sabato 20 ottobre 2012

Un boom demografico prima dell'avvento dell'agricoltura

La prima grande espansione della popolazione umana avvenne subito dopo l'ultimo massimo glaciale ma prima dell'inizio del Neolitico. Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, effettuando analisi filogenetiche sul DNA mitocondriale, sarebbe stato l'aumento della popolazione a indurre i cacciatori-raccoglitori a passare all'agricoltura, e non viceversa (red)



Il primo boom demografico della popolazione umana è avvenuto prima del Neolitico, prima e non dopo l’avvento dell’agricoltura, come finora ritenuto. E’ quanto risulta da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Fudon University a Shangai e dell’Accademia delle scienze cinese, che pubblica un articolo sulla rivista “Nature Scientific Reports”.

Si ritiene che l'agricoltura sia comparsa nella Mezzaluna Fertile dell'Asia occidentale circa 12-11.000 anni fa, e che si sia poi sviluppata in modo indipendente nel corso dei successivi mille anni in altre regioni. La conseguenza di maggior rilievo dell’introduzione dell’agricoltura fu la forte espansione demografica nel corso del Neolitico, testimoniata da dati di carattere linguistico, archeologico e di biologia molecolare. Tuttavia quest’ultimo tipo di prove non era basato su un’indagine su vasta scala condotta su campioni che rispondessero adeguatamente ai necessari criteri di scelta casuale.

I dati ora ottenuti dai ricercatori cinesi indicano però inaspettatamente che la prima espansione della popolazione umana avrebbe avuto inizio fra 15.000 e 11,000 anni fa in Africa, circa 13.000 anni fa in Europa e fra 12.000 e 8000 anni fa in America. Queste espansioni si sarebbero quindi verificate dopo l'ultimo massimo glaciale, ossia il picco dell'ultima glaciazione, ma prima del periodo neolitico.
Sulla base di questi risultati gli autori ipotizzano se non proprio un’inversione del rapporto fra pratiche agricole e crescita demografica, almeno l’esistenza di un circolo virtuoso fra i due fattori, innescato comunque proprio dell’aumento della popolazione. Il clima progressivamente più mite successivo al massimo glaciale avrebbe permesso di fuoriuscire dai “rifugi” alle basse latitudini
in cui buona parte delle popolazioni si erano ritirate e di fruire di maggiori risorse di caccia e raccolta, la cui consistenza era anch’essa aumentata grazie al miglioramento delle condizioni ambientali. Ciò avrebbe determinato un aumento delle popolazioni di cacciatori-raccoglitori, inducendole, o forse costringendole, a trasformare i frutti della terra da fonte alimentare complementare a fonte principale.

Per arrivare alle loro conclusioni i ricercatori hanno compiuto un'analisi globale delle variazioni nel DNA mitocondriale su un ampio gruppo di campioni del 1000 Genomes Project, un consorzio internazionale di ricerca destinato a definire un dettagliato catalogo delle variazioni genetiche umane.

In particolare, Hong-Xiang Zheng, primo firmatario dell’articolo, e colleghi, sono andati alla ricerca nel DNA mitocondriale di strutture filogenetiche “a stella” - ossia con un particolare tipo mitocondriale al centro e condiviso da altre popolazioni – la cui evoluzione è indicativa delle dinamiche delle popolazioni.

http://www.lescienze.it/news/2012/10/19/news/boom_demografico_preistoria_dna_mitocondriale_agricoltura-1318902/