martedì 30 ottobre 2012

Tarcisio Bertone sulle orme dei conquistadores

Faida ai vertici del cattolicesimo: i conservatori vogliono liquidare la teologia della liberazione. Così

Il primo passo della Reconquista vaticana in Sudamerica è rinnegare l’identità dei cattolici sgraditi


COLONNE - La Pontificia Universita Cattolica del Perù, con sede nella capitale Lima, è considerata un bastione della “teologia della liberazione”, un movimento cattolico progressista fiorito nell’America Centrale e Meridionale dagli anni ’60 in poi. Schieratosi accanto alle rivendicazioni popolari nel lungo periodo nel quale i paesi del continente erano sotto il giogo di feroci dittature di destra, si trovò opposto al Vaticano che non le ha mai ripudiate e che arrivò persino ad onorare Pinochet. Un movimento che ha lasciato sull’altare della sua predicazione una scia di martiri variamente torturati e uccisi, alcuni anche in maniera clamorosa, senza che nemmeno questo muovesse Roma in soccorso di quelli che erano pur sempre buoni cattolici e innocenti perseguitati.

L’ATTACCO - Secondo i bene informati ad irritare Bertone sarebbe stata la nomina di Gerhard Ludwig Müller a nuovo prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Scelto da Benedetto XVI, ma con una macchia insopportabile nel curriculum, quello di essere stato il miglior amico di Gustavo Gutiérrez, che all’università di Lima insegnò e che è considerato il padre della teologia della liberazione in Perù. Per questo proprio Bertone ha di recente emesso un decreto nel quale vieta a quella università di fregiarsi dei titoli di cattolica e di pontificia, perché ”non più compatibile con la disciplina e la morale della chiesa”.

LA REAZIONE - Un’idea che non è piaciuta per niente a studenti e docenti dell’università peruviana, che sono immediatamente scesi in battaglia a difesa dell’istituzione e del suo nome. Esplode oggi una tensione nata durante la Guerra Fredda, la rivalità tra una teologia moderna che predica il riscatto delle ingiustizie in questa vita e che quindi cancella l’idea che la ricompensa divina sarà dopo la morte e incita i cattolici a cercare la giustizia attivamente, senza subire le ingiustizie passivamanente, accettandole come passivi che saranno ampiamente ripagati ai sofferenti nel regno dei cieli.

LA TEOLOGIA O I MILIONI? - Un cambio di prospettiva che ovviamente renderebbe impossibile al Vaticano la simbiosi con il potere politico che è stato il segreto del suo successo e che fa da sempreuna monarchia assoluta a suo agio con la frequentazione dei peggiori regimi. Ma forse, dicono i maligni, bisogna seguire la pista dei soldi, perché il potente cardinal Juan Luis Cipriani, arcivescovo conservatore di Lima, da sempre mostra interesse per prendere il controllo dell’enorme patrimonio immobiliare dell’università, che alcuni dicono possa far gola anche a un Vaticano in crisi per gli ingenti risarcimenti scaturiti dai numerosi processi nei quali è Roma è stata riconosciuta complice omertosa dei preti pedofili, cause che si contano a decine e che non sembra avranno una fine a breve e che hanno prodotto una grave emorragia economica che per di più si è incrociata con il calo dei praticanti, e quindi delle entrate, nei paesi più benestanti.

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