domenica 26 febbraio 2012

Ici alle scuole cattoliche, la Chiesa ci prova

I politici cattolici chiedono l’esenzione

Il dibattito è infinito. Dopo che sembrava trovato l’accordo sul minimo di pagamenti di Imu nelle strutture della Chiesa, adesso salta fuori il problema delle scuole cattoliche.


Ne parla il Corriere:
La questione che resta completamente aperta è quella del «no profit». È dentro o fuori dall’esenzione? Dove, in concreto, lo Stato andrà a prendere i soldi? Centrodestra, Terzo Polo e mondo cattolico, in primo luogo i salesiani, sono molto preoccupati. Le scuole cattoliche, dicono, non si toccano. Don Alberto Lorenzelli, presidente della Conferenza italiana dei Superiori maggiori, nonché capo dei salesiani dell’Italia centrale, dice che «così le scuole cattoliche chiuderebbero, amigliaia. Noi non lavoriamo per i ricchi ma per quelli che hanno di meno. Mi auguro che l’Imu riguardi solo gli spazi in cui ci sono vere realtà commerciali». Anche L’Avvenire scrive che «il governo non ha ancora chiarito tutto» e suggerisce di lasciar perdere le scuole, sarebbe «un autogol, una forma di autolesionismo». Molte piccole scuole «già oggi vivono di stenti — ha scritto il giornale della Cei — pur essendo in molti piccoli centri l’unica realtà a disposizione delle comunità locali».

Il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl), che proviene da Comunione e Liberazione, chiede chiarimenti al governo:
«Saranno tassate a n c h e s o l i d a r i e t à e sussidiarietà? Sarebbe inaccettabile che un asilo nido parrocchiale, che svolge da sempre funzione pubblica, pagasse l’Imu ». «Sarebbe sbagliato — gli fa eco Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl —, penalizzare chi si occupa di poveri o di educazione». Più morbido, ma sulla stessa linea Pier Ferdinando Casini: «La norma è chiara. Gli edifici della Chiesa adibiti ad attività commerciali è giusto che paghino come tutti gli altri. Molto diverso è il caso degli enti assistenziali, delle scuole, di un servizio straordinario che c’è nei piccoli centri».
Il centrosinistra, ovviamente, apprezza la scelta di far pagare l’Ici alla Chiesa ma non polemizza sulle scuole:
Il cattolico Stefano Ceccanti, costituzionalista del Pd, ha invitato tutti a «non inventare problemi che non esistono perché la norma è chiara e risolutiva. Sulle scuole andranno commisurati i contributi richiesti agli utenti con il costo effettivo del servizio per valutare se si tratti di attività commerciale o meno, a prescindere dalla qualifica formale dell’istituto». Inoltre, ha detto Ceccanti, «ad una norma di legge non si possono chiedere dettagli, per questo l’emendamento chiede opportunamente sessanta giorni per un apposito decreto del ministero dell’Economia ». Il leader di Sel, Nichi Vendola, non pensa che la norma Monti sia dovuta ad un «coraggio laico» del governo. Applicare l’Ici alla Chiesa è solo «l’adempimento di un dovere perché siamo a rischio di procedura e multa per infrazione comunitaria. E poi che anche la Chiesa paghi l’Imu è un fatto di decenza e corrisponde al principio evangelico “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”».
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http://www.giornalettismo.com/archives/205911/ici-alle-scuole-cattoliche-la-chiesa-ci-prova/

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