martedì 5 giugno 2012

Per la presidenza dello Ior è scontro tra cardinali

Ratificata la destituzione di Gotti Tedeschi, resta la tensione

Giacomo Galeazzi

Milano


Bertone vince (per ora) la guerra nella banca papale. Il cardinale piemontese incassa la ratifica della destituzione di Ettore Gotti Tedeschi, l'ex presidente dello Ior con il quale era entrato in rotta di collisione sul salvataggio dell'ospedale San Raffaele. Due riunioni in una settimana sono servite alla commissione cardinalizia di vigilanza per ufficializzare l'uscita di scena di Gotti, ma non sono bastate per pacificare la «cassaforte di Dio».


I porporati di Curia Attilio Nicora e Jean-Louis Tauran contestano, infatti, la gestione delle «sacre finanze» da parte del segretario di Stato, Tarcisio Bertone che ha chiamato nel 2009 e ora defenestrato Gotti e ha piazzato cardinali della sua cordata alla guida dei dicasteri economici della Santa Sede (Calcagno all'Apsa, Versaldi alla Prefettura Affari economici, Bertello al Governatorato). La vittoria di Bertone sui dissidenti in commissione potrebbe essere temporanea se Nicora e Tauran riusciranno a determinare l'elezione del nuovo presidente.

L'incarico al tedesco Schmitz è una tappa intermedia verso la scelta di «un nuovo ed eccellente presidente che aiuterà a ripristinare efficaci ed ampie relazioni fra l’Istituto e la comunità finanziaria, basate sul mutuo rispetto di standard bancari internazionalmente accettati», è la versione ufficiale nei Sacri Palazzi. «L'adeguamento alla trasparenza prosegue senza intoppi», assicura a La Stampa un banchiere vicino a Bertone. Intanto però in Vaticano affiorano dubbi sulle effettive possibilità e opportunità di entrare nella «white list» dei paesi virtuosi. Un prelato esperto di finanza ha fatto presente in Curia che l’adeguamento alle norme internazionali antiriciclaggio impedirebbe alla «cassaforte del Papa» di movimentare con la tradizionale riservatezza le risorse di episcopati perseguitati in regimi totalitari e di incamerare i fondi che da sempre affluiscono da quanti vogliono o debbono conservare l’anonimato.


All’ingresso nella «white list», consigliato soprattutto dall’allora ministro Tremonti e dal suo consigliere Gotti Tedeschi, si oppongono le ragioni di quanti temono che ne verrebbe limitata l’operatività dello Ior. Dunque da una parte Bertone (con il suo controllo sulla troika economica d'Oltretevere), dall'altra NiIl presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi è stato destituito dal board dell’istituto vaticano. La sfiducia è maturata per diversi inadempimenti addebitati a Gotti oltre che per l'accusa di non aver affatto traghettato l'istituto verso una maggior trasparenza. cora e Tauran. Le due fazioni si fronteggiano nella gestione delle finanze vaticane: uno scontro che ha avuto Gotti Tedeschi come vittima illustre. Da una parte coloro che ritengono che la trasparenza, la necessità di adeguarsi agli standard internazionali per entrare nel club dei più virtuosi, sia per il Vaticano un obbligo da non disattendere; dall’altra quella di coloro che ritengono (Bertone, Toppo e Scherer tra questi) che questa stessa linea sia sì da perseguire ma con moderazione, avendo ben presente che il Vaticano ha una sua specificità che lo rende non del tutto paragonabile agli altri Stati sovrani.


«Non c'è nessuna divisione all' interno della Commissione cardinalizia», getta acqua sul fuoco delle polemiche il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. La comunicazione per iscritto a Gotti Tedeschi equivale alla «ratifica» della sfiducia votata all'unanimità dal «board».

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