lunedì 1 agosto 2011

HORUS DI NAZARETH E GIOVANNI DI GAMALA


HorusLo stato dell' ateismo italiano versa da tempo in brutte acque: non tutto, ma diciamo per un buon 80%, a voler essere "pignoli". Ho conosciuto molti atei finora, e amaramente devo ammettere in tutta onestà che in genere i credenti abbiano ragione, quando affermano che l' opposizione atea faccia pena non solo dal punto di vista argomentativo e di rispetto del dialogo: è vero, li capisco e me ne dolgo moltissimo. Si è persa la morigeratezza, l' educazione, l' etica dello scontro polemico ed il rispetto per l' avversario: oggi l'importante è prevalere a tutti i costi, anche scorrettamente, adeguandosi così all'apologetica religiosa di più basso profilo. Per questo motivo non mi sento un ateo nel senso italiano dell'intendere il termine: anzi, mi dissocio da questo genere di ateismo becero e pedestre, che genera solo divisione, contrasto e discredito. C'è gran differenza tra l'essere decisi e l'essere gratuitamente volgari. [..



Questa pochezza sarà sicuramente figlia della volgarissima epoca attuale, i cui unici valori sono ormai il calcio e il cellulare; ma dall'altro lato ci si attenderebbe qualcosa in più, da chi etichetta come menzogne le "dottrine" della Chiesa. Ci sono sicuramente delle eccezioni, ma di norma c'è molta disinformazione, sottocultura e pressappochismo, ottima pastura per certi loschi figuri il cui vero scopo è quello di lucrare sulla caciara contro la Chiesa: culturalmente parlando, la situazione non è migliore, a cagione dei modelli dai quali gli atei (certuni di loro) traggono esempio e convalida.
Qualche tempo fa fa è venuto a mancare Luigi Cascioli, una perdita sia come combattente per la verità che dal punto di vista personale: nonostante io non abbia mai concordato con il nocciolo della sua tesi (cosa nota ed accettata a lui e a chi ne è a parte), lui non ha mai avuto nulla da ridire in merito, dato che fra noi c'è sempre stata comunque amicizia dilà dalle divergenze teoriche, diversamente da quanto è accaduto con altri che discordano dalle mie teorie (e ciò non certo per iniziativa mia). Credo d'esser sempre stato capace di separare la persona dalle cose che propugna.
Orbene, molti mi hanno chiesto tante volte quale fosse la mia opinione in proposito; in parte l'ho espressa nelle risposte email, ma mi sono sempre riservato di non esagerare, poichè non è mia abitudine inimicarmi persone che, dettagli teorici a parte, in fondo condividono il mio stesso fine, ossia la battaglia contro l'inganno della Chiesa. Evidentemente, però, per certuni di loro non vale il contrario, dal momento che posso dire con certezza d'essere stato boicottato e criticato più o meno "dietro le quinte" da parecchi sedicenti atei sin troppo aderenti a teorie filo-cascioliane.
Non amo parlare di chi non c'è più, nè dare l'impressione di farlo comodamente in certe circostanze: ma dal momento che in questi ultimi giorni il caso ha voluto che io ricevessi alcune lettere, nelle quali si affermava che rispetto "ad altri" io sarei "in errore", credo che sia giunto il momento di fare alcune precisazioni. Non me ne voglia Luigi: la mia stima nei suoi confronti come uomo e come persona non è mai venuta nè mai verrà meno (e lo sanno tutti), ma la mia risposta è piuttosto rivolta a chi, invece, continua a seguire certe teorie abbastanza infondate ed imprecise, facendosene un'egida di "prova" contro il cristianesimo per tornacontismo o mero fanatismo incolto.
Criticare il mio libro ed il mio sito è molto semplice, dato che non sono facilmente fruibili per chi possiede una formazione tale da doversi adeguare soltanto a moduli espressivi e contenuti più elementari: per meglio dire, pur essendo opere "decise", non sono apprezzabili da chi ama leggere parolacce e bestemmie un rigo si e uno no. Molti (evidentemente adeguati alla tristissima media culturale odierna...) li hanno criticati per la loro "difficoltà": francamente, se non sono riuscito ad essere più "semplice", la colpa è anche dell'argomento, a scanso d'equivoci. La tesi ed il modello espressivo di Luigi sono, invece, molto elementari: anzi, fanno presa proprio per questo motivo. La gente desidera cose "immediate", "semplici", "certe": come dire dire che "X è stato sotituito a Y".
Il "nocciolo" di cui parlavo converge appunto sull'affermazione che "Gesù di Nazareth" celi in realtà un tal "Giovanni di Gamala", personaggio che Cascioli non ha ricavato da qualche documento esterno, bensì da un raffronto evangelico sulla scia di una "tecnica" che potremmo definire "per esclusione". Secondo Luigi, infatti, questo "Giovanni" si ricavava "inconfutabilmente" da un passo in cui sono listati cinque dei "fratelli di Gesù": quello che "manca" era (secondo lui) chiamato "Giovanni"; e dato che il caporione zelota di quel periodo storico era Giuda il Galileo (ovvero "di Gamala"), ecco che quest'ultimo diventava il padre dei protagonisti evangelici.
Orbene, sono concorde che Giuda il Galileo fosse l'origine di pressochè tutti i personaggi legati allo zelotismo dall'epoca neroniana fin oltre Adriano, e che fosse quasi sicuramente connesso direttamente a "Gesù di Nazareth" e familiari; ma non posso certo accettare che quest'ultimo fosse un tal "Giovanni da Gamala", e questo per almeno tre ordini di motivi.
In primis, sarebbe stato più opportuno notare che questi "fratelli" sembrino piuttosto un mero remake nominale dei figli di Mattia (o Matteo, ovvero Mattatia) Maccabeo, simbolo epico della lotta armata ebraica: da cui, chi li immise nei vangeli lo fece per includerli come simbolismo, non certo per parlare di personaggi storici noti con quei nomi in quel periodo.
In secondo luogo, non possiamo identificare "Gesù di Nazareth" con uno ed un solo "alias", perchè egli stesso è null'altro che la convergenza di un gran numero di briganti guerriglieri chiamati tutti Gesù, ciascuno dei quali protagonista di un episodio che riscontriamo quasi pedissequamente nei vangeli: infatti, in ambito guerrigliero questo parrebbe essere piuttosto un nome simbolico. Cascioli ed epigoni, che hanno sempre affermato d'aver letto l'immane produzione letteraria di Giuseppe Flavio, stranamente ignorano del tutto questi dettagli; anzi, alcuni di loro hanno fatto deliberatamente orecchie da mercante verso le mie segnalazioni, forse onde evitarsi l'enorme fatica di revisionare una teoria ormai molto popolarizzata. Ma siccome il sottoscritto è lontano dai "circoli cascioliani" (e soprattutto dal momento che ho ragione), la sua voce non vale.
Infine, checchè ne dicano i suoi accoliti, è probabilissimo (e lui stesso non me l'ha mai smentito, quando ne abbiamo discusso) che Cascioli sarebbe stato indotto a "trovare" "Giovanni di Gamala" dal famoso libro di Henty; per cui, egli non avrebbe certo operato in maniera asettica nel formulare la sua teoria.
A parte questo, molte sue fonti lasciano il tempo che trovano, in quanto datate ed imprecise; sono prevalentemente ottocentesche e di inizio '900, a riprova del fatto che Cascioli non abbia analizzato i documenti diretti (e non dico i vangeli, ma tutta la letteratura successiva, e soprattutto gli storici: Giuseppe Flavio in primo luogo), ma si sia fidato completamente di quel che hanno scritto le terze parti. Per carità: non si può pretendere in tutto d'avere fonti di prima mano; ma è opportuno quantomeno ridurre gli errori.
Avrei tanti altri dettagli preoccupanti da sottolineare in merito alla tesi di Cascioli, ma mi fermo qua. Aggiungerò soltanto che la "massa" l'ha abbracciata semplicemente perchè l'artificiosità del procedimento dei "cinque figli" innesca "stupore" nel lettore, che pertanto sarà portato automaticamente e ritenere plausibile tutto il resto della tesi, senza curarsi da quali documenti nè con quali procedimenti sia stata formulata. Individuare un sostituto con certezza per "nome e cognome" fornisce sicurezza al lettore, sicchè egli non si chiederà nulla sui "dettagli di contorno": accetterà l'output, non il modo in cui si è pervenuti ad esso. Anzi, più l'output sarà eclatante e "preciso" ("nome e cognome"), più aderirai.
Purtroppo, la tesi di Cascioli, indipendentemente dall'improponibilità di credere in un Gesù del tutto mitico, non può permettersi il lusso di definirsi "inconfutabile": e me ne rammarico, poichè se a suo tempo avesse accettato il mio consiglio di rivedere le cose con più serenità, si sarebbe risparmiato un inutile e sfortunato processo contro i mulini a vento, e soprattutto d'inizializzare un filone disgraziato per la credibilità della ricerca atea sulla vicenda evangelica. Ma è anche ovvio che, una volta sfondata una porta, non potrai più tornare indietro a richiuderla: rischieresti di rimanere con una pila invenduta di libri stampati en avant e di deludere chi vede in te un salvatore, ovvero "il più grande cristologo del mondo", come l'hanno ribattezzato certi ipocriti che gli hanno cucito il bordone, prima d'abbandonarlo al suo destino come uno straccio vecchio.
Malauguratamente, l'umiltà non è una qualità di quest'epoca invertita, dove chi ha ragione è vilipeso e chi ha torto è osannato: tutti abbiamo una "tesi eclatante", tutti siamo "quelli giusti", tutti vogliamo stare sotto la "spotlight". E chi dice la verità, di questi tempi, in questo paese, non riceve alcun sèguito.
L'output di Luigi, malgrado la sua sincera immediatezza, purtroppo è stato cannibalizzato dal pressappochismo, dalla faciloneria, dall'insipienza e dall'ignorante volgarità dell'audience di oggi, la cui "cultura" vegeta tra epifenomeni internettiani, pseudoscienze, presunzione e turpiloquio: in sostanza, già che ci siamo, è lo stesso "pubblico" che crede ancora in "cose" (non so nemmeno come definirle) come i vari Zeitgeist e "documentari" pseudo-storici che i disinformati associano spesso al Cascioli in una specie di "diarcato".
Zeitgeist è un "prodotto" che si rifà all'opera di Acharya S, al secolo Dorothy Murdock, personaggio altamente imbarazzante, ma purtroppo posta anch'ella al centro di una grande popolarità da un'audience vogliosa di sensazionismo, con grave danno per la correttezza e la credibilità dell'ateismo onesto e serio (non per nulla, la "pensatrice" è stata messa in un angolo anche da svariati critici atei).
Anche nel suo caso siamo di fronte ad una tesi banalmente corretta ("Gesù è un falso"), ma il cui fulcro portante è erroneo. Puntellandosi su "autorità" come Massey, Mangasarian, Graves, Hislop, Higgins e qualche altro "luminare" ottocentesco, la Murdok sostiene infatti la teoria secondo la quale il Gesù evangelico non abbia nulla di storico, ma sia soltanto il frutto "mitologico" dello scippo di caratteristiche da questo o quel dio pagàno: in particolare, l'egizio Horus. Vada bene che l'Egitto costituisca (specie per chi è ancora molto indietro nella propria formazione mitografica) una terra carica di suggestività: ma occorre non abusare dei luoghi comuni.
In merito ho letto e sentito affermazioni da far accapponare la pelle, e mi sono chiesto cosa potrebbe mai esserne di un'opinione pubblica che viene imbevuta di queste scemaggini: siamo già bombardati da diseducationals fino a qualche decennio fa improponibili nella TV pubblica (vedasi i vari Voyager e Misteri, che oggi ripropinano le amenità di libercoli di cinquant'anni fa, sulla scia di Von Daeniken et similia...), dovremmo accettare pure di vederne circolare su internet, a proposito di argomenti dai quali dipende piuttosto una battaglia con in gioco una posta ben più seria?
Le fonti da cui "Acharya S" ha attinto sono assolutamente prive di credenziali accademiche; ma la cosa più grave è che questi" studiosi" non abbiano nemmeno credenziali a carattere deontologico a livello d'etica di ciò che hanno affermato, ovvero mere menzogne sulla scia di pretese teosofiche o "politiche" contro la Chiesa.
Le persone che seguono "Acharya S" stanno conoscendo solo oggi cose che erano in circolo da vent'anni in America, dove "Acharya S" è stata ampiamente destituita oramai da qualche anno, a livello di credibilità scientifica. In america, l'unico a sostenerla è Price, per chissà quale oscuro motivo. Io direi che Price potrà pur conoscere bene letteratura e storia evangelica, ma sicuramente non è pure un esperto in mitografia: viceversa, dopo aver letto che Horus sarebbe stato crocefisso e resuscitò dopo tre giorni, non si sarebbe certo espresso in termini positivi. Forse Price deve aver considerato solo il lato generale delle "ricerche" di "Acharya S", riasumibile col fatto che il cristianesimo sia tutto un imbroglio (cosa placita, del resto): ma non puoi certo dimostrarlo affermando cose scorrette.
Già a suo tempo, il sottoscritto, possedendo modestamente delle nozioni di mitografia abbastanza organiche, si è subito allontanato dalla nefasta influenza di "Acharya S". Chiaramente, capisco però che coloro i quali ne subiscono l'influsso, vuoi per fattori "estetici" (in fondo, era una bella donna, ai suoi tempi; perlomeno, nelle foto che fa girare in rete), che per motivi sensazionistici (è ovvio che Horus crocefisso e risorto susciti curiosità e reazioni di rivalsa contro i "truffatori"), non riescono a capacitarsi dei tanti problemi insiti nelle sue "teorie"; chiunque si trovi alle battute iniziali in determinati percorsi, e non vuole confrontare con specialisti seri ciò che trae da personaggi del genere, senz'altro corre il rischio di diventare un complottista zelante. Questi "zeloti" ignorano persino che "Acharya S" abbia fatto tesoro delle critiche altrui, e pian piano abbia provveduto a correggere il tiro nel corso delle varie edizioni delle sue "opere"; cosa che, ovviamente, lei ben si guarda dal notificare. Ciò non toglie, però, che quanto ella ha già sparso in vent'anni, oggi continui a nuocere a chiunque lo abbia accettato acriticamente.
Statene comunque sicuri: Horus non nacque in una grotta il 25 dicembre; suo padre non si chiamava "Sep"; non era detto "il buon pastore"; non era noto come "krst" (che non significa "unto", dato che è un vocabolo inesistente in egiziano antico...); non aveva 12 discepoli; non fu battezzato da un tal "Anup il battista" (?), che non fu decapitato; non morì su una croce durante un cataclisma, nè in mezzo a due "ladroni"; non discese agli inferi e non ne risalì dopo 3 giorni; e non fece nulla del 90% del resto delle cretinate scritte da "Acharya S", che purtroppo vedo ingoiare sordamente dai tipici malinformati che girano per internet.
Se si deve attaccare la Chiesa, lo si faccia almeno con prove più serie; si deve avere comunque rispetto per l'avversario, ma in primo luogo per se stessi. D'altronde, non sono queste le cose veramente eclatanti riguardo al cristianesimo: e vi assicuro che ci sarebbe ben altro da dire e sapere in proposito.