venerdì 31 agosto 2012

Strasburgo e il peccato originale della legge 40: l’embrione non è un bambino

Sobbalzano le mitre, i paramenti, le mura vaticane tutte. I Vescovi lanciano anatemi ed esigono dal Governo italiano di fare ricorso contro il verdetto della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che il 28 agosto ha bocciato la Legge 40. La creatura del cardinal Ruini.

Ma la Chiesa ha fatto la pentola e non il coperchio di questa legge, perché, se è riuscita a strapparla nel 2004 alla destra berlusconiana (felicemente supportata per l’occasione dai soliti chierichetti di centro-sinistra) e a far fallire i referendum per abrogarla con una campagna tanto invereconda quanto illegale, in questi anni la legge sulla fecondazione assistita si è sgretolata sotto il rasoio delle innumerevoli sentenze dei Tar e della sentenza della Corte Costituzionale (n. 151, 8/5/2009). Sono così caduti i divieti di creare solo 3 embrioni, di impiantarli tutti insieme e senza accertarsi per giunta se fossero malati o meno, mentre è cominciata anche a delinearsi la possibilità di accesso per le coppie fertili allo screening embrionale (sentenza 13 gennaio 2010, tribunale di Salerno) e, probabile, non è detto che anche il tabù dell’eterologa resista[1].

I magistrati italiani sono entrati nella legge 40 e ne hanno condannato i suoi assurdi divieti.
Il 28 agosto è arrivato anche l’importante giudizio della Corte di Strasburgo (affaire Costa et Pavan c. Italie, requête n. 54270/10 [2]), a cui si era rivolta una coppia romana fertile per essere ammessa – al pari di ogni altra coppia infertile – alla fecondazione artificiale. La sola in grado di poter consentire agli aspiranti genitori l’analisi preimpianto, e consequenzialmente una gravidanza nella tranquillità di non trasmettere la fibrosi cistica di cui sono portatori, e quindi di non dover ricorrere neppure – come già successo nel caso di feto malato – all’aborto terapeutico.

I giudici europei hanno dato loro ragione e bocciato la legge 40 per violazione del fondamentale diritto umano di gestire in autonomia e responsabilità la propria vita personale e familiare. Un diritto tutelato dalla Convenzione europea e che lo Stato italiano trasgredisce – sostiene la sentenza – accampando per altro strumentali, illogiche e contraddittorie argomentazioni. Come infatti si può affermare – chiede la Corte europea – di proteggere la madre e il bambino impedendo lo screening embrionale e poi lasciare alla donna come soluzione possibile quella di abortire con tutte le drammatiche conseguenze che questo ha per il feto, per i genitori, e soprattutto per la madre?
Un non-senso, che serve solo a garantire la presupposizione che l’embrione è una persona. Un’assurdità, perché come sentono la necessità di precisare a Strasburgo: «la Corte innanzitutto osserva che i concetti di “embrione” e di “bambino” non devono essere confusi (La Cour observe d’abord que les notions d’< embryon> » et d’ < enfant> ne doivent pas être confondues)».
I giudici di Strasburgo hanno messo finalmente sotto processo il peccato originale della legge 40 in cui è stata introdotta surrettiziamente la nozione di stato giuridico dell’embrione, nel tentativo di farne una persona a tutti gli effetti.

È per questo che in Vaticano si agitano tanto, la riuniana sacralizzazione del concepito che espropria dell’autodeterminazione privata e familiare è un reato. È violazione dei diritti umani. Il suo falso ideologico è smascherato.

Dovrebbe rifletterci il Parlamento, ma anche il Governo, e in particolare il suo Ministro della Salute Renato Balduzzi, che è andato a Radio Vaticana – non certo per controllare se continua l’inquinamento elettromagnetico che ha provocato morti per leucemia e per la quale l’emittente del Papa è stata condannata dalla Magistratura nel 2005 –, ma per difendere la Legge italiana sulla fecondazione assistita: «bilanciamento tra la soggettività giuridica dell’embrione, la tutela della salute della madre e altri (clericali?) valori e principi e interessi coinvolti».

Del resto, cosa aspettarsi da un ministro della Salute che pensa di tutelare la salute tassando le bibite gassate?

Maria Mantello

(31 agosto 2012)


[1] Maria Mantello, Legge 40. Se l’integralismo prevale sul diritto, http://temi.repubblica.it/micromega-online/legge-40-se-l%e2%80%99integralismo-prevale-sul-diritto/

[2] Cfr: http://www.periodicoliberopensiero.it/news/Comunicato-Corte-Europea-Strasburgo.pdf

http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/08/31/maria-mantello-strasburgo-e-il-peccato-originale-della-legge-40-l%e2%80%99embrione-non-e-un-bambino/