mercoledì 14 marzo 2012

Come l’Europa ha regolarizzato le unioni gay

Ecco la situazione nel Vecchio Continente. Aspettando il Bel Paese.

C’è una macchia di colore diverso nella mappa europea che contraddistingue gli Stati in cui esiste una legge che riconosca unioni civili o matrimoni tra persone dello stesso. Quello spazio isolato dal resto del continente è l’Italia, l’unico paese tra i più ricchi ed evoluti, europei e non, a non avere nella propria legislazione norme che garantiscano diritti-doveri a due uomini o due donne che decidano di formalizzare il loro rapporto d’amore. La pronuncia del parlamento di Strasburgo, che ha stabilito che i governi nazionali non possono dare “definizioni restrittive di famiglia”, ha riacceso il dibattito di casa nostra e sottolineato l’anomalia italiana in sede europea. Protezione alle coppie gay e ai loro figli, dunque – ha sentenziato l’Ue nel rapporto sulla parità dei diritti uomo-donna presentato dalla radicale di sinistra olandese Sophie in’t Veld ed approvato ieri -, non può essere negata.



DANIMARCA, 1989 – In che modo garantire i diritti alle coppie omosessuali è una questione, fuori dallo stivale, affrontata fin da decenni. Nel 1989 la Danimarca fu il primo paese al mondo ad autorizzare l’unione civile dei gay. Venti anni dopo, nel 2009, quello stesso paese, nonostante non fosse mai stato introdotto un vero e proprio matrimonio gay, ha concesso alle coppie omosessuali l’opportunità di adottare bambini. Fino ad allora in Danimarca l’adozione era consentita ai single, o al massimo, solo nell’ambito delle unioni tra persone dello stesso sesso, ad uno dei partner era reso possibile adottare i figli dell’altro. Lo scorso novembre in Danimarca è stata presentata una proposta di legge per consentire agli omosessuali di sposarsi anche davanti alla Chiesa evangelica luterana di Stato, esattamente come avviene per gli eterosessuali.



LE UNIONI CIVILI IN TUTTA EUROPA – Dopo la Svezia, fu la Norvegia, nel 1993, ad aprire alle coppie omosessuali, consentendo la registrazione legale delle relazioni. Nel 1994 toccò alla Svezia. I diritti delle coppie composte da persone dello stesso sesso furono equiparati a quelli delle coppie eterosessuali. Le norme entrarono in vigore nel ’95: i gay facevano registrare in tribunale la propria relazione, con una cerimonia corrispondente a quella celebrata davanti a pubblico ufficiale in occasione delle nozze. Un anno dopo, nel 1996, fu la volta dell’Islanda, primo paese al mondo a garantire alla coppie omosessuali il diritto di tutela comune per i bambini di uno dei due partner portati nell’unione. E dell’Ungheria, che, accogliendo un rilievo della propria Corte Costituzionale relativo alle norme che avrebbero dovuto stabilire diritti e responsabilità per le coppie conviventi come partner senza essere sposate, estese i diritti e i doveri di cui godono le coppie eterosessuali non sposate alle coppie omosessuali.

I PACS IN FRANCIA - Poi arrivò il turno dei grandi Paesi Europei. Della Francia, che nel 1999 introdusse i i Pacs (letteralmente Patto Civile di Solidarietà), contratti tra persone maggiorenni che acquisiscono gli stessi diritti delle coppie etero sposate. Oltre al riconoscimento giuridico i pacs garantivano tutela legale, sociale e fiscale. La Germania arrivò alle unioni civili due anni dopo, nel 2001. Poi toccò a Portogallo (2001), Finlandia (2002), Croazia (2003), Polonia (2004), Regno Unito (2004).

I MATRIMONI GAY - Discorso a parte meritano Spagna, Olanda e Belgio, che hanno deciso di aprire ad un vero e proprio matrimonio gay. La legge dello Stato olandese dal 2005 ha legalizzato le unioni gay equiparandole in tutto e per tutto ai matrimoni eterosessuali. Le norme dei paesi Bassi garantiscono agli omosessuali, dopo tre anni di convivenza, anche il diritto ad adottare bambini, purchè olandesi, per evitare controversie con altri Stati. Il matrimonio gay è consentito in Belgio dal 2002. Dal 2000 è possibile registrare un’unione civile. Il grande passo della Spagna è stato compiuto nel 2004. Fino ad allora le unioni civili erano consentite da alcune leggi locali approvate dal 1998 e il 2000 in Catalogna, Aragona e Navarra. Gli assenti all’appello delle unioni civili sono pochi. I principali: Italia, Grecia, Bulgaria, Slovacchia, Romania, Ucraina.

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http://www.giornalettismo.com/archives/212847/come-leuropa-ha-regolarizzato-le-unioni-gay/