mercoledì 30 novembre 2011

Il monaco stupratore in Vaticano (col bancomat)

Non si era presentato alla polizia, ma si aggirava nel centro di Roma
Laurence Soper è un uomo indubbiamente versatile. Monaco benedettino in un monastero di Londra, in una vita precedente era banchiere in Barclays: questa sua attitudine al rapporto con la valuta non l’aveva mai abbandonato, neanche dopo aver abbracciato la tonaca, visto che il suo soprannome al monastero di San Benedetto, zona ovest della città, era “il banchiere del santo”. E, per completare il quadro, diremo che era stato invitato a comparire dalla polizia della città per riferire sulle accuse che pendevano sulla sua testa: abuso di minore.
IL FRATE IN FUGA – Attaccata e collegata al monastero di San Benedetto c’è la scuola “indipendente e cattolica” peraltro di un certo prestigio, visto che alcuni ex alunni sono poi diventati presentatori della BBC o attori. La scuola, racconta il Daily Mail, è “al centro dello scandalo fin dall’anno scorso, quando sono emersi i racconti dei bambini che sarebbero stati abusati per decenni dai monaci, il che ha dato il via ad una inchiesta vaticana ad alti livelli”.
Mentre l’inchiesta sul suo monastero procedeva, padre Laurence aveva cambiato aria: data la sua innegabile attitudine agli affari, si era trasferito a Roma per lavorare come tesoriere generale dell’ateneo internazionale di San Benedetto, il convento di Sant’Anslemo all’Aventino, istituzione d’eccellenza nell’istruzione del clero romano. Prima di trasferirsi a Roma era diventato Abate del monastero londinese in cui era entrato nel 1964, dopo il lavoro, come dicevamo, nella banca londinese: il suo nome era emerso nelle indagini sulla struttura dopo che “fratello Pearce, un frate arrestato nel 2009 con sentenza a otto anni e accuse di molestie a minori fin dal 1972″ lo aveva evidentemente chiamato in causa: in quegli anni Laurence era insegnante alla scuola del convento ed era quindi entrato in contatto con i minori.
BANCOMAT – Su di lui è stata aperta formale inchiesta ed emesso ordine di arresto; la polizia gli aveva però concesso di “mantenere il suo passaporto” per recarsi a Roma, a patto che si ripresentasse in polizia a marzo: ovviamente lui non l’ha fatto ed è fuggito latitante. Ad oggi, non è chiaro dove sia: di certo una “fonte in ambienti cattolici” interrogata dal domenicale del Daily Mail sostiene che si fosse rifugiato in Montenegro “dove l’ordine di arresto europeo non è eseguibile”; però sarebbe stato avvistato quest’estate proprio in Vaticano.
Ha vuotato i suoi conti alla Banca Vaticana quest’estate. Qualcosa che tutti hanno notato è che beveva forte
Ubriaco e di gran fretta, padre Laurence si è dunque recato liberamente a Roma per prelevare tutti i suoi averi, peraltro molto importanti: sarebbe in possesso di “varie migliaia di sterline in portafogli di investimento e avrebbe a disposizione anche una “grande eredità” proveniente dai suoi genitori”. “Continuiamo a cercarlo”, dice la polizia italiana, di concerto con le forze dell’ordine inglesi. “Non abbiamo idea di dove sia”, ha detto Padre Elia, priore dell’Università di Sant’Anselmo.