sabato 25 febbraio 2012

Così Monti fa pagare la Chiesa

Cambiano le esenzioni Imu con una paginetta a firma del professore.

Secondo i racconti popolari era necessario aspettare l’apocalisse per vedere la Chiesa pagare le tasse: e invece, è bastata una paginetta a firma di Mario Monti, il presidente del Consiglio che ha di colpo regolarizzato le esenzioni Ici di cui gli immobili appartenenti al patrimonio ecclesiastico hanno finora goduto. La rivoluzione parte dal catasto: se grazie ad una piccola chiesetta nella struttura, il luogo poteva essere qualificato come edificio non esclusivamente commerciale, ora sarà la parte di edificio adibito al culto a non pagare, normalmente, l’Imu.


IL VECCHIO REGIME – Bisogna ricordare innanzitutto che non è solo Santa Madre Chiesa a godere delle esenzioni ex-Ici. “Per far pagare la nuova Ici, l’Imu, alla Chiesa ma anche ai circoli privati, ai partiti e alle associazioni il governo ha scelto la strada di un emendamento al decreto legge sulle liberalizzazioni”, per la precisione il 91 bis, vergato e firmato da Mario Monti in persona. Il Corriere della Sera ci ricorda come funzionava l’ex-Ici finora.
La vecchia Ici non si pagava sugli immobili e sulle case usate per attività «assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive». Non solo il bed and breakfast nel vecchio convento o la scuola dalle suore ma anche la palestra gestita dall’associazione o il circolo dove si ascolta musica diventando soci. L’emendamento del governo precisa che in tutti questi casi l’esenzione resta solo se ci sono «modalità non commerciali». Se non si paga insomma, che poi sia un’iscrizione o una tessera sociale non fa differenza.
 ARRIVA MONTI – Ed ecco cosa cambierà.
Il caso classico è quello dell’albergo con una piccola cappella. Prima poteva bastare questo per far scattare l’esenzione su tutto il palazzo. Adesso non più. «Qualora l’unità immobiliare abbia un’utilizzazione mista — si legge nell’emendamento — l’esenzione si applica solo alla frazione nella quale si svolge l’attività non commerciale ». Niente Imu ma solo sulla cappella, non su tutto l’albergo. Sulla «restante parte dell’unità immobiliare, in quanto dotato di autonomia funzionale e reddituale» non solo si pagherà la nuova imposta ma sarà aggiornata anche la rendita catastale, ferma a vari decenni fa. Se la divisione tra parte commerciale e non dovesse essere tecnicamente complessa si procederà con una dichiarazione.
Ma, di certo, l’intervento non andrà ad intaccare i privilegi già acquisiti.
Il decreto non passa un colpo di spugna sugli eventuali abusi del passato. «Tale intervento normativo— si legge ancora nella relazione— non pregiudica gli attuali accertamenti in corso e l’irrogazione di eventuali sanzioni da parte delle autorità italiane. Tale assunto comporta l’esclusione in radice di ogni forma diretta o indiretta di sanatoria ».
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http://www.giornalettismo.com/archives/205617/cosi-monti-fa-pagare-la-chiesa/