lunedì 21 novembre 2011

Pakistan, vietato scrivere “Gesù” negli sms

Secondo l’Autorità delle telecomunicazioni è una parola che va inserita tra le 1600 bandite perché ritenute oscene

MAURO PIANTATORINO


Non c’è posto per Gesù nei cellulari pakistani. L’ultimo delirante diktat, secondo quanto riferisce l’agenzia vaticana Fides, arriva dall’Autorità delle Telecomunicazioni: vietato scrivere il nome di “Gesù Cristo” nei messaggi di testo  Sms. Il provvedimento ordina alle società di telefonia mobile di bloccare i messaggi di testo con alcune parole ritenute volgari, oscene o nocive del senso del pudore. E fra le oltre 1.600 parole bandite (numerose quelle di natura sessuale), vi sono anche "Gesù Cristo" e "Satana". Le compagnie hanno sette giorni di tempo per rendere operativa la disposizione, ma le Chiese cristiane e le organizzazioni per i diritti umani in Pakistan annunciano battaglia. 

Padre John Shakir Nadeem, Segretario della "Commissione per le Comunicazioni Sociali" della Conferenza Episcopale, annuncia all'agenzia Fides: “La Chiesa cattolica del Pakistan farà tutte le pressioni del caso sul governoperché elimini il nome di Cristo dalla lista proibita. Comprendiamo il desiderio di tutelare le menti dei giovani, segnalando una lista di parole oscene. Ma perché includere il nome di Cristo? Cosa ha di osceno? Bandirla è una violazione del nostro diritto di evangelizzare e ferisce i sentimenti dei cristiani. Se il divieto venisse confermato, sarebbe davvero una pagina nera per il paese, un ulteriore atto di discriminazione verso i cristiani e una aperta violazione del Costituzione del Pakistan. Speriamo che il governo faccia le opportune correzioni”.



Diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani e delle libertà dei cittadini come "Bytes For All" hanno annunciato che contesteranno l'ordinanza nei tribunali. “Viene violato – dicono - il diritto alla libertà di parola e di espressione". Non solo. Si tratta di " una intrusione nella privacy dei cittadini". Secondo le associazioni, inoltre, l’ordinanza non è solo “oppressiva”, ma presenta anche i “tratti dell’incostituzionalità”.


L'Autorità delle telecomunicazioni ha dichiarato, dal canto suo, che la libertà dei pakistani è "soggetta alle limitazioni previste dalla legge, nell'interesse della gloria dell'Islam". Una “gloria” orwellianamente corretta.