venerdì 16 marzo 2012

Vati-leaks, nessuna inchiesta interna per scoprire i “corvi”

Non è mai partita l’indagine che avrebbe dovuto identificare i responsabili delle fughe di notizie. E intanto si affaccia l’ipotesi di un pro-segretario che affianchi Bertone.



Non è stata messa in moto, e a questo punto probabilmente non lo sarà mai più, nessuna inchiesta interna al Vaticano per scoprire chi sia il “corvo” – o i “corvi” – che nelle settimane passate hanno fatto uscire lettere e documenti di genere diverso che hanno provocato uno scandalo finora inedito nella storia del Vaticano. Riassumiamo brevemente, per aiutare la memoria dei lettori.

La prima “fuga” era una lettera dell’attuale nunzio a Washington, e all’epoca segretario del Governatorato per la Città del Vaticano (l’organismo che sovraintende allo “Stato” in maniera fisica: Musei compresi) diretta a Benedetto XVI, in cui si denunciavano presunti scandali interni (che una commissione d’inchiesta però ha ridimensionato e smentito) e per conoscenza al Segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Sulla scia di questo documento si è aperta una sostanziale campagna mediatica che aveva per bersaglio proprio la gestione del braccio destro del Papa.

Un secondo documento invece partiva dal Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi sj, diretto all’Appartamento in cui si davano ragguagli generici sul caso di Emanuela Orlandi, la figlia di un dipendente vaticano scomparsa molti anni fa. I parenti della ragazza avevano chiesto un’udienza al Papa; il segretario particolare Benedetto XVI, mons. Georg Gaenswein, prima di riceverli, probabilmente ha chiesto a padre Lombardi un appunto sullo “status questionis”.

Infine, un’altra fuga era relativa al Segretario di Stato, e alla discussione con l’allora arcivescovo di Milano, il cad. Dionigi Tettamanzi, sulla presidenza dell'Istituto Toniolo, a cui fanno capo importanti istituzioni, dal Gemelli e dall'Università Cattolica. Un’operazione – non riuscita – in cui Bertone cercava di rimuovere Tettamanzi, per sostituirlo con una persona a lui più gradita. Due lettere chiave della questione sono state elargite da mano generosa ai giornalisti.

L’ultimo caso è in realtà il più ambiguo, dei tre. La fuga potrebbe bene avere la sua fonte alla Terza Loggia del palazzo apostolico, dove sicuramente c’è copia del carteggio fra Bertone e Tettamanzi; ma potrebbe anche, e forse non è improbabile, aver trovato la via di giungere ai giornali passando da ambienti vicini alla Conferenza Episcopale italiana. E’ un’ipotesi.

Il primo caso, quello della lettera di Carlo Maria Viganò, ha portato molti a pensare che all’origine della fuga possa esserci qualcuno vicino all’attuale nunzio apostolico negli Stati Uniti. Anche se è ben probabile che qualche copia della lettera si trovi nella Segreteria di Stato. Ma il caso dell’appunto di padre Lombardi all’Appartamento sul caso di Emanuela Orlandi dovrebbe far nascere almeno il sospetto che la fuga della fotocopia parta dalla Segreteria di Stato stessa. Non si riesce a immaginare il Direttore della Sala Stampa, o il segretario particolare del Papa che fanno scivolare nelle tasche del giornalista il bigliettino incriminato.

E’ un sospetto che come è venuto a noi, probabilmente qualcuno altro nutre. E forse il primo a porsi delle domande, e a ipotizzare risposte, è proprio il Segretario di Stato, che di tutta questa operazione appare il bersaglio più evidente. Ma a quanto pare, il Segretario di Stato non ha messo in atto nessuna misura per verificare se questo sospetto possa avere fondamento; un’inattività che sconcerta le persone a lui più vicine, anche perché lascia gravare su tutta l’istituzione una nube di incertezza e di sospetto. Fermamente contrario a ogni genere di indagine alla Terza Loggia è il Sostituto alla Segreteria di Stato, mons. Agostino Becciu; che d’altronde non sembra viva più, dopo una luna di miele straordinariamente breve, in sintonia con l’uomo che lo ha scelto, cioè Bertone stesso. E anche questa resistenza è un elemento ulteriore di sconcerto; per tradizione e ufficio, è proprio il Sostituto la persona che più di ogni altra dovrebbe avere a cuore un funzionamento immacolato, e scevro da ogni sospetto della “macchina” a lui affidata. Questa situazione si risolve in un’oggettiva debolezza del Segretario di Stato; tanto che si parla apertamente della possibilità, anch’essa straordinaria, di affiancargli un pro-segretario di Stato, per sgravarlo di una parte del lavoro più specificamente diplomatico, nell’anno in cui Bertone compie 78 anni. Un’ipotesi che aprirebbe la porta a un ventaglio inedito di scenari (marco tosatti - città del vaticano).

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/ior-vigano-vati-leaks-13528/

immagine: web