui “Proceedings of the Royal Society B” permette a tutti gli effetti moti con velocità maggiori a quelle della luce.

Com'è noto, la relatività speciale o ristretta, formulata da Einstein nel 1905, prevede che la velocità della luce sia una costante universale che non può essere superata. La teoria si basa sulle trasformazioni di Lorentz, che spiegano come cambiano le leggi del moto passando da un sistema di riferimento inerziale a un altro in moto relativo uniforme rispetto al primo, con velocità v, minore della velocità della luce c.

Hill e cox hanno ora proposto due nuove trasformazioni che completano quelle di Lorentz, ma prevedono velocità relative maggiori di c. La situazione è in qualche modo speculare, perché anche in questo caso la velocità della luce risulta invalicabile. È come se l'insieme di tutti i possibili sistemi di riferimento in moto fosse improvvisamente duplicato: quelli con velocità relativa inferiore a e quelli con velocità relativa maggiore di c. Ma qui viene il bello: secondo i due fisici, non esiste un metodo oggettivo per sapere se un particolare sistema di riferimento si trovi al di qua dello specchio, nel modo subluminale, o al di là di esso, nel modo superluminale, dal momento che il suo stato di moto può essere definito solo rispetto a un altro arbitrario.

Ma che cosa accade in corrispondenza di c? Che cosa succede a una particella che attraversi questa “barriera di luce”? Non è dato saperlo, stando alla teoria. Gli autori sottolineano tuttavia che la situazione è in qualche modo analoga a quella in cui ci si trovava nel 1947, quando non era ancora stata superata la barriera del suono.

“Anche allora si discuteva su che cosa sarebbe successo: tutto si sarebbe disintegrato? L'aeroplano si sarebbe spezzato in due? Quando la velocità del suono fu superata per la prima volta ci si rese conto che l'unico effetto era un grande botto”, ha spiegato Hill. “Posso ipotizzare che superare la velocità della luce sia ancora più interessante: potrebbe succedere qualunque cosa: tempo e spazio potrebbero scambiarsi di ruolo, per esempio. Purtroppo, un esperimento in grado di verificarlo è per ora fuori dalla nostra portata; ma è solo questione di tempo: probabilmente implicherà un meccanismo di trasporto completamente differente da qualunque cosa si riesca ora a immaginare”.