lunedì 27 agosto 2012

Il processo che sconfisse i religiosi contrari alla teoria darwiniana

 

Sino a tem­pi re­cen­ti in Ita­lia era pra­ti­ca co­mu­ne di­stri­bui­re i film stra­nie­ri tra­du­cen­do­ne in modo stram­pa­la­to il ti­to­lo. In un’idea­le pal­ma­res di que­sta ca­te­go­ria, il pri­mo pre­mio sa­reb­be senz’al­tro da at­tri­bui­re all’inar­ri­va­bi­le "Non dram­ma­tiz­zia­mo: è solo que­stio­ne di cor­na!" (ti­to­lo ori­gi­na­le: Do­mi­ci­le co­n­ju­gal) del po­ve­ro Françoise Truf­faut. Ma una men­zio­ne spe­cia­le spet­te­reb­be an­che a E l’uomo creò Sa­ta­na, ti­to­lo con cui nel 1960 ven­ne da noi di­stri­bui­to In­he­rit the Wind, un fil­mo­ne di­ret­to da Stan­ley Kra­mer e in­ter­pre­ta­to da tre star come Spen­cer Tra­cy, Fre­de­rick Mar­ch e Gene Kel­ly. Con quel ter­ri­bi­le ti­to­lo, pe­ral­tro, il di­stri­bu­to­re ita­lia­no ave­va pro­ba­bil­men­te cer­ca­to di al­lu­de­re allo spi­ri­to lai­co e pro­gres­si­sta che ani­ma­va il film: esso in­fat­ti rap­pre­sen­ta­va, in ma­nie­ra so­stan­zial­men­te fe­de­le, lo spet­ta­co­la­re pro­ces­so (il fa­mo­so «Sco­pes-Mon­key Trial») in cui nel 1925, a Day­ton, Ten­nes­see, i di­fen­so­ri del­la teo­ria dell’evo­lu­zio­ne ave­va­no im­par­ti­to una so­no­ra scon­fit­ta ai fon­da­men­ta­li­sti re­li­gio­si con­tra­ri al suo in­se­gna­men­to. In virtù del­la scon­fit­ta in quel pro­ces­so il fon­da­men­ta­li­smo ri­ma­se re­le­ga­to ai mar­gi­ni del­la so­cietà ame­ri­ca­na per mol­ti de­cen­ni; e a te­ner­ne a bada il re­van­chi­smo con­tri­buì an­che il gran­de suc­ces­so del ge­ne­ro­so fil­mo­ne che Kra­mer gli de­dicò tren­ta­cin­que anni dopo.


A par­ti­re da­gli anni Ot­tan­ta, però, i cir­co­li di in­tel­let­tua­li teo-con che han­no ispi­ra­to le po­li­ti­che pri­ma di Rea­gan e poi di Bush Jr. sono riu­sci­ti nell’im­pre­sa di ri­da­re nuo­vo fia­to al fon­da­men­ta­li­smo re­li­gio­so. E così – come ha mo­stra­to ieri, su que­ste pa­gi­ne, Fran­ce­sco Fer­ret­ti – ot­tan­ta­due anni dopo lo Sco­pes-Mon­key Trial e qua­ran­ta­set­te dopo il film di Kra­mer, gli at­tac­chi con­tro la teo­ria dell’evo­lu­zio­ne, e più in ge­ne­ra­le i ten­ta­ti­vi rea­zio­na­ri di in­stau­ra­re una nuo­va al­lean­za tra sta­to e re­li­gio­ne, si sono fat­ti di nuo­vo mi­nac­cio­sa­men­te vi­ta­li. Per com­pren­de­re le ori­gi­ni dell’at­tua­le scon­tro cru­cia­le sul­la teo­ria dell’evo­lu­zio­ne può al­lo­ra es­se­re uti­le tor­na­re di nuo­vo al fa­mo­so Sco­pes-Mon­key Trial, in cui il fon­da­men­ta­li­smo ri­ce­vet­te la sua pri­ma, so­no­ra scon­fit­ta. Nel 1925, dun­que, al pari di al­tri sta­ti dell’Unio­ne, il Ten­nes­see ave­va pro­mul­ga­to una leg­ge che vie­ta­va l’in­se­gna­men­to del­la teo­ria dell’evo­lu­zio­ne per­ché in urto con il det­ta­to bi­bli­co (in par­ti­co­la­re con­tro il rac­con­to del­la crea­zio­ne dato nel Ge­ne­si). Un grup­po di di­fen­so­ri del­le li­bertà ci­vi­li de­ci­se di rea­gi­re. Ser­vi­va un in­se­gnan­te che si pre­stas­se a vio­la­re quel­la leg­ge li­ber­ti­ci­da, te­nen­do una le­zio­ne sul dar­wi­ni­smo.

La scel­ta cad­de sul ven­ti­quat­tren­ne John T. Sco­pes, che ven­ne ar­re­sta­to ap­pe­na ini­zia­ta la le­zio­ne. Tut­to però si sa­reb­be ri­sol­to in un pro­ces­so di scar­so in­te­res­se, se non fos­se sta­to per i due pesi mas­si­mi che pre­se­ro ri­spet­ti­va­men­te le par­ti dell’ac­cu­sa e del­la di­fe­sa. Come pub­bli­co mi­ni­ste­ro, in­fat­ti, ven­ne scel­to Wil­liam Jen­nings Bryan, un de­mo­cra­ti­co del Sud che era sta­to Se­gre­ta­rio di Sta­to per il Pre­si­den­te Wil­son e tre vol­te can­di­da­to alla pre­si­den­za de­gli Sta­ti Uni­ti. Bryan era un fon­da­men­ta­li­sta, con­vin­to as­ser­to­re dell’in­ter­pre­ta­zio­ne let­te­ra­le del­la Bib­bia, e da tem­po de­si­de­ra­va im­par­ti­re una le­zio­ne ai dar­wi­nia­ni. La di­fe­sa di Sco­pes non fu da meno dell’ac­cu­sa, per­ché fu af­fi­da­ta al più fa­mo­so le­ga­le del tem­po, Cla­ren­ce Dar­row, ben noto an­che per il suo ra­di­ca­le lai­ci­smo. Di fron­te a un pub­bli­co enor­me e a un gran nu­me­ro di gior­na­li­sti di tut­to il mon­do, Bryan e Dar­row lot­ta­ro­no con tut­te le loro for­ze per di­fen­de­re le ri­spet­ti­ve vi­sio­ni del mon­do. Ad un cer­to pun­to, però, la po­si­zio­ne dell’im­pu­ta­to, e dun­que del par­ti­to evo­lu­zio­ni­sta, par­ve far­si di­spe­ra­ta. Fu quan­do il giu­di­ce de­cretò che nes­su­no scien­zia­to po­te­va de­por­re al pro­ces­so, per­ché la leg­ge di cui si di­scu­te­va men­zio­na­va la Bib­bia, ma non la teo­ria di Dar­win.

Fu a quel pun­to che Dar­row ri­cor­se a una mos­sa pro­ce­du­ra­le che passò alla sto­ria del si­ste­ma giu­di­zia­rio ame­ri­ca­no: come te­sti­mo­ne del­la di­fe­sa chiamò, qua­le gran­de esper­to del­la Bib­bia, il Pub­bli­co mi­ni­ste­ro.

L’in­ter­ro­ga­to­rio che seguì sancì il trion­fo del pen­sie­ro scien­ti­fi­co sul fon­da­men­ta­li­smo re­li­gio­so. In va­rie oc­ca­sio­ni Bryan, se­con­do il qua­le il te­sto bi­bli­co an­da­va in­te­so let­te­ral­men­te, cad­de in con­trad­di­zio­ne (come po­te­va es­se­re, per esem­pio, che du­ran­te il di­lu­vio uni­ver­sa­le tut­ti gli ani­ma­li che non era­no sa­li­ti sull’Arca an­ne­gas­se­ro? E i pe­sci, al­lo­ra?). Poi Dar­row menò i suoi fen­den­ti più po­de­ro­si, di­mo­stran­do – al­me­no a chi aves­se orec­chie per udi­re – che il ten­ta­ti­vo di giu­sti­fi­ca­re il Crea­zio­ni­smo sul­la base dell’in­ter­pre­ta­zio­ne let­te­ra­le del­la Bib­bia è in­tel­let­tual­men­te in­so­ste­ni­bi­le. In pri­mo luo­go egli les­se il fa­mo­so pas­so del Li­bro di Gio­suè dove si dice che Dio fermò il Sole per non far ca­la­re le te­ne­bre: se que­sto passò fos­se vero let­te­ral­men­te, al­lo­ra il Sole si muo­ve­reb­be at­tor­no alla Ter­ra e dun­que Co­per­ni­co avreb­be tor­to – no­no­stan­te le pro­ve in­con­fu­ta­bi­li del con­tra­rio di cui oggi di­spo­nia­mo. Poi Dar­row at­taccò la tesi, ti­pi­ca del Crea­zio­ni­smo, se­con­do la qua­le la Bib­bia te­sti­mo­nie­reb­be che la crea­zio­ne del mon­do è av­ve­nu­ta mol­to più re­cen­te­men­te di quan­to non ri­chie­de­reb­be­ro i tem­pi lun­ghi dell’evo­lu­zio­ne. Dar­row chie­se a Bryan se i set­te gior­ni del­la crea­zio­ne fos­se­ro sta­ti ne­ces­sa­ria­men­te lun­ghi ven­ti­quat­tro ore: e que­sti do­vet­te con­ce­de­re che se Dio aves­se vo­lu­to, un ‘gior­no’ sa­reb­be po­tu­to du­ra­re tren­ta ore o tren­ta mesi o tren­ta mi­lio­ni di anni. Ma al­lo­ra – chiosò trion­fal­men­te Dar­row – i tem­pi lun­ghi dell’evo­lu­zio­ne non sono af­fat­to in­com­pa­ti­bi­li con il det­ta­to bi­bli­co.

Alla fine dell’in­ter­ro­ga­to­rio tut­ti gli os­ser­va­to­ri con­cor­da­ro­no che l’in­ter­pre­ta­zio­ne let­te­ra­le del­la Bib­bia era sta­ta de­mo­li­ta. Il pro­ces­so si con­clu­se con una con­dan­na sim­bo­li­ca per Sco­pes, poi re­vo­ca­ta in ap­pel­lo. Bryan morì cin­que gior­ni dopo, non si sa se per cre­pa­cuo­re o per in­di­ge­stio­ne; e i fon­da­men­ta­li­sti ven­ne­ro mes­si a ta­ce­re per vari de­cen­ni.

Oggi, però, i neo-con sono riu­sci­ti a re­su­sci­ta­re il fon­da­men­ta­li­smo. At­tual­men­te, il 42% de­gli sta­tu­ni­ten­si cre­de nell’in­ter­pre­ta­zio­ne let­te­ra­le del­la Bib­bia, men­tre un al­tro 18% ri­tie­ne che gli es­se­ri uma­ni sia­no frut­to dell’evo­lu­zio­ne, ma che que­sta sia sta­ta gui­da­ta dal­la mano di­vi­na. Solo uno sta­tu­ni­ten­se su tre, ri­tie­ne che la teo­ria dell’evo­lu­zio­ne ba­sti a spie­ga­re l’ori­gi­ne del­la spe­cie uma­na. For­se è ora di met­te­re in can­tie­re un al­tro fil­mo­ne sul­lo «Sco­pes-Mon­key Trial».

Fon­te: ilManifesto.​it

http://www.uaar.it/news/2007/01/06/processo-che-sconfisse-religiosi-contrari-alla-teoria-darwiniana/