mercoledì 1 giugno 2011

DON SEPPIA TENTÒ DI ADESCARE ALTRI TRE CHIERICHETTI

Don Seppia«Durante la confessione, eravamo seduti l'uno di fronte all'altro. Non eravamo nel confessionale nè c'era la sua scrivania a dividerci. Ricordo che mi mise una mano sul ginocchio e prese a dondolarsi avanti a indietro, strusciando la mano. Mi disse che mi pensava molto».
E ancora: «Qualche volta, scherzando, mi toccava per farmi il solletico» e «Don Riccardo ha dimostrato un interesse specifico per me. Voleva incontrami da solo. Mi ha chiesto incontri personali. E, una volta, un mio amico lo ha visto in ufficio mentre guardava immagini pornografiche in internet».
Sono queste alcune delle testimonianze rese da tre chierichetti ai carabinieri del Nas di Milano nell'ambito dell' inchiesta su presunti abusi sessuali e cessione di stupefacente da parte del parroco della chiesa dello Spirito Santo di Sestri Ponente, don Riccardo Seppia. I chierichetti, secondo quanto emerge dalle annotazioni dei militari, gravitavano nella chiesa di don Seppia.

Avevano tutti età compresa tra i 14 ed i 16 anni.
Don Seppia, secondo quanto risulta dagli atti d'inchiesta - attraverso una fitta corrispondenza sms li coinvolgeva inizialmente nelle attività della chiesa, passando quasi immediatamente ad inviare loro messaggi tesi a creare un rapporto personale diretto. Quindi li invitava a trascorrere del tempo da soli con lui.
Questi tre ragazzini si affiancavano al chierichetto che don Seppia avrebbe tentato di violentare, episodio per cui il sacerdote è attualmente detenuto.Ecco il racconto del ragazzino: «Si dondolava lateralmente alle mie spalle da una parte e dall'altra - riferisce agli inquirenti - con un contatto fisico tra la sua pancia e la mia schiena. In quell' occasione mi sono molto arrabbiato». Il giovane nega tuttavia che vi sia mai stato un bacio tra lui e il sacerdote, fatto che invece don Seppia riferisce chiaramente in un sms al suo confidente e complice, l'ex seminarista Emanuele Alfano. «Non ha mai provato a baciarmi - dice il ragazzo nell'interrogatorio del 14 maggio scorso - o a fare qualcosa del genere se non in una circostanza in cui mi diede una pacca sul sedere» e «nella circostanza in cui siamo rimasti soli in sacrestia non ha fatto nulla del genere perchè mi sarei divincolato e me ne sarei andato».

Nell' interrogatorio del 17 maggio, racconta ancora il ragazzo: «Tutto è iniziato quando don Seppia mi ha chiesto il cellulare per aiutare i chierichetti più giovani. Ha iniziato a mandarmi sms e a farmi telefonate anche in tarda serata che mi davano fastidio». Don Seppia si firmava «Don». Diceva al ragazzo di essergli «vicino», di pensarlo «molto».
Gli chiedeva di andare a trovarlo a casa, di dire alla madre di andare a scuola e invece di andare da lui. «Mi chiedeva come mai un ragazzino carino come me non avesse la fidanzata - riferisce ai Nas - Poi mi è stato detto che il Don è omosessuale. Non lo sapevo, con lui ero impreparato».
I quattro chierichetti compaiono nel fitto scambio di telefonate e messaggi con Alfano. In queste conversazioni scompare ogni forma di censura. Don Seppia e Alfano scambiano commenti, cercano strategie per avvicinare i ragazzini.
«Invitalo a mangiare una pizza, vedrai che ci sta» scrive il sacerdote all' ex seminarista. «Magari, non mi considera proprio» replica Alfano.
Domani intanto il gip di Genova Annalisa Giacalone depositerà la nuova ordinanza con cui dovrebbe disporre la custodia cautelare del sacerdote, accusato di tentata violenza sessuale, induzione alla prostituzione minorile, offerta di stupefacenti a minori e detenzione di materiale pedopornografico. Venedì l'avvocato difensore Paolo Bonanni discuterà il Riesame al tribunale di Milano. «Don Seppia non ha mai consumato rapporti sessuali con minorenni - dice Bonanni - Le cessioni di droga sono solo verso adulti. In quanto all' induzione alla prostituzione minorile, non esiste alcuna prova per dimostrare che lo abbia fatto».

Giacomo Galeazzi - La Stampa