domenica 12 agosto 2012

Fisici milionari



Ognuno, soprattutto se ne ha molti, è libero di usare i soldi come gli pare e Yuri Milner ha deciso di farlo con la fisica. Il 31 luglio di quest’anno la Milner Foundation ha infatti annunciato il lancio del Fundamental Physics Prize, una fondazione priva di lucro “dedicata a far progredire fino al più profondo livello la nostra conoscenza dell’Universo mediante la concessione di premi annuali per scoperte scientifiche, così come a comunicare l’emozione della fisica fondamentale al pubblico.” I premi sono di due tipi: uno che riconosce gli sviluppi significativi nella fisica fondamentale (Fundamental Physics Prize) e l’altro destinato a giovani promettenti ricercatori (New Horizons in Physics Prizes). Tre milioni di dollari a testa per i primi e centomila per i secondi, mica bruscolini.


Quest’anno il premio è stato conferito a Nima Arkani-Hamed, Alan Guth, Alexei Kitaev, Maxim Kontsevich, Andrei Linde, Juan Maldacena, Nathan Seiberg, Ashoke Sen e Edward Witten (clic) che andranno pure a comporre la commissione (composta quest’anno da Milner stesso e Steven Weinberg) che selezionerà, tra tutti quelli che verranno nominati da chiunque on-line, i candidati ai premi del prossimo anno.

Il cinquantenne Yuri Borisovich Milner è uno degli uomini più ricchi del mondo, titolare di un patrimonio netto stimato da Forbes, a marzo del 2012, attorno al miliardo di dollari. È un tipo singolare Milner, si è laureato in Fisica teorica all’Università di Mosca per poi specializzarsi in business administration alla Wharton School of Economics negli Stati Uniti. Dopo un paio di anni passati alla World Bank, nel 1995 torna in Russia dove c’è Yeltsin al comando. Lui si occupa di investimenti del settore bancario privato e collabora con il quasi coetaneo Mikhail Borisovich Khodorkovsky, l’imprenditore e capo della famigerata compagnia petrolifera Yukos, passato da oligarca a martire dopo l’arresto, il processo e la detenzione per questioni di tasse non pagate, probabilmente l’appiglio per risolvere questioni economiche e contrasti politici tra i potenti della nuova Russia.

Il principale socio di Milner è l’uzbeko Alisher Usmanov, proprietario di miniere, uno che negli anni ’80 ha passato sei anni in galera per frode e appropriazione indebita e ora legato a doppio filo a Gazprom e intimo amico di Medvedev. Milner è invece uomo prudente, è il volto moderno della nuova imprenditoria, non estrae carbone, fa il “tecnico” e lo troverete più tardi solo in una commissione del parlamento russo, voluta guarda caso da Medvedev, ad occuparsi di modernizzazione del paese. Eh si, perché è sin dalla fine degli anni novanta che Milner comincia a occuparsi di cose “moderne”, del web in particolare, fondando NetBridge e investendo in Mail.ru, quello che diventerà il primo servizio di posta elettronica russo. Nel 2005 avvia invece Digital Sky Technologies (DST), un fondo di investimento che utilizza più tardi, nel 2009, per acquisire pezzi di facebook e poi investire in twitter e altri social network meno celebri.

Ora siamo dunque all’investimento nella conoscenza, in un ramo della conoscenza che più astratto di così non si può e infatti le critiche non sono mancate. La più dura, pubblicata per merito di Tommaso Dorigo su Il Manifesto, è stata quella di Peter Woit (che avete imparato a conoscere nel periodo pre-annuncio-scoperta dell’Higgs, quello del gossip per intenderci) e non è un caso. Alcuni dei premiati si occupano infatti di teoria delle stringhe, ricerche per le quali non esiste alcuna evidenza sperimentale, speculazioni contro le quali Woit (non a torto peraltro) si è sempre battuto, altri di supersimmetrie e universi a svariate dimensioni, robe difficilmente verificabili da un punto di vista sperimentale e che qualche scricchiolio, dopo i risultati di LHC, cominciano a sentirlo.

Insomma: ha senso finanziare con tanti quattrini ricerche di questo tipo? Non si crea una distorsione nel normale procedere della ricerca scientifica (il Nobel premia ricerche solide, quelle che hanno passato le verifiche degli esperimenti)? Non è che stanno finanziando il prestigio acquisito di certi scienziati piuttosto che le loro idee?

Beh, ripeto, ognuno coi propri soldi fa quello che vuole, del resto questa gente acquista calciatori a cifre ben più alte, se proprio li devono buttare meglio che lo facciano con gli scienziati. È che proprio non capisco cosa se ne faccia un teorico di tutti quei soldi (a parte quelli che fanno simulazioni al calcolatore potreste dirmi, ma quelli non sono teorici, secondo me), speriamo un buon uso, speriamo che il mondo non si riempia di teorici che sgommano arrivando in Istituto in Ferrari come Ibrahimovic al Parco dei Principi.