sabato 5 novembre 2011

ATEISMO

Animali atei
Nella sua accezione più ampia, il termine ateismo (dal greco "atheos", "senza dio", composto dall'alfa privativo e da omega, Dio), definisce la posizione sia di chi non crede nell'esistenza di una - o più - divinità sia di coloro che di tali divinità affermano positivamente l'inesistenza; si contrappone al teismo e al deismo. Si differenzia anche dall'agnosticismo, categoria cui appartengono tutti coloro che sulla questione "sospendono" o comunque non esprimono giudizio. 
Da notare che in passato, con il termine ateo, alcuni credenti definivano anche, impropriamente e per lo più spregiativamente, gli appartenenti a religioni diverse dalla propria.
Non necessariamente il termine ateismo è sinonimo di areligiosità. Può infatti darsi benissimo che vi siano atei dichiarati che credono in concetti come "forza universale" o simili, i quali pur non avendo caratteri teistici conservano comunque elementi di religiosità (posizione avvertita ma fortemente contestata da Michel Onfray, che la esclude dalla propria ateologia). Alla stessa maniera ateismo non è necessariamente sinonimo di anticlericalismo, il quale si caratterizza piuttosto come movimento di opposizione all'ingerenza temporale del clero nella vita civile, e quindi può essere appannaggio anche di credenti che vogliano tenere separati i due ambiti.
Sebbene molti tra coloro che si dichiarano atei condividano un diffuso scetticismo di fondo verso il soprannaturale e lo spirituale, le convinzioni degli atei provengono da mille diverse fonti culturali, filosofiche, sociali e storiche, cosa questa che fa sì che non esista né un pensiero unico né una linea comune di comportamento e di azione tra gli atei.


Cenni storici

I primi pensatori a negare l'esistenza degli dei (ateismo teorico), furono alcuni sofisti greci, come Diagora di Mileto, Crizia, Protagora, mentre si può parlare di ateismo pratico per i sostenitori del materialismo come Epicuro e Lucrezio che, pur non negando esplicitamente l'esistenza delle divinità, sostenevano che non potesse esistere alcuna interazione con le attività umane.
Non sono documentati casi significativi di ateismo in età medievale, mentre questa visione del mondo ricomparve in alcuni filosofi rinascimentali come Giulio Cesare Vanini e Pietro Pomponazzi. L'ateismo ha una rilevante ripresa con l'Illuminismo, con il barone Paul Henri Thiry d'Holbach e Julien Offray de La Mettrie. Importante è la figura di Jean Meslier, curato alla guida della parrocchia di Etrèpigny, vicino a Mézières nelle Ardenne per circa 40 anni. Dopo avere svolto con diligenza e insospettabile apparenza di fede il suo compito per tutto questo tempo, questo prete, alla sua morte avvenuta nel 1729, lascia due sorprendenti lettere e una grande opera di circa 3500 pagine a stampa in cui evidenzia delle contraddizone interne fra passi dei Vangeli nelle traduzioni utilizzate dalle Chiese cristiane. Gli sviluppi della fisica e della matematica conducono anche ad aprire un dibattito sul determinismo (Laplace).
Nell'Ottocento la popolarità dell'ateismo aumentò moltissimo, in conseguenza anche alle scoperte scientifiche della biologia (la teoria dell'evoluzione di Charles Darwin), dell'antropologia e dell'idea della possibilità di dominare la natura derivante dalla rivoluzione industriale. L'ateismo fu portato avanti dai filosofi della sinistra hegeliana come Ludwig Feuerbach e divenne un aspetto fondante del materialismo dialettico di Karl Marx e Friedrich Engels, così come del positivismo (Auguste Comte, Félix Le Dantec).
In Particolare Marx indagò il fenomeno religioso all'interno della società contemporanea, in cui predomina il modo di produzione capitalistico, individuandone una delle ragioni nei rapporti di produzione generanti alienazione e feticismo (inteso quest'ultimo come inversione tra soggetto e oggetto che fa apparire i rapporti sociali come rapporti tra cose e viceversa). Tale alienazione impedirebbe ai soggetti di essere consapevoli della realtà ontologica nascosta dietro i fenomeni economici e sociali, nello stesso modo in cui l'ignoranza delle leggi della natura impediva in passato di dare spiegazioni razionali ai fenomeni naturali. Da ciò la fuga nella religione e nella superstizione, superabile solo con l'organizzazione della società sulla base delle decisioni consapevoli e scientificamente fondate degli uomini associati, e non dei meccanismi impersonali e spontanei del mercato.
Max Stirner, pseudonimo di Johann Kaspar Schmidt, contemporaneo di Marx, nel 1845 pubblica L'unico e la sua proprietà, opera che verrà idolatrata e odiata, in cui con un ateismo senza mezzi termini critica Feuerbach, Bauer e i comunisti, fa tabula rasa di tutta la filosofia precedente e dei fantasmi dell'irrazionale, propugnando un estremo individualismo e adottando, anzi, proprio il termine egoismo. Stirner fu, di volta in volta, definito profeta dagli anarchici, dai fascisti, dai libertari. Lo stesso Friedrich Nietzsche fu folgorato da Stirner, tanto che temette di essere accusato di plagio. Va ricordato anche l'ateismo di Arthur Schopenhauer, da alcuni definito l'ateismo della disperazione'.
Nell'Ottocento la maggior parte delle nazioni occidentali aveva il cristianesimo come religione di stato e gli atei potevano essere accusati di blasfemia. In Gran Bretagna il libero pensatore Charles Bradlaugh fu ripetutamente eletto in Parlamento, ma fino alla sua quarta elezione non poté prendere posto in aula perché rifiutava di prestare giuramento sulla Bibbia. Nel Novecento, in Occidente queste leggi sono state cancellate o abbandonate di fatto. Durante il periodo della Guerra Fredda, l'Unione Sovietica e la maggior parte dei regimi che si definivano comunisti portarono avanti l'ateismo di stato e l'opposizione alle religioni organizzate. La stessa pratica privata, in alcuni paesi e periodi, incontrò opposizioni e ostracismi severi, malgrado la libertà di culto privato fosse ufficialmente consentita.
In età contemporanea l'ateismo si è diffuso enormemente ed è spesso associato al razionalismo; in questa chiave va ricordato il filosofo inglese Bertrand Russell.
Nel 2005 Michel Onfray ha pubblicato un Trattato di ateologia che reca significativamente il sottotitolo "Fisica della metafisica". Onfray infatti precisa le fondamenta della scienza definita ateologia da Georges Bataille, basandole su una critica scientifica delle religioni, a partire dall'esame dei testi sacri delle tre grandi religioni monoteistiche. Inoltre egli mutua da Nietzsche la convinzione che l'invenzione di Dio è in opposizione alla vita, che l'invenzione dell'al di là serve a svalutare l'unico mondo reale, che l'invenzione dell'anima immortale ha lo scopo di spregiare il corpo, la sua cura e i suoi piaceri. Pertanto "il vero peccato mortale" sarebbe "l'offerta di un oltremondo" per farci perdere "l'uso e il beneficio del solo mondo esistente".

Dibattiti sull' ateismo

Sul piano morale, nell'ambito della visione cristiana il termine ateo viene spesso usato in senso dispregiativo, per cui l'ateo è colui che nega un'entità che costituisce un riferimento etico. Gli atei ribattono che la fondazione dell'etica non richiede di ipotizzare l'esistenza di Dio, come è stato spesso affermato anche da filosofi cristiani come Kante Bonhoeffer.
Sul piano filosofico, alcuni atei rifiutano di essere definiti secondo la contrapposizione «Dio esiste / Dio non esiste», e affermano semplicemente di possedere una visione naturalistica del mondo, che rifiuta tutti gli approcci mistici o soprannaturali, relegandoli all'ambito della superstizione e delle credenze: il concetto è esemplificato da questi ultimi con l'asserzione Non credo in Dio per lo stesso motivo per cui non credo a Babbo Natale o alla Befana.
D'altro canto, l'ateismo viene accusato di esprimersi in forme fideistiche: assumendo cioè come un postulato l'affermazione «Dio non esiste», logicamente indimostrabile.
Le discussioni sull'esistenza di Dio e sulla sua influenza sugli uomini riguardano questioni fondamentali per le persone e in varie circostanze possono avere conseguenze rilevanti sul piano del consenso ideologico e politico. Non stupisce quindi che i dibattiti relativi spesso assumano toni aspri e prese di posizione faziose.
Fonte:wikipedia.org

Le posizioni dell' ateismo

Ateismo forte
La posizione chiamata ateismo forte (o ateismo esplicito) è quella secondo cui non esiste alcun dio. Ad essa si oppone l'ateismo debole, che è la mancanza o assenza di fede in un certo dio, senza la pretesa che questo non esista. L'ateismo forte asserisce positivamente, quanto meno, che non esiste alcun dio o divinità, e può spingersi fino a sostenere che l'esistenza di alcune o di tutte le divinità è impossibile dal punto di vista logico. Ad esempio, gli atei forti sostengono comunemente che la combinazione di attributi che possono essere ascritti a Dio (quello di Abramo), quali ad esempio: onnipotenza, onniscienza, onnipresenza, trascendenza, omnibenevolenza, è logicamente contraddittoria, incomprensibile, o assurda; quindi si afferma che l'esistenza di Dio è impossibile a priori. Similarmente, l'ateismo esplicito può sostenere che qualsiasi asserzione circa l'esistenza sovranaturale è irrazionale e falsa a priori.

Ateismo debole
La posizione dell'ateismo debole è così riassumibile: non ci sono motivi per credere in un qualsiasi dio, o di qualsiasi fatto o entità, per ragioni diverse dalla prova della loro esistenza. Gli atei deboli sostengono che il semplice indicare che non ci sono argomentazioni a favore dell'esistenza che siano accettabili da un punto di vista scientifico è sufficiente a mostrare che l'esistenza di quel dio non è necessaria alla descrizione del mondo. Dio in tal senso è inutile applicando il rasoio di Occam; e l'onere della prova tocca al sostenitore dell'alternativa più complicata. Tale posizione è alla base dell'aneddoto, probabilmente apocrifo, che viene raccontato su Laplace. Quando Napoleone chiese a Laplace in che modo Dio entrasse nella sua teoria Laplace rispose: Sire non ho avuto bisogno di quell'ipotesi.
Secondo questo ragionamento una persona che sia in grado di confutare qualsiasi argomento che incontra a favore dell'esistenza di quel dio è giustificato nell'adottare una visione atea; secondo la visione scettica l'ateismo è quindi la visione di "default". Questa obiezione, come detto, viene spesso espressa in termini che la collegano all'onere della prova: secondo gli scettici, cioè, tocca ai sostenitori dell'esistenza di un qualsiasi fatto o entità (nella fattispecie un dio) stabilire i fatti. Le dimostrazioni filosofiche dell'esistenza di Dio, molto diffuse nel Medioevo, sono state poi contestate dai filosofi illuministi. Dopo la rivoluzione scientifica, i pochi tentativi di portare prove scientifiche a favore dell'ipotesi dell'esistenza di Dio, tra i quali va citato quello di Kurt Gödel, non hanno ottenuto un consenso significativo nella comunità scientifica.

Altre ramificazioni

Ateismo Percettivo: è la posizione di chi, pur non avendo basi culturali solide o motivazioni logiche per spiegare razionalmente cosa lo porta a non credere in dio, nega ugualmente l'esistenza di una o più divinità. E' colui che in un certo senso "percepisce" l'inesistenza di un'entità che trascende il mondo terreno.

Ateismo Scettico (o Empirico): sono atei scettici coloro che basano la conoscenza solo e soltanto sull' esperienza, e negano l'esistenza di una divinità semplicemente perchè non la si può sperimentare. La scienza moderna si basa su questo tipo di ragionamento, e da qui deriva tuttavia anche l'agnosticismo. Questo ateismo nega la divinità in nome della conoscenza empirica.

Ateismo Razionale: è l' Ateismo degli Illuministi e di tutti coloro che ripongono particolare fiducia nella ragione e nella razionalità, giungendo alla logica conclusione che Dio non esiste tramite l'uso della ragione, e rifiutando dogmi e credenze metafisiche dopo averle sottoposte ad una critica razionale dimostrandone la loro infondatezza. E' comunque il tipo di ateismo più diffuso: negare la divinità (irrazionale) in nome della ragione.
Ateismo Materialista: E' quel tipo di ateismo totale e radicale, che nega non solo l'esistenza di dio, ma anche di qualsiasi cosa al di fuori della materia. E' l' ateismo che capovolge il rapporto materia-pensiero uomo-dio, affermando che: il pensiero deriva dalla materia ed è una sua creazione (il cervello che crea i pensieri, pensieri derivanti dalla realtà) e dio deriva dall'uomo ed è una sua creazione. Questo ateismo è in un certo senso il più "violento" e irreversibile, nega dio e tutto ciò che sia connesso a dio in nome della materia, unica certezza dell'uomo.

L’Ateismo Passivo: la corrente più numerosa tra tutte, sono quegli atei che per ragioni di forma, cultura, o familiare, per non entrare in conflitto con il proprio ambiente partecipano anche alle funzioni religiose. In altre parole, seguono per praticità l’opinione maggiormente diffusa. Una sotto categoria di questa, è l’ Ateismo debole: sono atei non per coscienza ma per sensazione intuitiva.